FINN
Le risate del mio coinquilino erano così sonore che probabilmente risuonavano in tutto il corridoio. Mi misi a sedere sul letto, bagnato fradicio, e lo guardai mentre rideva accasciato a terra, tenendo in braccio il secchio con cui mi aveva inzuppato d'acqua.
-Cazzo come sei divertente- dissi strizzandomi i capelli.
-Sembri ancora più coglione del solito-.
Nel frattempo iniziarono anche a battere sulla porta.
-Se è il sorvegliante sei nella merda Wolfhard-.
-Ah io? Penso che neanche pisciandomi addosso avrei fatto questo casino-.
Luke non rispose e aprì.
Iris entrò nella stanza con la sua solita aria sprezzante e mi squadrò da capo a piedi. Fece una smorfia mentre io la fissavo impassibile, poi finalmente decise di spiccicare parola.
-Ti ho cercato ieri, dov'eri?-.
-Sono cazzi tuoi? Non mi sembra-.
-Sì, lo sono, dato che sai benissimo di essere appeso a un filo-.
-Lo ero. Quando ti decidi a scomparire dalla mia vita?-.
Iris sghignazzò e poi riprese:- Tu mi hai lasciata e ti sei preso le conseguenze, ora non voglio avere più niente a che fare con uno come te. Avevi l'opportunità di avere tutto quello che chiunque avrebbe sempre desiderato, popolarità e vantaggi, te li sei giocati per una qualunque e questo non è un problema mio. Fortunatamente per te la buona parola della mia famiglia ti ha portato qui e dato il tuo stupido talento non credo che riusciremo a farti buttare fuori...in ogni caso ho finito di sprecare il mio tempo, ora che non sei più un tratto interessante la mia immagine ne uscirebbe solo sfigurata da una relazione con te-.
Annuii e mi alzai diretto verso il bagno.
-Non hai nulla da dire?-.
-No, in realtà no-.
-Ottimo. Oltre che per dirti questo sono venuta anche per comunicarti che sto uscendo con il tuo coinquilino- a queste parole Luke fece un segno.
-Mi dispiace per lui. Posso andare ora?-.
-Vado io, ho cose più importanti a cui pensare-.
-Immagino- borbottai sottovoce.
Lei sembrò non farci caso, si girò verso Luke, lo baciò e uscì dalla stanza, lasciandolo davanti alla porta con un sorrisetto da ebete.
-Ti stancherai presto, e poi sarà peggio per te-.I bagni ovviamente erano in comune, il che per me non era un problema, perché siccome tutti i ragazzi in qualche modo si vergognavano ad essere visti con me, appena arrivavo se ne andavano. Così successe anche quella mattina; un gruppetto del primo anno, come me, se ne andò appena misi piede in doccia.
Chiusi la tenda e mi appoggiai alla parete di fondo. Quel gesto mi faceva pensare di potermi allontanare mentalmente da tutti quanti. Mi misi le dita sulle tempie e chiusi gli occhi. Cercai di concentrarmi sull'acqua calda che mi scorreva lungo la schiena e sulle gocce che cadevano dai miei capelli.
Perché non andarmene da quel posto infernale? La risposta più ovvia era che in qualche modo mi dava una specie di futuro; fare musica era sempre stato il mio sogno e in quella situazione era l'unica cosa che mi consentiva di non pensare. In realtà non me ne andavo perché non avrei saputo cos'altro fare. Non avevo amici, i miei genitori non li sentivo da chissà quanto e tornare nella mia vecchia scuola era impensabile. Poi come ha detto Eric non sono in grado di affrontare le situazioni che la mia cazzo di vita mi presenta davanti. La mia vita di merda aveva ricominciato a schiacciarmi, sempre di più, finché non avrei avuto più spazio per muovermi e sarei diventato completamente un'ameba, in balia degli eventi.
Chiusi l'acqua e aprii la tenda. Il vapore accumulatosi all'interno si disperse nella stanza appannando ancora di più i vetri già pieni di condensa. Ripensai al piccolo Finn ingenuo che a 5 anni li riempiva di faccine storte disegnate con il dito. Quel pensiero mi fece sorridere e allo stesso tempo mi fece pensare a quanto fosse libera la mia mente a quel tempo. I pensieri brutti se ne andavano via con la stessa facilità con cui il vapore abbandonava la doccia.
Allungai una mano e afferrai il mio telo, mi asciugai leggermente i capelli e me lo avvolsi attorno alla vita. Ritornai in camera, o meglio ci provai. Il sorvegliante del nostro piano era appoggiato allo stipite della porta con sguardo severo mi guardò e mi fece segno col dito di raggiungerlo.
Fantastico cazzo.
-Wolfhard, ha intenzione di sistemarlo questo casino?-.
-Perché non lo chiede al mio coinquilino?- domandai buttando l'occhio oltre la sua spalla e guardando Luke compiacersi per avermi messo nuovamente nei guai.
-Perché il letto è il suo-.
-Ma l'acqua no-.
-Senta, sistemi subito o si ritroverà immediatamente in punizione per il resto del mese. Sono stato abbastanza chiaro?-.
Alzai gli occhi al cielo e provai a superarlo ma mi bloccò col braccio.
-Sono stato abbastanza chiaro?- ripeté a voce più alta.
-Cristallino- risposi.
Finalmente se ne andò e rientrai in camera, spintonando quel coglione che non tratteneva più le risate.
-Che cazzo ridi?- dissi buttando l'asciugamano sul letto.
-Non te ne va una dritta Wolfhard-.
-Pensa a scoparti quella zoccola e non rompermi il cazzo-.
Scosse la testa, alzò gli occhi al cielo e uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Sferrai un pugno contro l'anta dell'armadio e un po' di vernice si staccò cadendo poi sul pavimento.
Tolsi le lenzuola e aprii la finestra così che anche il materasso potesse asciugarsi un po'.
Mentre camminavo verso la lavanderia incrociai Andrew che rise prima di circondare con il braccio le spalle della ragazza che lo seguiva.
Che coglione, più vedevo quel ragazzo più mi stava sui nervi. Se non altro Luke sembrava idiota ma se voleva ci arrivava, Andrew non capiva un cazzo nemmeno per sbaglio.
Lo superai e portai le lenzuola in lavanderia; effettivamente si trattava solo di acqua ma la mia voglia di asciugarle col phon era pari a zero. Ero sicuro che Soph avrebbe riso vedendomi trascinare praticamente il mio letto per tutto l'istituto.
Ottimo, oltre che incazzato ora sono anche depresso.
-Wolfhard è la seconda volta questa settimana- disse la responsabile della lavanderia.
-Secondo lei mi diverto?-.
-Alla prossima dovrà asciugarsele da solo-.
-Sì, grazie-. Le lasciai le lenzuola e me ne andai.
Avevo esattamente 7 minuti prima di ricevere l'ennesimo ritardo in classe per colpa del mio caro coinquilino. Mi ero rotto i coglioni, se lo avesse fatto un'altra volta gli avrei pisciato sopra, alle sue cazzo di lenzuola.
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Unexpected lover 2 || Finn Wolfhard
Fanfic|| Seguito di "Unexpected lover" || Il brutto è quando ti accorgi che il tuo cuore è in frantumi e l'unica persona in grado di aggiustarlo é la stessa che lo ha distrutto.