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FINN

In quel momento di tutto mi importava tranne che di pensare alle conseguenze di quello che stavo per fare. Credo che il mio presupposto di non sbagliare sarebbe andato a fanculo, come al solito rovino tutto quello che faccio; lei mi stava ascoltando e sembrava anche riflettere profondamente su ciò che le stavo dicendo, ma io non ce la facevo più, avevo bisogno di lei. Dovevo sentirla, toccarla ancora, percepire il suo respiro sulle mie labbra, così non ci pensai e agii d'istinto. Mi alzai velocemente, le andai incontro, le presi il viso facendola alzare e la baciai. Rimasi rigido aspettando un suo schiaffo ben piazzato in faccia e rimasi decisamente stupito quando non lo fece. Anzi Soph mi si avvicinò, spostando le mani sulle mie guance e intensificando il bacio. Il mio cuore stava già impazzendo, le spostai una mano dietro al collo e la portai ancora di più verso di me.
Dio quanto mi mancava.
Indietreggiai tornando sul letto e lei mi seguì venendo sopra di me. Nessuno dei due diceva niente, però ero sicuro che lei si stesse amaramente pentendo di quello che stava succedendo , egoisticamente in quel momento non mi importava. Anche io ero perfettamente consapevole di star facendo una grandissima cazzata ma il piacere che provavamo entrambi era talmente travolgente che spegneva tutti gli altri pensieri. Non sapendo se tutto questo sarebbe di nuovo successo mi sarei goduto il momento il più possibile.
Le strinsi i fianchi e la sentii sospirare sulle mie labbra. La guardai negli occhi, era così vicina a me che il mio cuore stava per esplodere. La ragazza più bella che io avessi mai visto, mi mandava fuori di testa. Ero attratto da lei come un tossico dalla droga; la strinsi sempre più forte perché lasciarla andare era come perdere uno dopo l'altro pezzi del mio cuore. Mai come in quel momento mi resi conto di cosa mi sarebbe successo se lei fosse sparita completamente dalla mia vita; quella parte di me che mi consente di respirare, che mi spinge ad alzarmi ogni mattina e a trovare un senso nelle cose l'avrebbe seguita e io probabilmente sarei diventato una scatola di cartone vuota, schiacciata dai rimpianti e dal dolore per una versione di me non più in grado di provare amore.
La passione si avvolgeva e si intrecciava intorno ai nostri corpi. Si posava sulla sua bocca, scendeva nell'incavo del suo collo e poi ancora più giù; la seguivo con le mie labbra percorrendo ogni centimetro, ogni fottuto centimetro di quella ragazza che era la mia perfezione. Più andavo avanti più mi sembrava di impazzire. Volevo fermarmi, lasciarla andare, dirle di non tornare mai più da me perché avrei solo continuato a farla soffrire. Mi allontanai e mi spostai da sotto di lei mettendomi a sedere con la testa fra le mani, evitando di guardarla negli occhi. Percepivo il suo sguardo pesare su di me, rimasi in silenzio sperando fosse Soph a parlare. Il suo respiro era ancora affannato, il cuore mi pulsava nel petto, lo sentivo scandire nelle orecchie il passare dei secondi.
Sospirò.
-Non ci pensare nemmeno-.
Alzai la testa e la fissai dubbioso.
-Non provare a dirmi di sparire dalla tua vita perché non mi meriti, perché mi faresti solo del male e bla bla bla. Sono puttanate-.
Non sapevo cosa risponderle.
-Non mi interessa cosa possano pensare gli altri delle mie decisioni, è la mia vita so io cosa devo fare-.
Detto questo alzò un sopracciglio e un angolo della sua bocca si sollevò con fare malizioso. La guardai sospettoso.
Si morse un labbro scendendo con lo sguardo fino ai miei pantaloni. Quel gesto mi fece eccitare più di quanto mi piaccia ammettere.
Poggiò una mano e facendola strisciare salì fino al mio collo. Venne verso di me e ritorno a baciarmi, cercai di resisterle ma fallii. Sospirai sulle sue labbra e lei sorrise leggermente. Si spostò sul mio collo, sentivo il sul respiro caldo su di me, strinsi forte le sue cosce tra le dita e le feci circondare con le sue gambe i miei fianchi. Le feci alzare il viso e ritornai a baciarla ma lei mi fermò e si allontanò.
-Soph cazzo...- dissi con voce roca.
Mi appoggiò un dito sulle labbra per farmi tacere e con la mano libera mi slacciò i jeans.
Continuando a mantenere i suoi occhi verdi puntati nei miei me li tolse insieme ai boxer, solo allora levò la mano dalla mia bocca per portarsi i capelli dietro le spalle.
-Stai zitto, adesso faccio io- mi sussurrò all'orecchio.
Il mio respiro si fece sempre più pesante e alzai gli occhi al cielo.
-Dio...-.
A quella mia esclamazione Soph alzò lo sguardo e lo puntò nel mio. Caddi fino ad appoggiare la schiena sulla testiera del letto mentre lei continuava.
Le poggiai una mano sulla testa, intrecciando le dita coi suoi capelli, finché non arrivai al culmine e aumentai la presa.
Lentamente il mio battito rallentò, lei si alzò e si mise a sedere guardandomi soddisfatta.
Sorrisi ancora pervaso dal piacere che mi aveva procurato.
-Wow...- le dissi sottovoce.
-Saranno passati mesi- continuò lei stendendosi vicino a me e appoggiando la testa sul mio petto - Ma sono ancora piena di sorprese-.
La circondai con un braccio per tenerla ancora più stretta, poi feci scivolare la mano fino alla sua coscia e portai la sua gamba su di me. Dopo poco sentii il suo respiro farsi più profondo. Si era addormentata. Erano le 2:15 e io non riuscivo a dormire, ero troppo occupato a guardarla, ad accarezzarla, anche solo per rendermi conto che stavo morendo di sonno. Per tutta la mia vita avevo creduto che legarmi troppo alle persone mi avrebbe solo portato a soffrire, quindi avevo sempre cercato di impedire che ciò accadesse, ma con Soph avevo capito che a rendere la mia vita perfetta erano quei piccoli attimi di felicità che mi regalava anche un suo solo sguardo. Lei era mia, e lo sarebbe stata per sempre, ora era mio compito farla sentire come se fosse l'unica ragazza al mondo, perché per il mio già lo era.

Unexpected lover 2 || Finn Wolfhard Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora