Quella notte non fu proprio tranquilla come era sembrata all'inizio.
Mi ero alzata alle cinque del mattino per colpa di un incubo che riguardava l'uomo dai denti gialli della sera prima.
Sognavo cosa sarebbe potuto succedere se non mi fossi liberata e non avessi trovato Stiles.
Sarebbe stata la fine.
Mi asciugai le lacrime, dandomi dei pizzicotti sulle guance per cercare di riprendere un po' di colore, sparito con l'arrivo del sudore freddo e dei tremori.
Era da poco sorta l'alba, e riuscivo a vedere chiaramente ogni angolo della stanza di Stiles ora che non era illuminata solo dalla luce della luna.
Di fianco al letto c'era un armadio e proprio di fronte una scrivania con un computer spento e un paio di libri e fogli scarabocchiati.
Sorrisi, Stiles doveva essere uno di quei ragazzi che riuscivano a fare di tutto con il computer.
Mi alzai dal letto, e guardandomi allo specchio notai che ero completamente fradicia di sudore.
L'idea di farmi una doccia mi passò per un secondo nella mente, e cercai di scacciarla subito pensando ai rischi di essere nuda nel bagno di un estraneo.
Però da li a poco avrei iniziato a puzzare e non volevo che Stiles tenesse le distanze da me per il mio odore.
Iniziai a frugare dentro l'armadio del moro, trovando una maglia a maniche lunghe che mi arrivava a metà coscia e un paio di calzini.
Uscii dalla stanza, avvicinandomi alla prima porta che vidi, trovando una lavanderia.
Dietro alla seconda invece c'era un'altra stanza da letto, mentre dietro alla terza trovai finalmente il bagno.
Mi chiusi dentro, lasciando un piccolissimo spiraglio, cosicché vedendo la luce accesa e sentendo il rumore dell'acqua Stiles avrebbe capito che non doveva entrare.
Mi tolsi velocemente tutti i vestiti, li avrei lavati dopo, e poi mi infiali sotto la doccia, assaporando il calore dell'acqua sulla mia pelle.
Trovai shampoo, balsamo e doccia schiuma che dovevano essere di Stiles, dato che la sua pelle e i suoi capelli avevano lo stesso odore di menta e vaniglia.
Come facessi a saperlo, ancora era un mistero per me.
Lavai i lunghi capelli castani per due volte, così da togliere la terra e le foglie , e poi feci lo stesso con il resto del corpo.
Uscii dalla doccia, prendendo un asciugamano e avvolgendolo intorno al mio corpo, sorpassando sul pensiero che quel tessuto aveva probabilmente toccato il corpo nudo di Stiles iniziando ad asciugarmi.
Avevo appena iniziato una ricerca di un asciuga capelli quando la porta si spalancò di colpo a causa di uno Stiles mezzo addormentato e con addosso solo un paio di pantaloni della tuta.
Appena mi vide, coperta solo da un sottile tessuto bianco, il suo cuore iniziò a battere come un martello pneumatico.
"Madison?" Chiese, osservandomi dalla testa ai piedi "Che stai facendo?"
Alzai un sopracciglio, non era ovvio quello che stavo facendo?
Vidi dal suo sguardo che aveva capito, e arrossì di colpo.
"Scusa, pensavo che fossi mio padre."
Scossi le spalle, per fargli capire che era tutto a posto, anche se non lo era per niente.
Stiles cercava di guardare ovunque tranne che verso di me, al contrario della sottoscritta che lo osservava attentamente in ogni più piccolo particolare, ma non tanto per osservare il suo corpo, che tra l'altro era perfetto, quanto per capire come riuscivo a percepire quei più piccoli particolari che una persona normale non avrebbe mai recepito.
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She wolf {s.s.}
FanfictionUno sparo nel buio Un passato perso nello spazio E da dove inizio? Il passato e la caccia Vuoi andartene come un lupo, un predatore mi sento come un cervo nella notte /non segue gli eventi e le rappresentazioni caratteriali della serie/ La sto...