Capitolo 3

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Ghiaccio

Arrivate in camera, Izzie prende una busta di plastica dallo zaino e la porge a Casey lasciandosi cadere sul letto. "Me la riempi di ghiaccio?" dice.

Casey esce in corridoio e si avvia verso il distributore dell'acqua, che fa anche da dispenser per i cubetti di ghiaccio. Nel corridoio incrocia una coppia che sta andando alla festa, camminano in fretta e sorridono entusiasti. I due la sorpassano passando alle sue spalle, Casey preme il bottone sulla macchinetta e rumorosamente una quindicina di cubetti di ghiaccio cadono nel cestello di acciaio. Casey li prende e li infila nella busta di plastica, arrotolandone poi l'apertura. Con le mani gelate, si siede sul letto accanto a Izzie, porgendole la busta.

"Aspetta – dice Izzie alzandosi dal letto – mi cambio, prima".

Casey tira fuori il cellulare e finge di guardare lo schermo, ma con la coda dell'occhio vede Izzie accanto al divano sfilarsi la gonna e il top arancione e indossare frettolosamente un paio di shorts e la canottiera con cui stava dormendo la sera precedente.

"Newton! – esclama Izzie riposando lo sguardo su di lei – Non appoggiare la busta col ghiaccio sul mio letto! Sennò poi non asciugherà mai!"

"Merda, scusami!" risponde Casey riprendendo in mano il sacchetto di plastica pieno di cubetti.

Izzie le fa cenno di andare a sedersi sul balcone e si avvia verso la finestra zoppicando leggermente. Casey spegne la luce in camera e la segue. Illuminato solo dalla luce di un lampione, il balcone si affaccia su una zona silenziosa del giardino del campus. Si intravedono striscioni inneggianti alla squadra di football locale, erba curata e le alte palme tipiche della California.

Casey trascina il tavolino basso davanti alla sedia di Izzie e le fa cenno di appoggiare le gambe. Izzie allunga la gamba con il ginocchio dolorante sul tavolino e Casey le passa il sacchetto col ghiaccio. Izzie avvicina una mano per prenderlo, sfiorando quella di Casey, ormai diventata insensibile a causa del freddo.

"Non ti ho mai fatto i complimenti per la gara" dice Izzie continuando a guardarsi il ginocchio.

"Modestamente... - Casey sorride con aria sorniona – Anche tu hai fatto un bel recupero, comunque. Se fosse stato per Quinn e Penelope...".

"Lasciamo stare. Ieri sera ci hanno dato dentro con la vodka, e questo è il risultato".

"Ma non sono andate a letto troppo tardi. Quando sono tornata in camera dormivate tutte".

Izzie annuisce col capo ma resta silenziosa.

"Ma cos'hai fatto al ginocchio?" riprende Casey.

"Niente, è solo un fastidio, ho forzato troppo" risponde Izzie.

"Corri ugualmente domani?"

"Sì. Corro ugualmente."

"Sicura? Quando ero alla Newton una volta ho avuto un fastidio sulla parte un po' esterna del ginocchio dopo una gara, e ho continuato gli allenamenti nei giorni successivi. Alla fine, mi sono infortunata, tendine infiammato. Ho dovuto stare ferma per due mesi. Quando ho fatto la visita dove mi hanno diagnosticato l'infortunio al tendine, mi hanno detto che continuando a correre avevo peggiorato la situazione".

"Non preoccuparti" – dice Izzie, guardando il giardino davanti a sé.

"Guardami – la richiama Casey, poggiandole una mano sul braccio per farla voltare. – Lo dico seriamente. Se esageri e ti infortuni, rischi di non poter più correre per un bel po' di settimane quando torneremo a casa".

"Se basta a farsi prendere alla UCLA, può comunque valerne la pena" risponde Izzie, questa volta ricambiando il suo sguardo.

Casey rimane in silenzio per trenta secondi buoni, poi chiede: "Davvero vorresti studiare qui?"

Late in L.A. • Casey & Izzie StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora