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Gran Palazzo dei Leoni, Vlag, anno 3505.

Il palazzo dei Leoni, fin dalla sua fondazione, la fortezza nonché residenza ufficiale del Re di Vlag e Imperatore dell’Est, presente sull’altura della Maestà e parte del punto più impenetrabile della città: La Cittadella. All’interno delle mura che difendono l’imponente residenza del sovrano, ventimila soldati esperti della Guardia Reale che lo proteggono e difendono tale fortezza, pronti a sparare dall’alto con moschetti di ultima generazione e cannoni che sostituiscono le bombarde, qualora le fasce più umili del popolo si fossero rivoltate contro il loro signore.

Verso il finire del 3504, la città di Vlag, capitale e simbolo del potere degli Alassandri, era stata teatro di numerose manifestazioni e dissidi contro alcune politiche imposte dal sovrano e, di conseguenza, il numero dei soldati della Guardia Reale era salito per proteggerlo. Codeste riforme riguardavano principalmente l’uso eccessivo del Tesoro nelle campagne militari, l’aumento delle tasse per finanziarle, ma soprattutto il perdurare di una guerra che sembrava interminabile. Da quando infatti, i Landtur avevano distrutto DrakarLant e si erano rifugiati sui Monti Kuzlan, la campagna di conquista nel Nord procedeva a rilento, dal momento che non si poteva usufruire della totalità dei soldati presenti nelle Terre dei Landtur. Da essere una guerra di breve durata, erano passati ben tre anni di guerra, inaccettabile per una potenza all’avanguardia come Vlag, anche perché era riuscita a sottomettere una esigua quantità di territori appartenenti alle altre tribù, e si era creata una forte situazione di stallo.

La situazione era divenuta inaccettabile e seria, così quel giorno, precisamente il ventiseiesimo del Mese dello Scorpione, Ivan aveva deciso di riunire l’Assemblea del Consiglio Militare fra alcuni dei Comandanti presenti nel Nord. Sull’uscio della Grande Porta della Sala del Concilio, la stessa che fino a dieci anni prima avrebbe dovuto ospitare i rappresentanti del popolo di Vlag, un uomo di media statura, capelli bruni come il cielo notturno senza stelle, corti come secondo il galateo impone ai nobili di portarli , e dal portamento arrogante ma non pomposo si stava avvicinando. Il Re di Vlag, Ivan Alassandro figlio di Re Sigismondo, guardò con i suoi occhi ambrati come l’oro ma dalle sfumature grigie per via della sua tramontante, crepuscolare giovinezza, i membri del concilio stesso riuniti attorno a lui, pronti per inchinarsi e baciar l’anello , e ad assecondare ogni sua richiesta…qualunque fosse.
Il Re e Imperatore si sedette a capotavola e, dopo aver pronunziato una blasfema e offensiva lode ai Divi e alla Grande Madre, ringraziandola ancora una volta di proteggerlo e di far perdurare il suo regno, rimase in silenzio per trenta secondi per poi espirare e romperlo con questa frase:

- Signori, Comandanti delle mie legioni nel Nord. Siamo ormai al terzo anno di guerra contro le ultime tribù barbare presenti presso le Montagne della Concordia, l’ultimo ostacolo verso i regni civilizzati in conflitto fra di loro e le nostre conquiste sono misere, anzi direi ridicole in confronto ai successi ottenuti in passato. Perché voi stolti esitate ad avanzare? E’ così difficile per voi occuparvi di una manciata di ribelli che si nascondono sulle Kuzlan?                                                              
Il Re aveva esposto quel quesito con aria arrogante e infastidita, come se volesse sfottere i suoi stessi comandanti, incapaci di seguire le sue direttive. Uno di essi, si alzò in piedi e, dopo aver atteso il permesso di parlare da parte del sovrano, rispose - Maestà, da quando quella schiera di prigionieri distrusse DrakarLant, con la disgraziata morte del prefetto Aureliano, i Sacerdoti hanno deciso di concentrare le forze locali per stroncare la rivolta. Per tre volte furono mandate alle Kuzlan legioni di soldati, e per tre volte fu tutto vano. Le montagne sono impenetrabili e il numero dei rivoltosi è aumentato; la notizia della distruzione di Drakarlant raggiunse le città al di fuori della  provincia e così alcuni schiavi son riusciti a fuggir per unirsi ai barbari. I Sacerdoti hanno deciso di consegnarvi solo una piccola parte dei soldati  per la vostra campagna, il resto è rimasto lì per fronteggiar il nemico interno.

KATHRINA: Nascita di una leggenda #Wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora