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FINN

Entrai in classe sudato e col fiatone per aver appena corso dal dormitorio all'aula.
-C'è l'ho fatta, oggi quella puttana non mi metterà il ritardo- dissi fra me e me appoggiandomi alla cattedra per riprendermi. Vidi però Eric sbattersi una mano sulla fronte, mi immobilizzai mentre gli altri compagni sghignazzavano. Mi girai lentamente e vidi la professoressa di storia della musica a braccia conserte che mi fissava con sguardo glaciale.
-Mi sa che devo andare vero?- le domandai indicandole la porta.
-Bravo- mi rispose lei con un sorrisetto.
Uscii dalla stanza accompagnato dalle risate soffocate dei miei compagni e sotto lo sguardo disperato di Eric che probabilmente non sapeva più cosa fare con me.

Ormai ero finito talmente tante volte in presidenza che ci avevo fatto l'abitudine. Arrivato nella saletta precedente all'ufficio mi sedetti su una delle poltroncine ad aspettare. Quel posto sapeva di chewing-gum che alla lunga diventava nauseante.
-Ancora qui Wolfhard?- mi domandò la segretaria senza alzare lo sguardo da dei moduli che stava catalogando.
-Eh già-.
-Mi sembrava che fosse passato troppo tempo infatti dall'ultima volta che ti avevo visto-. Detto questo sbatté due volte la mano sulla porta affianco a lei.
-Il signor Wolfhard è di nuovo qui-.
-Fallo entrare-.
Mi alzai e entrai nell'ufficio del preside. Lo vidi seduto alla scrivania intento a firmare dei documenti. Alzò un secondo lo sguardo e mi fece cenno di accomodarmi sulla sedia di fronte a lui.
-Le ero mancato?- dissi mentre mi sedevo.
Lui non rispose, firmò altri due fogli e poi  si mise comodo sulla sedia per ascoltarmi.
-Cosa hai fatto ancora?- mi domandò esasperato.
-Ho dato della puttana alla prof di storia della musica-.
Lui scosse la testa.
-Per quale motivo?-.
-Perché lo è-.
-Wolfhard- mi ammonì.
-Non ci stavo pensando, avevo appena corso, ero stanco e mi è uscito-.
-Oggi non frequenterai le lezioni, andrai nel tuo dormitorio a studiare-.
-Ma dai è assurdo! Lei ha una vaga idea di quante volte venissero insultati i professori nella mia vecchia scuola?-.
-Questa, signor Wolfhard, è un'accademia. In cui tra l'altro lei è entrato sotto raccomandazione di John Sinclair-.
-Il padre di un'altra puttana- lo interruppi.
-Due giorni di punizione-.
-Ma!-.
-Niente repliche, e ora vada. Dopo le voci che ho sentito circolare sul suo conto è già tanto che la tengo ancora qui dentro-.
Mi alzai sbuffando e uscii sbattendo la porta. Quelle cazzo di voci mi stavano dietro come un'ombra. Sarebbe stato bello liberarsi almeno di quel pensiero. Nel mentre le lezioni erano finite, mi dovetti far largo tra le masse di studenti che mi indicavano sussurrandosi all'orecchio e ridacchiavano.
Entrai in camera e mi buttai sul letto, finalmente ero solo. Sentivo solamente i passi della gente fuori che rientrava a prendere i libri. Chiusi gli occhi e li strofinai con forza, cercando di far sparire i brutti ricordi; ovviamente fallendo come in tutto il resto della mia vita di merda. Dopo minuti sdraiato come un'ameba decisi di imparare quelle benedette variazioni. Presi la chitarra e iniziai ma proprio in quel momento entrò Eric.
-Ok rettifico, sei veramente un deficiente-.
-Cosa vuoi Eric?- gli chiesi spazientito posando la chitarra sul letto.
-Vorrei che la smettessi di essere così...-.
Alzai un sopracciglio per invitarlo a continuare.
-Così inutile. Ti lasci trascinare senza nemmeno provare a sistemare la situazione-.
-Mi spieghi cosa cazzo dovrei sistemare?!- sbottai lanciando la chitarra che per fortuna atterrò sul tappeto morbido -Il mio compagno di stanza è uno stronzo che non perde tempo a ricordarmi quanto io sia stato imbecille, in più si scopa quella puttana della mia ex, che credevo mi sarebbe finalmente stata alla larga, invece eccola di nuovo qui a rompere i coglioni. Per concludere in bellezza la ragazza che amo non vuole né vedermi né sentirmi-.
-Non farmi ripetere le stesse cose all'infinito, ne abbiamo parlato ieri cazzo-.
-Sei tu che me lo chiedi- e appoggiai la schiena al muro incrociando le gambe sul letto.
Eric si sedette affianco a me e continuò.
-Non ti ho domandato questo, volevo solo capire se avevi intenzione di fare qualcosa oppure no-.
-No Eric, basta-.
-Quindi molli?-.
-Sì-. Chiusi gli occhi.
-Lasci così?-.
Non risposi, silenzio assenso.
-Quindi mi vorresti dire che non ti interessa se lei si fidanza con qualcun altro?-.
Brutto stronzo, è bravo a far leva sulla mia gelosia.
-Non ti interessa se sabato sera starà con qualcuno che non sei tu?-.
Porca puttana.
-Chissà cosa potrebbe succedere. C'è tanto alcol alle feste-.
-Lei non beve-. L'unica cosa che dissi che mi uscì con un tono di voce carico di rabbia. Rimasi nella stessa posizione, sempre con gli occhi chiusi.
Eric non fece una piega e continuò.
-Con te non beveva, magari con lui sì. Il resto lo possiamo solo immaginare-.  Sottolineò il "te" con la voce.
Questo è troppo.
Mi alzai di scatto, quasi buttandolo per terra e andai a prendere il computer che avevo mollato sulla scrivania.
Eric mi guardava incuriosito e allo stesso tempo soddisfatto, stronzo.
-Beh, che fai?- mi chiese ironico.
-Non sono cazzi tuoi-.
-Uh! Bel posto la Florida per farsi una vacanza!- esclamò sempre con sarcasmo avvicinandosi.
-Se non stai zitto ti infilo il cazzo nella serratura-.
-Parti questo weekend? Non ho nulla da fare, i corsi li ho finiti stamattina, quasi quasi verrei anche io-.
-Non se ne parla nemmeno!-.
-Aggiungi un altro biglietto aereo che senza di me non combini una minchia-.
Seccato cliccai su due passeggeri.
-Bravo, ora prendi anche una stanza in albergo che non ho intenzione di dormire per strada- detto questo si alzò, prese la sua cartella e si diresse verso la porta.
-É sempre un piacere parlare con te Finn- mi fece l'occhiolino e se ne andò, ma non prima che potessi urlargli:- Vai a farti fottere!-.
Era fatta, me la sarei andata a riprendere. Tanto due giorni in più di punizione non avrebbero cambiato più di tanto la mia situazione. A pensarci meglio, considerando che stavo per scappare sarebbero state minimo due settimane di sospensione, ma detta in tutta onestà, non me ne fregava un cazzo.
Presi una camera per me e per quello stronzo manipolatore che nonostante tutto era l'unico che riusciva a farmi ragionare. In un certo senso ero felice che venisse con me, forse avrei fatto meno danni. O almeno ci speravo, questa sarebbe stata molto probabilmente l'ultima possibilità, e se per non so quale miracolo Soph avesse deciso di ascoltarmi, non mi sarei più potuto permettere altre cazzate. Posai il computer sul pavimento e mi stesi, ovviamente l'idea di imparare le variazioni non mi passava nemmeno più per l'anticamera del cervello.
E ora che cazzo faccio fino a sabato? Mi preparo un discorso, mi sembra la cosa più intelligente. No è stupido, io che mi scrivo cosa dire...
Mi sbattei una mano in faccia.
Sophie come cazzo mi hai ridotto...
Mi alzai di colpo a sedere. Fammi cancellare la cronologia.
Mi allungai per recuperare il computer.
Anni e anni fottuto ora non mi faccio fregare un'altra volta.
Considerando che Iris entrava in stanza per farsi Luke dovevo eliminare tutto. Non le avrei fatto trovare nemmeno una traccia di ciò che volevo fare. Stavolta sarebbe rimasta fuori dai cazzi miei. Giuro su Dio.

Unexpected lover 2 || Finn Wolfhard Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora