Capitolo 7

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Mancano poche ore alla gara (II)

Mancano poche ore alla gara, Izzie si sveglia sentendo oscillare la struttura del letto a castello. Casey sta scendendo dal letto in alto e si dirige poi verso il bagno senza guardarla. Penelope e Quinn si stanno preparando, anche se oggi non tocca a loro correre. C'è la gara dei duecento metri, solo Izzie e Casey sono selezionate per correrla. Su quella distanza, solitamente è Casey a dare il meglio. Izzie si aspetta che vinca. Infastidita dalla luce e ancora un po' assonnata, si gira verso il muro tirandosi il lenzuolo fin sotto al collo.

"Izzie, dai, sveglia – le dice Penelope. – Inizia a prepararti, la gara è alle undici. Sono già le otto e mezza".

"Non fa niente, tanto vincerà Newton..." mormora Izzie, senza riemergere dalle lenzuola.

"Certo che se cominciamo così... - risponde Penelope. E poi, sfiorandole una spalla per costringerla a girarsi – Come va il ginocchio? Sei sicura che te la senti di correre?".

"Non mi fa più male. Non ho mai pensato di non correre".

Quinn si avvicina e si siede ai piedi del suo letto. Izzie non riesce a capire perché quelle due si mostrino così premurose nei suoi confronti. Se è per il ginocchio, sicuramente non ce n'è bisogno. Se è per altro, allora è il momento di preoccuparsi. Izzie aveva fatto finta di nulla la sera precedente, ma era chiaro che Penelope e Quinn si fossero accorte che stava per succedere qualcosa tra lei e Casey, e questo la metteva a disagio. Le sue compagne di squadra erano sicuramente le persone che conosceva meglio alla Clayton, prima dell'arrivo di Casey, ma sebbene in alcune occasioni si fossero dimostrate pronte ad aiutarla, lei aveva da tempo tracciato una linea immaginaria che non le avrebbe mai fatte passare da compagne di squadra ad amiche. Non si era mai sentita a proprio agio all'idea di raccontare a Penelope e Quinn la verità sulla sua famiglia, ed era ancor meno pronta a parlare con loro di ciò che stava succedendo tra lei e Casey. Il sospetto che lo stessero già capendo da sole, però, aleggiava nell'aria, soprattutto da quando le ragazze erano arrivate tutte insieme a Los Angeles ed erano sottoposte a una convivenza forzata.

Cercando di non pensarci, Izzie si alza e inizia a prepararsi. Casey rientra dal bagno e la saluta distrattamente prima di cercare il cellulare e finalmente rispondere ai messaggi di Evan della sera precedente.

"Bel modo di cercare la concentrazione prima della gara, Newton", dice Izzie, che aveva iniziato ad adottare una disciplina militare riguardo alle gare e riteneva che il cellulare rappresentasse una distrazione da evitare a poche ore da una competizione.

Casey la guarda alzando un sopracciglio. "Forse perché tu non hai nessuno a cui scrivere", pensa. Ma si trattiene dal dirlo, sapendo che così facendo ferirebbe Izzie in un modo crudele e non necessario.

"Pronta per vincere oggi?" dice Izzie in tono di sfida, in realtà per nascondere la propria rassegnazione.

"In verità non ho dormito molto bene e non mi sento per nulla in forma".

"Eri in ansia per la gara? – la incalza Izzie. - Non serve, nei duecento sei comunque la migliore".

Così dicendo, Izzie si carica il borsone su una spalla ed esce dalla stanza, diretta verso la pista, dove sa che l'allenatrice la aspetta per un ultimo controllo al ginocchio prima della gara. Attraversando a piedi il campus, non riesce a fare a meno di pensare alla discussione che è appena avvenuta: Casey non ha perso il sonno per la gara di atletica, è poco ma sicuro. Per quanto ci tenga alla corsa, non è il tipo da non dormire per questo. Anzi, si era sempre vantata di come riuscisse a dormire tranquillamente anche durante la stagione delle gare e di come arrivare ai blocchi di partenza serena e riposata fosse per lei un elemento chiave per ottenere un buon tempo. Izzie crede di sapere perché Casey ha perso il sonno, e sa anche che la risposta che le ha dato è stata appropriata anche se in teoria stavano parlando della gara dei duecento metri. Anche in quello che sta succedendo tra loro, lei è la più vulnerabile e Casey ha il coltello dalla parte del manico. Con questa mesta consapevolezza, arriva sul luogo della gara, fa un cenno di saluto all'allenatrice e lascia cadere il borsone su una panca in spogliatoio.

Late in L.A. • Casey & Izzie StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora