SOPHIE
-Soph oggi pomeriggio mia mamma mi obbliga a sistemare la camera, rimarresti ad aiutarmi?-.
-Sì, tanto ho già studiato ieri-.
-Grazie sei la mia salvezza!- esclamò Jess correndomi incontro e abbracciandomi.
-Cosa sono queste pubbliche manifestazioni di affetto?- chiese Mel facendo finta di vomitare.
-Quando la gente fa qualcosa di utile sono affettuosa-.
-Mi fa piacere essere "la gente"- continuai io ironica.
-Noi invece andiamo, io e Cam dobbiamo aiutare Jane e Mel in chimica- intervenne Tommy.
-Sarà un duro lavoro- disse Cam sospirando.
-Vaffanculo- conclusero in coro le due ragazze alzando il medio.Jess rise mentre chiudeva la porta dopo che i nostri amici se ne erano andati.
-Forza su, e non metterti a piangere quando la vedrai-.
-Non preoccuparti, sono abituata al tuo casino- e le feci l'occhiolino.-Ho detto che conosco il tuo disordine, ma questo mi sembra eccessivo- ripresi guardando la pila di vestiti accatastati sulla scrivania.
-Secondo te perché ti ho chiesto una mano?- ironizzò Jess.
I libri di scuola erano sparpagliati sul letto e sul pavimento, la piastra per i capelli lasciata sulla sedia e le lenzuola buttate in un angolo.
-Almeno hai fatto lo sforzo di toglierle dal letto- dissi indicandole.
-È stato già troppo faticoso-.
Cominciai a piegare le magliette e a rimetterle nell'armadio mentre Jess rimetteva i libri al loro posto sulla libreria.
-Allora- iniziò senza interrompere ciò che stava facendo -So che non ne vuoi parlare ma ora è troppo. Come mai non vuoi nemmeno sentire le sue spiegazioni?-.
Capii subito che stava parlando di Finn così abbassai lo sguardo.
-Non penso di riuscire a soffrire una terza volta Jess, non sono sicura che sia stato lui a filmare, ma forse ho più paura di credere che non l'abbia fatto, che di scoprirlo colpevole-.
-E perché?-.
-Perché dovrei fidarmi di nuovo di lui!- sbottai iniziando a piangere. Lei si avvicinò a me e mi mise un braccio sulla spalla.
-Ehi- continuò abbassando la voce -Non chiuderti di nuovo in una bolla Soph, parla, dimmi cosa ti succede-.
-Non mi succede nulla, solo...-.
Mi incitò con gli occhi a proseguire.
-Solo non penso più di riuscire a fidarmi delle persone ormai-.
-Ma se invece lui lo meritasse?-
-Non lo so!- e mi misi le mani nei capelli -Non credo però di poterlo guardare nello stesso modo ora, ho paura Jess, non so come fare-. Mi sedetti a terra e lei fece lo stesso.
-Ascoltami, in tutta onestà penso che se lui tenesse veramente a te non sarebbe sparito per mesi senza nemmeno una telefonata o un messaggio-.
-Magari pensa che non voglio più sentirlo-.
-Quando si è innamorati bisogna provare, lui forse lo è, ma se la sua vigliaccheria gli impedisce di affrontarti allora non ti merita-.
Jess probabilmente aveva ragione. Finn era scomparso e io continuavo a pensarci, ma se a lui non fregasse più nulla di me? Allora non ero così importante come invece diceva.
-Vai avanti, ti è successa una cosa molto, ma molto brutta, questo però non ti impedisce di riprendere in mano la tua vita e di ritrovare la serenità-.
Annuii tirando su col naso e mi asciugai le lacrime.
-Grazie Jess-. Non rispose e mi abbracciò.
Sorrisi e dopo qualche minuto di silenzio ricominciai a rimettere a posto i vestiti.Mentre tornavo a casa fui assalita da mille dubbi; se mi stavo sbagliando? Se Finn meritasse veramente di essere ascoltato? No, non lo avrei cercato, non ero io nel torto e quindi era giusto che lui venisse da me, non il contrario.
Aprii la porta di casa e vidi la tavola già apparecchiata e mia nonna che stava per servire la cena.
-Tempismo perfetto! Lavati le mani e vieni che é pronto-.Mangiare a casa di mia nonna era sempre fantastico...a parte quando non hai fame. Quel giorno però rimasi in silenzio per tutto il tempo, la mia testa era altrove e non sapevo cosa pensare.
-Tesoro stai bene?-.
Ci misi un po' a realizzare che mia mamma stava parlando con me.
-Eh, cosa?-.
-Non hai detto nulla oggi, di solito ci fai una testa tanta con tutto quello di cui parlate te e i tuoi amici- intervenne la nonna.
-Oh...non è successo nulla di particolare in realtà, abbiamo fatto chimica-.
-Sarà...comunque domani ti porto io a scuola, mi hanno dato un giorno di permesso al lavoro-.
In Florida dovevo prendere l'autobus tutte le mattine, non come a Los Angeles dove ci arrivavo a piedi, perché praticamente la scuola era attaccata a casa mia.
-Fantastico, quei dieci minuti in più di sonno mi renderanno una persona migliore- risposi ironica.Appena finii di cenare andai subito in camera. Mi era partito un gran mal di testa che mi impedì di prendere sonno, così presi un libro dalla libreria e iniziai a leggere. Rifugiarmi nel mondo di qualcun altro era sempre meglio che continuare a crucciarmi nel mio. Pian piano le palpebre iniziarono a calare e mi addormentai, trovando finalmente pace dal turbinio di pensieri che mi annebbiava la mente.
Mia mamma mi scaricò vicino a scuola, dove di solito mi incontravo con i miei amici.
Quel giorno era un gran freddo, mi strofinai le mani l'una contro l'altra e mi sistemai il berretto. Tommy invece, l'unico che era già arrivato, non mosse un muscolo, come se la temperatura non avesse effetto su di lui.
-Ehi- mi salutò venendomi incontro.
-Meno male che ci sei tu, almeno sei puntuale-.
-Lo so, cosa faresti senza di me?-.
-Sarei persa- e ci mettemmo entrambi a ridere.
A parte gli scherzi sarei stata persa veramente. Tommy era quella persona che indipendentemente da cosa fosse successo, sapevi che ti avrebbe dato il suo più sincero parere. Lo stesso valeva anche per gli altri miei amici ma lui era un po' la nostra ancora di salvezza, tutti la pensavamo così. Per qualsiasi tipo di problema, Tommy era il nostro psicologo preferito.
-Che cazzo di freddo!-.
-Mel mi mancavano i tuoi dolci saluti- le risposi.
-Non mi rompere le palle che già sono incazzata- continuò la ragazza sedendosi su una panchina.
-Cosa è successo?- intervenne Tommy, appunto lo psicologo.
-Quella cretina di Jessica mi chiama ieri chiedendomi di passarla a prendere stamattina, così non avrebbe fatto tardi un'altra volta e non si sarebbe beccata il terzo ritardo sul registro. Indovina un po'? Ho aspettato 15 cazzo di minuti fuori al freddo per poi ricevere una sua chiamata dove si scusava per essersi appena svegliata e dicendomi di andare da sola che poi lei ci avrebbe raggiunti. Quella ragazza la meno-.
-Non credo che dovresti...- Tommy cercò di calmarla ma lei ripartì.
-Mi sono alzata mezz'ora prima per aiutarla e secondo te dovrei lasciar perdere? Non se ne parla neanche!-.
-Mel, sempre bello sentirti di mattina- la salutò Cameron che era appena arrivato con Jane.
-Dai su forza andiamo, tanto Jess arriverà in ritardo- concluse Tommy mettendosi di fronte a Mel che già aveva fulminato con lo sguardo Cam.Mentre camminavamo verso la scuola nessuno proferì parola, tra chi era assonnato e chi incazzato tutti avevamo le nostre cose a cui pensare. A un tratto Tommy mi si avvicinò e mi prese un secondo in disparte.
-Soph sei strana, tutto ok?-.
-In realtà non tanto...posso venire da te oggi? Devo parlarti-.
-Certo, anche io ho un paio di cose che volevo dirti-.
-Sono cose brutte?-.
-No tranquilla, non preoccuparti-. Mi fece l'occhiolino e ripartimmo.Un secondo pomeriggio di chiacchiere e di psicanalisi dopo quello del giorno prima con Jess era tutto ciò di cui avevo bisogno. Forse dopo sarei riuscita finalmente a ripartire, a ricominciare da capo, magari anche a dimenticarlo. Una parte di me lo sperava, l'altra invece era consapevole del fatto che il ricordo di Finn era quello che avevo di più vicino alla felicità e mai me lo sarei lasciato sfuggire.
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Unexpected lover 2 || Finn Wolfhard
Fanfiction|| Seguito di "Unexpected lover" || Il brutto è quando ti accorgi che il tuo cuore è in frantumi e l'unica persona in grado di aggiustarlo é la stessa che lo ha distrutto.