Capitolo 11

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Una giornata quasi perfetta

Casey si rigira l'iPhone tra le mani. Fino a quel momento era stata una giornata quasi perfetta: la vittoria nei cento metri, le congratulazioni ricevute, il pranzo insieme a Izzie e al resto della squadra. Persino la telefonata ricevuta da Elsa era stata una sorpresa piacevole. Si potevano dire un sacco di cose su Elsa, ma non si poteva negare che i suoi figli fossero sempre al primo posto per lei. Casey aveva sempre pensato di essere un gradino sotto Sam, nella scala delle preferenze e delle preoccupazioni di sua madre, ma era sicura che Elsa subito dopo la sua partenza avrebbe impostato il doppio fuso orario sul telefono per sapere in ogni momento che ora fosse a Los Angeles, pronta a inviarle messaggi del buongiorno e della buonanotte e a chiamarla se c'era qualcosa di importante di cui parlare, come per esempio, in quell'occasione, il risultato di una gara in cui Casey era tra le favorite.

"Bravissima! Ho anche indossato la maglietta della Clayton apposta! Sapevo che avevi la gara oggi!" le aveva detto, tra le urla di gioia, una volta appresa la notizia della sua vittoria. Casey si era lasciata scappare un sorriso.

"Grazie mamma. Sam e papà stanno bene?"

"Sam è presissimo con un progetto. Gli hanno chiesto di contribuire alla realizzazione di un manifesto per un evento della Denton. Ha detto di sì perché disegnare questo poster gli permette di guadagnare crediti per uno dei suoi esami di arte, ma è un lavoro di gruppo e non conosce bene gli altri partecipanti. Quindi, sai com'è per lui... - Casey annuisce e sorride tra sé, ricordando il primo incontro tra Sam e il suo compagno di stanza in dormitorio alla Denton – Invece papà molto bene. Si è preso un giorno libero questa settimana per venirti a prendere all'aeroporto. Deve accompagnare anche Izzie?"

"Sì, se non gli dispiace".

"Lo sai che non c'è problema. A proposito, come sta? Mi avevi scritto del suo ginocchio..."

A Casey faceva tenerezza sentire sua madre preoccuparsi per Izzie, anche se non aveva potuto fare a meno di accorgersi che l'interesse di Elsa verso Izzie si era improvvisamente attivato dopo che le aveva scoperte sul punto di baciarsi in camera sua.

Allontanandosi di qualche passo dalle altre, che stavano mangiando poco lontano, aveva detto a bassa voce: "Non bene. Ti ricordi quando mi sono infortunata qualche anno fa? Penso che sia una cosa del genere. Non so quanto dovrà stare ferma, glielo diranno quando torniamo a casa".

Elsa si era detta dispiaciuta, e poi si erano salutate con la promessa da parte di Elsa di cucinare il piatto preferito di Casey per il giorno del suo rientro.

"Vuoi dire a Izzie di fermarsi a pranzo da noi? Può venire a casa quando papà vi viene a prendere. Poi le diamo un passaggio per tornare a casa sua dopo pranzo". 

"Perché no, ottima idea!" aveva risposto Casey, prima di salutare sua madre.

Ora ripensare a quella risposta, dopo quello che era successo, le faceva strano. Come sarebbe stato avere Izzie a pranzo con i suoi genitori, adesso che le cose tra di loro avevano oltrepassato la linea fino ad allora rimasta invisibile? Elsa avrebbe apparecchiato per Izzie dove solitamente apparecchiava per Evan, quando era lui a fermarsi a cena? Più tardi quello stesso pomeriggio, Casey avrebbe dovuto uscire in macchina, accompagnare Izzie, e dirigersi poi verso casa di Evan, con la morte nel cuore, per dirgli la verità a quattr'occhi?

Le sembrava di avere davanti a sé una montagna insormontabile, ma nel frattempo era ora di smettere di cliccare a caso le icone di tutte le app di messaggistica possibili e perdere tempo lasciando scorrere ancora una canzone della sua playlist preferita su Spotify. Aveva promesso che avrebbe chiamato Evan ed era il momento di farlo.

Late in L.A. • Casey & Izzie StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora