Sixteen

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STILES

Quando aprii gli occhi quel giorno, stranamente non svegliato dal suono stridulo della sveglia, mi accorsi di essere in un mare di sudore.

L'orologio appeso al muro segnava le sei di mattino e sulle vetrate delle finestre scendevano velocemente piccole goccioline di pioggia.

Mi alzai da letto, andando a vedere il panorama esterno.

Completamente grigio, in piena tempesta, quasi volesse rappresentare un brutto presagio in arrivo.

Afferrai la prima felpa a tiro, infilandomela.

Era ancora troppo presto per fare colazione, e non mi andava di rimanereseduto sul divano, così decisi di girovagare per casa senza una meta precisa, finendo per trovarmi davanti alla porta di camera mia.

Sapevo che dall'altra parte avrei trovato Madison ancora completamente addormentata, ma entrai comunque, senza nemmeno una precisa ragione.

La stanza era quasi totalmente buia, eccetto per uno spicchio di luce che penetrava dalla porta che avevo lasciato aperta.

Lei era lì, rannicchiata in un piccolo spazio del letto, coperta fino almento dal piumino pesante.

Non aveva un'espressione rilassata nemmeno mentre dormiva.

Mi sedetti al suo fianco, osservando per alcuni secondi il profilo delicato del viso.

Mi ero chiesto a volte che cosa sarebbe successo se non l'avessi salvata quella notte, a cosa le avrebbero fatto, al suo corpo dilaniato in mille pezzi.

Madison sembrava così innocente, come una bambina buttata a forza in una situazione molto più grande di lei.

Nessuno credeva che ce l'avrebbe fatta a superare tutto quello che il suo sangue le avrebbe causato, eppure aveva sempre dimostrato di aver coraggio, e di riuscire a reagire.

La ragazza si mosse leggermente nel sonno, portando con sé tutte le coperte che stringeva forte al petto.

Aveva paura, e io avrei solo voluto proteggerla da tutto quel male.

"Che ci fai tu qui?"

Sobbalzai, scattando con lo sguardo sulla porta, dove Jakob mi guardava in modo cagnesco stringendo con forza la maniglia.

"Niente di che."

Jakob non sembrava convinto dalle mie parole, e si avvicinò ulteriormente, osservandomi con gli occhi socchiusi.

Io distolsi lo sguardo da lui, ma continuavo a sentire il peso dei suoi occhi bruciare sulla mia pelle.

Provai a concentrarmi sul viso candido di Madison, ancora profondamente addormentato, ma la voce roca del ragazzo invase ancora i miei pensieri.

"Lei non sarà mai tua." Lo guardai e, per quanto avessi capito ciò che aveva detto, finsi il contrario.

"Non ho mai pensato una cosa del genere."

A Jakob scappò un sorriso ironico, e venne a sedersi al mio fianco, prendendo ad accarezzare i capelli della sorella.

Dal modo in cui la guardava si vedeva che, per lui, lei era tutto.

Tutto ciò che gli rimaneva, tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento al suo fianco.

"Vedo il modo in cui la guardi, penso che se ne siano accorti tutti, forse anche Maddie, ma è troppo insicura per pensare che tu possa provare questo genere di cose per una ragazza come lei."

Una ragazza come lei?

"Lei non ha niente di sbagliato, è perfetta così."

Jakob sorrise, approvava la mia risposta, e tornò a guardare il viso della sorella.

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