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SOPHIE

La mia voglia di andare alla festa a casa di Michael era bassissima, così come le mie aspettative.
Stavo tornando da scuola, l'autobus come al solito era pieno e l'aria puzzava di sudore, appena scesa il freddo pungente mi fece subito diventare il naso rosso. Misi velocemente le mani in tasca per evitare di perdere la sensibilità nei pollici e cominciai a camminare verso casa. Avevo pensato a quello che mi aveva detto Tommy ed ero arrivata alla conclusione che ascoltare le sue spiegazioni sarebbe stata la cosa giusta da fare. Almeno mi sarei messa l'anima in pace. Continuavo ad aver paura di scoprire quello che era successo ma allo stesso tempo avevo ansia di risentire la sua voce dopo così tanto tempo. In più in un angolino della mia testa continuava a girare il pensiero che fosse lui a non volermi sentire, magari si era accorto di star meglio senza di me e aveva ricominciato a Londra insieme ad Iris.
Entrai in salotto e venni subito riscaldata dal termosifone. Seduta sul divano c'era mia mamma intenta a lavorare al computer su un nuovo articolo per il suo blog di cucina biologica. La sua fissazione per l'ambiente e per la salute penso non cambierà mai.
-Ciao tesoro! Com'è andata oggi a scuola?-.
-Normale- tagliai corto -I nonni?-.
-Sono al circolo, giocano a carte-.
-Ah ok-. Raccolsi lo zaino e andai in camera, avevo cose più urgenti da sbrigare.
-Vai già via?- mi urlò mia mamma.
-Si devo fare una cosa di scuola...molto importante- aggiunsi così non mi avrebbe fatto ulteriori domande.
Mi sedetti sul letto a gambe incrociate col telefono davanti e cominciai a fissarlo. Non sapevo se fosse il momento giusto, non ero sicura di farlo e non avevo la più pallida idea di che cosa dirgli.
Aprii la rubrica, cercai il suo contatto e lo sbloccai. Ciò che vidi mi stupì, non mi arrivò nessun messaggio, niente di niente. Non mi aveva mai cercata e questo non faceva che aggravare i miei sospetti. Nonostante tutto continuai nel mio intento e lo chiamai. Aspettai qualche secondo e poi si attivò subito la segreteria, aveva il telefono staccato. Pensai che in quel momento potesse essere a lezione ma conoscendolo non era il tipo da spegnere il telefono per ascoltare. Tuttavia cercai di convincermi, in realtà solo per non pensare che potesse avermi bloccata anche lui. Riprovai una seconda volta ma ancora niente così accantonai le mie speranze e andai a farmi la doccia e a prepararmi per la sera. Non andavo a una festa da quella a casa di Jacob e questo non fece che aumentare la mia ansia. Ricordai la felicità che provavo quel pomeriggio, con i miei amici l'ultimo giorno di scuola, ridevamo ed eravamo spensierati, non avrei mai immaginato che tutto sarebbe potuto finire quella stessa sera. Finalmente ho deciso di smettere di piangermi addosso e di chiudere questa situazione. Mi feci coraggio allo specchio, come sono solita a fare quando sono disperata e cominciai a sistemarmi i capelli. Avevo imparato a tenere molto a me, questa é una cosa positiva di tutto questo periodo. Non uscivo più con un casco di banane in testa e mi sapevo anche truccare decentemente, merito di Mel. Non che l'apparenza sia così importante ma essere a posto e in ordine mi faceva stare bene e aumentava anche il mio buon umore già abbastanza basso. Sapete quando non avete proprio voglia di fare una cosa e qualsiasi occasione è buona per perdere tempo? Come se ritardare l'inevitabile servisse a qualcosa...
Lentamente uscii dal bagno e andai verso l'armadio, lo aprii e mi sedetti sul letto a fissare con aria persa i vestiti appesi.
Cosa cazzo metto?
Decisi che avrei rispecchiato la mia non voglia di andare a quella festa con il mio abbigliamento. Presi un paio di jeans stretti e strappati con sopra un semplice top bianco. Come scarpe niente tacchi ovviamente, le mie vans sarebbero andate più che bene. Infilai tutto dentro uno zaino insieme ai trucchi e andai a casa di Jess, avevo voglia di rompere i coglioni a qualcuno e visto che Finn non rispondeva dovevo distrarmi in qualche modo, così non avrei pensato a lui tutto il pomeriggio. Ripassai nuovamente davanti a mia mamma che stavolta non si preoccupò più nemmeno di chiedermi dove stessi andando e uscii.
Jess mi aprì con l'accappatoio e un asciugamano sui capelli, tipico. Quando arrivano delle persone a casa sua non è mai pronta.
-Mi fa piacere vedere che sei già a buon punto- le dissi mentre lanciavo il mio zaino sul suo divano.
-Sei appena arrivata e già rompi il cazzo?- rispose chiudendo la porta e incrociando le braccia.
-Ovvio, sono venuta apposta-.
-Visto che sei qui mi fai la piastra che non ho voglia di farmela da sola?-.
-Se poi mi paghi volentieri- risposi scherzando prima di seguirla in bagno a prendere il necessario.

Per sistemare i suoi capelli impiegai una buona ora e mezza. E nel mentre arrivò pure Mel che iniziò a truccarsi.
-Facciamo un ritorno ai vecchi tempi e ordiniamo il sushi?- domandò cercando di non infilarsi l'eyeliner nell'occhio.
-Ma ovvio- concordammo io e Jess in coro.

Dopo poco ci raggiunse anche Jane. Il pomeriggio passato con loro tre mi rasserenò e non mi fece pensare a tutto il resto. Mangiammo tutte insieme e ci preparammo; provai la stessa sensazione di spensieratezza di quel famoso giorno, ma stavolta mi sentivo che non sarebbe andata poi così tanto male.

-Allora Mel- iniziò Jane mentre eravamo tutte sedute sul divano ad aspettare che i ragazzi venissero a prenderci - Quando ti decidi a farti Cam?-.
Lei rispose facendo finta di vomitare e rise.
-Ma per favore si vede lontano un miglio che ti piace- proseguii io.
-Ma stai zitta che in ambito amoroso non capisci un cazzo- disse Mel continuando a ridere.
-Non ha tutti i torti- concordò Jane.
Lanciai loro un cuscino e misi il broncio.
-Dai in fondo in fondo ti vogliamo bene-.
-No Jane, proprio no- conclusero Jess e Mel, e ridemmo tutte.

Suonarono alla porta.
Scattammo subito per andare ad aprire e trovammo Tommy e Cam pronti con la macchina per andare alla festa.
-Che fighi- si complimentò Jess.
-Modestamente- ironizzò Tommy.
-Dai salite che per una volta siamo puntuali- ci esortò Cam indicando la macchina.

Feci un respiro profondo e salii, cercai di continuare a pensare che sarebbe andato tutto bene ma il mio sesto senso non mi diceva più così. Non so se per ansia o altro ma ero terrorizzata.

Unexpected lover 2 || Finn Wolfhard Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora