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SOPHIE

Lo vidi sospirare e poi seguirmi nella stanza. Non appena chiuse la porta il mio cuore iniziò a battere più velocemente, dopo lo sfortunato incontro con James in bagno non è che mi fidassi molto dei miei ex, ma sapevo che Finn fosse una persona diversa. Rimase in silenzio mentre si sedeva sul bordo del letto; mi guardò e poi disse:- Scusami-.
Non fiatai, avevo parlato sempre io, in quel momento era giusto che io gli lasciassi spiegare.
-Scusami per tante cose. Per il fatto che sono venuto qui non rispettando la richiesta di sparire dalla tua vita, per tutto il casino che è successo ma soprattutto per non averti seguita quella sera. Non avrei dovuto lasciarti andare, se io fossi venuto da te sarebbe stato forse il modo giusto di dimostrarti quanto tu per me sia importante. Dico forse perché come hai visto non sono molto bravo in queste cose...- proseguì abbassando lo sguardo dopo averlo mantenuto nel mio per tutto il suo discorso.
-Sono qui, ascolto-.
Alzò di nuovo gli occhi, che sembravano essere stati attraversati quasi da un barlume di speranza. Nom ero sicura di potermi fidare ancora ma il fatto che soffrisse così tanto mi metteva in difficoltà.
-Io non avevo idea del video, questo te lo posso giurare. La mia storia la sapevi e oltre quello che ti raccontai non era successo mai altro. Non avrei mai potuto farti una cosa del genere, primo motivo perché non sono più un coglione del genere e secondo motivo, il più importante, perché ti ho amata e ti amo tutt'ora più di qualsiasi altra cosa-.
Sentii un nodo in gola a quelle parole che mi impedì di respirare, ancor più di parlare.
Aspettò qualche secondo una mia risposta ma visto che non arrivava continuò lui a parlare:- Ti giuro che non sono stato io. Non so bene cosa sia successo perché dopo che te ne sei andata non ho fatto nulla, e questa è stata la cosa peggiore. Sono rientrato, sotto lo sguardo schifato di tutti, ho detto ad Iris che non si sarebbe dovuta più far vedere e me ne sono andato, come un coglione. Ho bisogno però almeno che tu sappia che io non c'entro nulla con tutto ciò che è accaduto alla festa. Io volevo solo passare una bella serata con i miei amici e la mia ragazza. Non pretendo ovviamente di nuovo la tua fiducia, ma vorrei che mi credessi, almeno su questo-.
La voce gli si incrinò e con uno scatto si asciugò una lacrima prima che io la vedessi.
-Finn io...- mi interruppi quando sentii una voce femminile urlare svariati insulti -Jessica!- ripresi alzandomi velocemente e uscendo dalla stanza, Finn esitò un attimo ma poi mi seguì.
Ritornata in salotto vidi i miei amici tutti incazzati con James trattenuto da Michael che evidentemente non voleva altri drammi in quella che doveva essere una festa.
-Eric cosa succede?- sentii Finn chiedere all'altro ragazzo che era venuto con lui e che io non avevo mai visto.
Mi avvicinai a loro e vidi che a parlare con lui c'era pure Jane.
-Cosa ha fatto Jessica?- le domandai.
-In realtà è partita da Melanie, gli ha chiesto cosa ci facesse in bagno con te e il motivo per cui sei tornata sconvolta, lui si è messo a ridere, perché a quanto pare sa fare solo questo, e lei si è incazzata ancora di più accompagnata da Jessica, poi siamo arrivati anche io, Cam e Tommy a cercare di fermarle ma dopo quello che ha detto James ci siamo incazzati pure noi, così Cam gli ha tirato un pugno in pieno naso. Stavo venendo da te ad avvisarti in tempo ma ho incontrato prima Eric e gli ho raccontato ciò che era successo per sapere come fare con lui- e indicò Finn
-Cosa hai detto!?- intervenne questo con aria preoccupata.
-Che ho chiesto ad Eric come fare con te?-.
-No prima, James era in bagno con Soph?!-.
-Sì ma non è successo nulla...-.
-Me ne sbatto il cazzo, poi cos'è che avrebbe detto?-.
-Finn sul serio peggiorerai solo le cose-. Fece finta di non sentirmi, aspettava una risposta da Mel che guardò me, poi di nuovo Finn e infine Eric, l'altro ragazzo che le fece sì con la testa.
Allora sospirò e disse:- Ha detto che sarebbe riuscito tranquillamente a portarti a letto se l'avesse voluto, e che ora è una sfida con lo "stronzetto", quindi in un modo o nell'altro ci riuscirà-. Mai nella mia vita avrei pensato di essere oggetto non di una ma due sfide.
-Ok. É morto- concluse Finn precipitandosi verso James e buttandolo a terra. Michael cercò di levarglielo di dosso ma senza successo. Infatti si prese solo una gomitata in bocca che lo ribaltò all'indietro.
A quel punto il tempo sembrava procedere a rallentatore. Tommy, Cam, Jess e Mel soddisfatti, Jane che si precipitò da loro allontanandoli dalla scena con l'aiuto di Eric e io che raggiunsi Finn prendendolo da dietro e staccandolo da James.
-Levati Soph, non sta volta- mi avvertì con una voce che traspariva solo istinti omicidi. L'avevo allontanato altre volte da una rissa potenzialmente pericolosa, e lo avrei rifatto.
Me ne fregai e continuai a trascinarlo con forza, Eric venne ad aiutarmi altrimenti non ci sarei mai riuscita, già in due era faticoso. Vedendoci in difficoltà arrivo Tommy che era molto più forte e ci aiutò a portarlo fuori.
Mentre uscivamo da casa guardai James che nel mentre si era alzato e cercava invano di raggiungerci, ma era stato bloccato per le braccia da altri due ragazzi. Aveva il naso gonfio e sanguinante e un labbro spaccato, ci fissava con uno sguardo carico d'odio, cominciai ad avere paura ma per il momento la misi da parte, ci avrei pensato dopo.
-Finn ha noleggiato questa macchina per venire qui, portatelo in hotel, stanza 147, l'indirizzo è nel navigatore- tutto questo detto a raffica mentre chiudevamo lo sportello posteriore per non far uscire Finn che nel mentre continuava a gridarci contro di lasciarlo.
-Chi guida dei due?-.
-Tommy-.
-Tieni- e Eric gli lanciò le chiavi -Forza su!-.
Salimmo velocemente e Tommy mise in moto mentre io cercavo di tenere Finn fermo.
-Dovete farmi andare ora! Lui non la può passare così, non si deve permettere nemmeno di torcerti un capello!- continuò a urlare Finn.
-Non se ne parla neanche! Tommy accelera-.
-Preferisco che James perda tutti i denti piuttosto che essere fermato per eccesso di velocità-.
-Zitto e accelera!-.
-D'accordo d'accordo!-.

In men che non si dica eravamo all'Hotel e Finn non aveva smesso un secondo di dimenarsi.
-Portalo su, tieni la chiave della stanza- mi disse Tommy prima di lasciarci davanti all'entrata e ripartire per tornare a prendere gli altri.
Incazzato Finn entrò sbattendo la porta.
-Piano ragazzo! Se la rompi te la faccio pagare!- lo ammonì il vecchio alla reception mentre mangiava un pacchetto di patatine.
-Fanculo-.
-Cosa hai detto?!- continuò questo alzandosi di scatto.
-Niente ci scusi! É arrabbiato non intendeva dirlo- cercai di calmarlo io spingendo Finn più avanti.
Il vecchio sbuffò e ritornò a sedersi mettendo i piedi sul balcone, ottimo.
Prendemmo l'ascensore, rimanemmo in silenzio fino a che non raggiungemmo il nostro piano guardando entrambi il pavimento.
Aprii la stanza e entrai, Finn si lanciò subito sul letto a faccia in giù mentre io presi la sedia della scrivania e vi appoggiai il mio giubbotto. Incredibile come il destino mi riportasse sempre da lui in un modo o nell'altro e come al solito dopo che aveva fatto a botte.
Presi il telefono e scrissi a Tommy chiedendogli se fosse tutto a posto e lui mi rispose dicendo che loro erano ancora alla festa ma che la situazione si era un po' calmata.
Controllai l'ora: 1:27, fantastico.
Finn si rigirò a pancia in su, riaprì gli occhi e mi guardò.
-Sembra che la vita ci voglia far incontrare solo quando butto a terra qualcuno-.
-Ci stavo pensando proprio prima- risi leggermente abbassando la testa.
-Beh, è sempre finita bene...- continuo lui alzandosi e venendo verso di me.
Mi alzai anch'io.
-Senti, ti ho ascoltato ma non sono così stupida da ridarti la mia fiducia così come se non fosse successo niente-.
-Non penso che tu sia stupida, non l'ho mai fatto. Solo che mi manchi da morire Soph-.
-Finn...-.
-Non dire nulla, lascia stare- e ritornò a sedersi sul letto.

Anche lui mi mancava, e molto. Dentro avevo una guerra tra emozioni contrastanti: una parte di me, sicuramente la più razionale, voleva resistergli, dirgli che non poteva tornare e sperare in 5 minuti di riparare al danno che da solo aveva creato. L'altra parte invece voleva lui, tutto di lui. Come sempre quando si parlava di Finn, prevalse la mia parte irrazionale. Da quando lo avevo incontrato cominciavo a non riconoscermi più, mai prima avevo agito d'istinto, senza pensare alle conseguenze e a quanto in certi casi, come in questo, stessi sbagliando.

Unexpected lover 2 || Finn Wolfhard Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora