II.

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Era il nono giorno del mese del Drago(13) quando le tenebre cominciarono a vedere per la prima volta, dopo novant'anni di buio, un piccolo raggio di sole nel Corno dei Monti. Quella grande penisola affacciata sull'Oceano Ghiacciato, a causa dei nuovi emendamenti approvati da Ivan in persona, era stata divisa in varie provincie con a capo l'autorità più potente dopo quella del Gran Re di Vlag, l'Autorità Spirituale Massima o il Gran Sacerdote, che a quei tempi era Sua Eccellenza Oreste II di Ruth.

La Casta Sacerdotale di Vlag aveva più poteri rispetto a qualsiasi altra di qualunque paese, poteva infatti avere domini oltre confine, governare, sostituire il re, avere degli schiavi e amanti e perfino sposarsi. Tutto ciò perché Ivan,"estremamente devoto ai Divi", graziava la casta dal suo potere assoluto poiché pensava che il suo regno fosse stato consacrato dalla Grande Madre in persona e dai suoi figli. Per ingraziarseli e far sì che non contrastassero la sua scalata al potere, Ivan donò loro proprio quella zona delle Terre dei Landtur, il Corno Montuoso.
Da dieci anni, quei cani che si dichiaravano "fedeli servi dei Divi" e che pronunziavano le peggiori blasfemie per giustificare i loro loschi operati, governavano per conto del Blasfemo(14) e delle sue ambizioni. Anzi, erano loro che, per suo conto, amministravano tramite i prefetti e le caste militari a loro fedeli le provincie del Corno.

I Landtur, in quanto nativi e in quanto "barbari", vennero presto allontanati dai loro villaggi, che poi vennero bruciati per costruire nuove città per i futuri residenti: i coloni e i loro discendenti. Agli sfollati, prima del regno di Ivan, era data una scelta: o "civilizzarsi" e diventare parte dell'Impero di Vlag o la morte. Con Ivan al potere, il processo di distruzione delle comunità Landtur si accelerò. Dalla caccia all'uomo e alle esecuzioni sommarie sui monti, si adottò un nuovo sistema: l'Isolamento e lo sfruttamento.

Nelle zone più remote, lontane o isolate delle provincie, i Sacerdoti edificarono su richiesta dell'Imperatore le famigerate colonie penali o, come venivano chiamati, Lant(15). Insediamenti o prigioni ove venivano raccolti i nativi, di solito sparsi nei pressi delle montagne o in passi isolati vicino a un fiume, inclini al sovraffollamento e destinati alla schiavitù. I maggiori e più terribili si trovavano nelle provincie occidentali, presidiati da manipoli di soldati addetti alla guardia, stanziati direttamente dal Prefetto.

Anche DrakarLant era uno di questi. Era la colonia penale più grande della Provincia di Drakarnlorn ed era quella più settentrionale del Corno, posto in un passo sperduto fra i Monti del Silenzio, nei pressi di un piccolo fiumiciattolo che era in realtà un affluente del Rio dei Martiri, nelle vicinanze di alcune miniere di oro e ferro. Il modo più facile per arrivarci era attraversare quel piccolo fiumiciattolo che attraversava quella strada di montagna presidiato dalle guardie corazzate, armate di spada affilata, archibugi sulle spalle e scudo quadrato. Nessuno però osava avvicinarsi laggiù, le città principali o gli insediamenti coloniali più importanti si trovavano verso la costa, anche perché non tutti i Landtur si erano ancora arresi a Vlag. Il passo era abbastanza largo da far passar un pascolo di otto montoni alla volta, in effetti anticamente era un passo proprio usato dai pastori Landtur per portare il loro gregge ad abbeverarsi e a brucare quel poco di erba, scavando con il muso nella fredda e candida neve. Percorrendolo, un civile avrebbe raggiunto il Lant andando fino in fondo, e la prima cosa che avrebbe visto, a parte le guardie numerose, sarebbe stata un'enorme porta in ferro che, collegata a una catena, si abbassava e si alzava, assieme alle mura dagli enormi torrioni circolari in cui erano posizionate le bombarde .

Entrando dentro, egli avrebbe per prima cosa visto l'anticamera di quell'inferno: La città dei Padroni. Incredibilmente, c'era chi, o perché imparentato con un soldato o con un prefetto militare o un guardiano, si trasferiva in quella zona; infatti quelle belle dimore arredate con i vessilli di Vlag, il leone, l'aquila, la corona e la spada e l'alloro, erano destinate ai soldati e alle loro famiglie. Si potevano vedere donne vestite con gli abiti più belli e i gioielli più rari e i loro domestici lavorare per imbandire le loro tavole o raccogliere l'acqua dal fiumiciattolo. Ebbene, anche questo che apparentemente potesse sembrare un elemento di disturbo, in verità era parte del piano di Ivan. Egli voleva da un lato far sì che i barbari, vedendo quello sfarzo, pensassero che la loro nuova vita non sarebbe stata così dura e dunque li illudeva, dall'altro lato, desiderava che almeno una volta sola nella vita guardassero i loro nuovi padroni mentre si riversavano nel centro della "città" per sbeffeggiarli, umiliarli, svestirli della loro dignità di essere umani, prima di attraversare la Seconda Porta, completamente in legno e senza più alcun foro per poter osservare quel bel paradiso una volta oltrepassata. Le porte significavano la fine della Libertà e che il mondo che avevano sempre visto e ricordato si sarebbe chiuso per sempre, quello oltrepassato le porte, il vero Lant era il loro nuovo mondo.

KATHRINA: Nascita di una leggenda #Wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora