Capitolo 14

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CHARLOTTE

Chiudo la porta in fretta mentre rimango immobile, guardando il teatrino messo in atto da Mason.

Mentre Liam rimane bloccato, con solo un asciugamano in vita e guarda il suo ormai nemico giurato, faccio un respiro profondo prima di rischiare uno scenata isterica.

<<Ma che problemi hai?>> chiedo con tono di voce alto, ma senza urlare. Sto trattenendo la rabbia con tutta me stessa, ma sembra che Liam non sia così propenso a mantenere la pace.

Tiene i pugni stretti lungo i fianchi e Mason fa lo stesso, mentre fissa le mani del suo avversario.

<<Ho saputo di questa pagliacciata e volevo vederla con i miei occhi.>> sbotta lui in risposta.

<<Ascolta Maddox...>> parte in quinta Liam, pronto ad attaccare, ma lo fermo subito prima che scoppi la terza guerra mondiale in questa camera d'hotel.

<<Forse è meglio se io e Mason parliamo da soli.>> parlo con il mio compagno di stanza.

Il suo sguardo di dissenso non lo nasconde neanche, ma lo ignoro e trascino Mason fuori dalla stanza.

<<Dove andiamo?>> domanda mentre chiamo l'ascensore.

<<In un posto tranquillo.>> rispondo senza neanche guardarlo.

Ho deciso di non far nessun reclamo al professor Stones e godermi questi due giorni dedicati sola alla biologia marina.

<<Grazie per avermi permesso di rimanere qui, ma penso di essere migliore di Jeremy.>> scherza Liam uscendo dal bagno con lo spazzolino in mano.

<<Direi di si, visto che almeno ti conosco.>>

Liam ride e torna in bagno a lavarsi i denti. Quando dopo qualche minuto torna in camera, mi trova ancora seduta sul mio letto a studiare qualche domanda da porre domani mattina al convegno.

<<Ascolta possiamo parlare di quello che è successo alla festa?>> chiedo finalmente. Sono ore che cerco di aprire il discorso, ma non ne ho avuto il coraggio. Liam non ha espresso parola sull'argomento, ma l'ultima volta siamo stati interrotti di Mason e non mi va di illudere Liam. Meglio chiudere la questione adesso, prima che si ingigantisca.

<<Tranquilla Charlotte, l'ho capito, siamo solo amici.>> fa lui alzando le mani in segno di resa e automaticamente mi sfugge un sospiro di sollievo.

Arrivato l'ascensore, interrompo i miei pensieri ed insieme entriamo mettendoci dietro la coppia che occupava già il piccolo spazio.

Sento lo sguardo di Mason addosso che mi brucia la pelle, ma continuo a fingere di non notarlo mentre l'ascensore ci accompagna al piano terra.

Quando arriviamo nella hall, non c'è molta gente, ma il desiderio di parlare con Mason in tranquillità, senza nessuno che ci circondi, è grande.

Superiamo l'angolo bar dopo due signori in giacca e cravatta bevono un espresso e seguiamo il cartello che indica l'uscita di emergenza.

Continuo a camminare, fino al lato opposto all'entrata, superando l'uscita antincendio. Attraversiamo un lungo corridoio, fino a quando non arriviamo davanti l'enorme porta di vetro che conduce al giardino e aprendola, la brezza primaverile mi invade le narici.

Niente è più bello di una giornata soleggiata, ma non troppo caldo.

Il giardino non è molto grande, ma la vista è piacevole. Un piccolo spazio verde, con qualche spruzzata di colore dovuto ai fiori sparsi a destra e a sinistra, mentre una piccola fontana al centro, è circondata da un paio di panchine.

I'm scared to love again 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora