VII

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Kathrina, pur riuscendo a sostenere il quotidiano ritmo di lavoro, aveva raggiunto il limite di sopportazione. I suoi pensieri erano cupi e l’animale ribelle e vendicativo racchiuso in lei si stava risvegliando, per di più il fatto che Lusij le avesse disubbidito e si fosse esposta per vedere cosa ci fosse al di fuori del blocco, era stato un duro colpo per lei. Lusij aveva visto ciò che non doveva assolutamente vedere, tutta la fatica che aveva fatto per proteggerla, pur anche mentendo, non era servita a niente e ora sapeva che non ci sarebbe stato più modo per darle un po’ di pace; Kathrina sentì su di se il peso del suo fallimento come un pugno al suo orgoglio e, per la prima volta nella sua vita, provò una sensazione di rancore e odio verso la sua piccola amica…in quanto la riteneva responsabile del suo fallimento.

La sera infatti, dopo che Rihon le ebbe portato la brodaglia, dicendo alle guardie che avrebbe voluto mangiare da sola, Kathrina aspettò che lui uscisse nuovamente dal blocco per entrarvi e vedere se ci fosse già qualcuno dentro, dopodiché salì al secondo piano, salì sul suo letto in legno, trovò l’apertura ed entrò dentro la soffitta.

Lusij era rimasta lì, nell’angolino della soffitta e non aveva mangiato ancora. Era accovacciata su sé stessa, chiusa a riccio, con la testa fra le sue piccole gambe e il sacco di patate addosso come una coperta. Ognuno si sarebbe impietosito vedendo soprattutto le sue guance: erano umide e i suoi occhi lucidi, come se avesse pianto a lungo.
La piccola bambina rivolse il suo sguardo alla sagoma di fronte a lei, molto vicina alla fessura del tetto che faceva da finestra e si spaventò moltissimo…sapendo già quello che stava per accaderle. Lo sguardo di Kathrina diceva tutto; aveva i denti digrignati, stretti e il respiro accelerato, gli occhi furenti e feroci come quelli di un animale come se stesse per divulgare ai venti la frustrazione, il rancore e l’ira e i pugni chiusi.

Lusij aveva visto poche volte Kathrina in quello stato ma quelle poche volte erano bastate per comprendere anzi intuire come potesse reagire lei quando era furiosa o quando le disubbidiva…ma mai aveva visto la sua compagna in quel modo.
Kathrina si avvicinò a lei in modo rapido e con passo deciso, Lusij allora si chiuse ancora di più e, con la sua vocina impastata nel pianto e nella paura, mormorò - No, ti scongiuro. Abbi pietà…
Ma lei non si impietosì per niente. Per prima cosa, con le sue mani, un pò più grandi, le tirò i capelli facendola gridare e scoprire, per poi tirarle un calcio alla gamba sinistra e infine le dette tre schiaffi sulle guance. Kathrina piangeva mentre faceva quelle cose.
- Idiota, stupida - le disse ringhiando - Perché mi hai disubbidito? Perché sei uscita da qui? Quale parte del mio ordine non avevi capito, lurido verme? Quale?
Per la rabbia, Kathrina le dette un pugno sul braccio mentre Lusij le gridava - Scusami, non lo sapevo io…
- Tutta la fatica che ho fatto per aiutarti, per non mostrarti come noi siamo costretti a vivere è andata sprecata…PER COLPA TUA!
- Io non ti ho vista arrivare quando sei andata via…
Kathrina non la ascoltò, tentò di colpirla ma lei riuscì a evitare il pugno e a scappare ma lei la raggiunse e la spinse a terra - Sei un'idiota. Ti ho sempre detto che non devi preoccuparti per nessuno, questo non è un luogo dove qualcuno si preoccupa per un altro e non ho bisogno del conforto di nessuno. Se vuoi vivere qua dentro, purtroppo, la fiducia e l’amicizia devi dimenticarli, quante volte te l’ho dovuto dire, perché non mi ascolti? Perché non capisci niente di ciò che dico?
Kathrina, pur essendo orgogliosa e tentasse di mostrare non curanza, in realtà si stupiva quando Lusij si preoccupava di lei o anche Rihon e Atariel, perché le faceva capire che anche in quell’inferno vi era ancora un residuo di umanità, soltanto che in quel luogo questa qualità non era affatto un vantaggio, anzi era vista come una mancanza di forza, un sentimentalismo inopportuno che non fortificava il detenuto e lo rendeva debole sia per chi mostrasse tale sentimento sia per chi lo ricevesse. Lei non aveva mai avuto dubbi sull’affetto che Lusij provasse per lei e lei, nonostante quella scorza dura, ricambiava ma voleva allo stesso tempo che lei imparasse a vivere in quella orrenda realtà per questo preferiva amarla ma con distacco.

- Mi dispiace - mormorò Lusij, cercando di trattenere il dolore - Io avevo paura di non rivederti più, come posso non preoccuparmi per te? Perché mi tratti così?
Kathrina perse la calma, alzò il pugno al cielo e si preparò a colpirla e Lusij si coprì gli occhi con le braccia per non guardare cosa le stesse per fare…ma poi lei improvvisamente si fermò e riabbassò il braccio, cercando di recuperare il senno. Con indifferenza e voltandole le spalle, chiese - Cosa hai visto?
Lusij, tremando e pensando a perché si fosse all’improvviso fermata, le rispose - Uomini strani che non avevano volto ma con corpi scintillanti al sole e strane braccia di metallo che picchiavano altri uomini, solo che questi erano vestiti come te, anche loro erano neri in faccia e camminavano con le schiene curve.
Lei non aveva mai visto l’armamento di un soldato ovviamente, pertanto non conosceva né cosa fosse una corazza né una spada, seppur avesse sentito questo nome nelle tante storie che Kathrina e Rihon le avevano raccontato e le corazze di questi soldati erano spesse e le poche fessure sugli occhi paressero neanche scorgere il colore delle loro iridi. Non c’è neanche bisogno di dire che gli uomini che venivano picchiati erano detenuti addetti al lavoro nelle miniere, il nero sui loro volti era l’aria putrida malsana interna che si posava lì e…nei polmoni.
Kathrina, dopo qualche secondo di silenzio, chiese - Cos’altro hai visto?
- Ecco io…
- Parla - disse con tono più forte - Cos’altro hai visto? Ho visto Hugo nasconderti fra le rocce nei pressi della Grande Grotta(32), cos’altro hai visto?
Con voce tremolante e indecisa, Lusij rispose - Ho visto quegli uomini vestiti come te trasportare dei piccoli carri dentro quella grotta.
- E cosa c’era sopra quei carri?
Lusij non volle rispondere, aveva paura di farlo, ma Kathrina alzò la voce e gridò - Rispondi alla mia domanda, Lusij. Cosa c’era sopra quei carri?
Lusij, spaventata dalla voce possente di Kathrina, rispose in modo spedito - Uomini e donne nudi, ma erano bianchi come la neve e non si muovevano, come fossero di cera. Erano spaventosi e senz’anima…
- Erano morti.
Una bambina che non aveva mai visto quella realtà non sapeva nemmeno cosa fosse la morte, ogni volta che Lusij non vedeva più uno dei detenuti del secondo piano, Kathrina e Rihon le mentivano dicendo che era partito per andare in un luogo lontano e che non sapevano dove. Ora lei lo sapeva.
Kathrina, con il rancore fra i denti, le rivelò tutto ciò che doveva sapere - Se io ti ho impedito di uscire è perché tu non sopravvivresti a tutto ciò che c’è là fuori. Quello che hai visto è tutto ciò che io e la mia gente dobbiamo subire ogni giorno e probabilmente arriverà anche il mio turno, non so come, non so quando ma arriverà quel momento. Siccome siamo diversi da loro noi dobbiamo servirli a vita, chiusi in questa prigione.
Kathrina batté il pugno su un asse, creandosi un livido ma non le fece tano male quanto ciò che provava dentro.
- Kathrina, mi dispiace. Io…
- Le tue scuse non hanno alcuna importanza, mi hai disubbidito e tutto ciò che ho fatto per proteggerti non è servito a niente…ho fallito. Se vuoi uscire un’altra volta fallo pure, ma sappi che stavolta sei stata fortunata perché Hugo ti ha vista. La prossima volta non avrai la stessa fortuna, ricordatelo.
Dopo aver detto questo parole, Kathrina trovò la fessura che collegava la soffitta al secondo piano e, prima di scendere, disse - Per un po’ non verrò a farti visita, verrà Rihon a portarti la cena e non venirmi a chiamare, ho bisogno di pensare un pò per conto mio. A proposito, mangia. Non ti conviene restare a digiuno.





















32) Ovvero la Miniera, i Landtur la identificano così.

KATHRINA: Nascita di una leggenda #Wattys2021Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora