Il principe indeciso

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IL PRINCIPE INDECISO

Grillo? Grillo? Ma dove si è cacciato?! Ehilà, Lottie! Tu lo hai visto?

Eh? Chi?

Hai visto Grillo? Non lo trovo...

No. Doveva raccontarmi la storia, come sempre, ma non si è ancora visto ...

Siete ancora appresso alle favole del Biscottino?

Quale biscottino?

Lascia stare, lunga storia. Intendevo dire se ti sta ancora leggendo le Favole del Maresciallo C.?

Ah, sì! Oggi me ne aveva promessa una "speciale", ma non...

ECCOMI, LOTTIE! Sono in ritardo, lo so! PERDONAMI! Io non volevo, ma tuo padre...

Sì, certo. Ora è colpa di Marco... Prenditi le tue responsabilità Grillo!

Ma è vero, è colpa di Marco!

Risparmiaci i dettagli, Grillo. E raccontaci questa storia "speciale", che ora sono curiosa anche io di sentirla.

Va bene, aspettate che non trovo il libro... Comunque spero esca il nuovo volume delle Favole del Maresciallo C., perché sono veramente belle. Non le trovate belle
anche voi?


Sìììììì!!!!

"Belle" mi pare un parolone... carine forse...

A te non piace mai niente, vero, Vocina? A meno che non sia una tua idea.

Sai che hai ragione? Dovrei scrivere un libro anche io!

Ma io non ho detto quello! Io... Vabbè lasciamo perdere. Comunque, ho trovato il libro. Che faccio? Inizio, o vuoi dirci di cosa parlerà il tuo libro, Vocina?

Secondo te, anche sapessi già cosa scrivere, lo vengo a raccontare a TE?

Sempre gentilissima....

Allora, questa favola?!

Sì, scusa Lottie, hai ragione. Mettiti comoda. Questa è una bomba!

C'era una volta, nella Val Tiberina, nel piccolo borgo fondato da San Giustino, un antico castello medievale in cui viveva un principe indeciso. Egli non sapeva chi scegliere tra due principesse da sposare... Allora, pensò di lasciar decidere al destino. Così costruì un labirinto e ci mise dentro le due principesse: avrebbe preso in sposa la prima che fosse riuscita a uscire. Il principe rimase in attesa tutta la sera, ansioso di sapere cosa il destino avesse deciso per lui, pronto ad accogliere a braccia aperte la donna della sua vita.

Anna's pov

Oggi è domenica. La settimana di ferie per la luna di miele è giunta al termine. Ci resta solo questa ultima giornata, e Marco ha deciso che deve essere dedicata alla gita più speciale. Destino vuole che anche zia Chiara questo weekend sia a Spoleto e Marco ha proposto che tutta la famiglia, nel senso più ampio del termine, passi la domenica insieme. Dove? In Val Tiberina.
Ci siamo alzati presto per poter passare l'intera giornata qui, e visitare il luogo con calma. Ci sono anche Cecchini e mamma con noi, oltre a Chiara e ovviamente le bambine.
Il maresciallo sta spingendo il passeggino con Lottie che dorme, mamma a braccetto del suo biscottino. Non avrei mai pensato all'inizio di dirlo, ma questi due sono una bella coppia. Ogni volta che li vedo insieme stento ancora a crederci, ma davvero non potrei immaginare uomo migliore di Cecchini per mia madre. Gli opposti si attraggono, no?
Il mio sguardo si posa su Chiara, che tiene Ines per mano. Le sta raccontando qualcosa circa il suo look.

Solita cara vecchia Chiara ahahah.

Ines ascolta interessata. Qualsiasi cosa che non conosce la incuriosisce, vuole scoprire sempre cose nuove.

Come te, del resto.

Ogni tanto, mi domando se Irene, oltre a somigliarmi fisicamente, avesse un carattere simile al mio. Giusto per capire se è questo il motivo per cui rivedo molto di me, in Ines. Perché della piccola, tutto si può dire fuorché che abbia preso da suo padre, nel carattere. Sergio non le assomiglia per niente. Ma si sa, per essere padri, non serve per forza essere uguali, né tantomeno è necessario un legame di sangue. Ciò che conta è l'amore. In ogni caso, se ha preso da qualcuno, di sicuro è da Irene.
Mi sarebbe piaciuto conoscerla. Ines, negli ultimi mesi, si è aperta con me, raccontandomi quelle poche cose che ricorda della sua mamma. Ma sono tutti aneddoti di momenti di vita insieme, di come Irene fosse si sa poco o nulla. Se somigliava alla piccola, certamente era una ragazza molto alla mano, con cui sono sicura sarei andata d'accordo.
Continuo ad osservare la piccola, che tiene gli occhi fissi su Chiara che continua a parlarle. Domani rivedrà finalmente il suo papà. Non è stato un peso per lei rinunciare a vederlo per tutta la settimana, perché l'ha passata con noi, ovviamente. Ma so bene che la bambina ci tiene, a passare del tempo con lui, a ricostruire il loro rapporto.

Tu faresti la stessa cosa, in fondo.

Decisamente, pagherei oro per poter passare qualche ora con papà, per rivederlo. Per dirgli quanto io sia felice della mia vita. Anche per questo ho sempre insistito perché Ines potesse recuperare il rapporto col Sergio. E alla fine, la piccola è risultata essere più fortunata di altri bambini: ne ha ben due, di papà. Perché, sebbene, in tutta probabilità, non arriverà mai a chiamarlo così, anche Marco assume questo ruolo, nella sua vita, è stata lei stessa a sceglierlo.
Un sorriso si fa largo sul mio volto, al pensiero del giorno in cui Lottie finalmente pronuncerà la parola "papà".

Come, "papà"? Non vorresti dicesse prima "mamma", scusa?

Certo che mi piacerebbe, Vocina. Ma per qualche motivo, sono certa che dirà prima "papà". Per via di come si illuminano gli occhi di Carlotta quando vede Marco e istintivamente alza le braccia verso di lui per giocare con la sua barba, con u sorrisone sul visino. Perché Marco fa quell'effetto a tutti i bambini, figuriamoci se non sarebbe capitato con sua figlia! E comunque, se andasse così, ne sarei estremamente felice. Come mi ha detto più volte, Marco vuole essere per Carlotta quello che papà Carlo è stato per me, per cui sarebbe più che contenta di vedere gli occhi di mio marito brillare, velati di lacrime di gioia, perché Lottie, come sua prima parola, avrà scelto di dire "papà". E anch'io mi commuoverei non poco.
Sì, sono diventata particolarmente emotiva, forse strascichi delle gravidanza, ma non importa. Va bene così.
Chiara, nel frattempo sta continuando a parlare di vestiti ad un'attentissima Ines, quando percepisco una mano stringersi attorno alla mia. Le mie dita si intrecciano istintivamente a quelle che si sono fatte spazio tra le mie, poiché non ho bisogno di guardare per capire chi sia. Quando alzo gli occhi incrocio quelli di mio marito, lo trovo a scrutarmi preoccupato.
"Va tutto bene?" mormora. "Ti sei fermata all'improvviso a fissare il vuoto..."
Sorrido alla sua apprensione, lasciandogli un bacio affettuoso sulla guancia. "Sì, tranquillo, ero solo sovrappensiero."
"A che pensavi?"
Esito solo un istante, prima di decidermi a confessare la verità.

Perché non vi raccontate mai balle. Brava, Anna. Hai imparato la lezione!

"A quanto sia fortunata Ines ad averti incontrato, come del resto lo sono io... e come lo è Lottie, ad avere un papà fantastico come te."
A giudicare dall'espressione sbigottita, Marco tutto si aspettava tranne questo.
"Ma no... semmai, sono io quello fortunato, perché non avrei mai immaginato di poter tornare ad essere felice, tantomeno quanto lo sono adesso... con voi."
Il nostro bacio viene bruscamente interrotto da Patatino, che inizia a tirare il guinzaglio appeso alla mano di Marco, per trascinarci verso il resto della famiglia che sta tentando di richiamare la nostra attenzione da un po'.
"Se avete finito con le smancerie," ridacchia Chiara, "proporrei di andare a visitare il castello..."

Marco's pov

Sto camminando tranquillo, con uno sguardo attento sul resto della mia famiglia intenta a camminare davanti a me, Patatino al guinzaglio, quando mi accorgo che Anna si è bloccata sui suoi passi, lo sguardo assorto.
Mi avvicino, per assicurarmi che vada tutto bene, ma la sua risposta non me l'aspettavo di certo, così dal nulla.
E ogni scusa è buona per baciarla.
Non mi stancherò mai della sensazione che provo quando le nostre labbra si sfiorano. Il sapore di questi baci non ha eguali, le farfalle allo stomaco pari soltanto a quei momenti in cui i nostri occhi si incrociano, e tutto il resto smette di esistere.
Come quella sera, nell'appartamento che all'epoca era solo di Anna, quando l'avevo raggiunta con l'intenzione di ringraziarla per avermi impedito di fare una cazzata mondiale con Simone. Anna è sempre stata la parte migliore di me, anche quando non stavamo ancora insieme.
Sono certo che, se non l'avessi mai incontrata, adesso non sarei l'uomo che sono.
E non solo perché lei mi ha regalato la gioia di diventare padre, ma in senso molto più ampio. Sarei ancora l'uomo terrorizzato all'idea di amare di nuovo, quello che cercava in tutti i modi di convincersi che il problema fossero le donne, e non Federica.
Anche se ci era voluto poco, per rendermi conto che le donne, è vero che cercano di cambiarti e ce la fanno, ma non per forza in negativo.
Anzi.

Già, e chi meglio di te poteva accorgersene! Hai ben TRE donne in casa, senza contare suocera, cognata e amica... Sei circondato! Hahahaha.

Il nostro bacio perfetto viene interrotto quando mi sento allontanare di colpo da Anna. Ma non perché lei si sia scostata, ma perché Patatino ha fatto uno scatto in avanti,
tirandomi nella direzione opposta. E certo, perché la nostra famiglia sta cercando invano di attirare la nostra attenzione, e mia cognata non può certo perdere l'occasione di fare una battuta delle sue a nostre spese...
Però ha ragione, visitare il castello è un'ottima idea, visto che la volta in cui ci siamo venuti, abbiamo circoscritto la visita al labirinto. Alla nostra approvazione, Ines strilla di gioia, su di giri all'idea di entrare in un castello vero, e anche i miei suoceri - perché ormai, Cecchini lo possiamo considerare come tale - sembrano parecchio entusiasti.

La visita si rivela estremamente interessante, ma io sono di parte. Mi piace molto la storia, specialmente quella medievale. Ines, sembra, abbia iniziato anche lei ad appassionarsi, perché pendeva dalle labbra della guida, intervenendo con domande su ciò che a lei più premeva di sapere, facendo ridacchiare la ragazza addetta alle spiegazioni. Chiara, come c'era da aspettarsi, non ha seguito molto, preferendo prestare più attenzione al cellulare. Elisa e il maresciallo, invece, hanno passato gran parte del tempo a discutere per i differenti gusti in merito all'arredamento.
Anna invece è stata costretta a uscire da una Lottie in vena di pianto: non c'è stato verso di farla smettere.

Magari aveva fame... o sonno. In effetti, un pisolino lo farei volentieri anch'io.

Adesso ci stanno aspettando fuori dalle mura, in giardino, con Patatino a far loro compagnia.
Al termine del giro, mentre gli altri danno un'occhiata al negozio di souvenir, io raggiungo mia moglie, dispiaciuto che sia rimasta sola. Anche se è stata lei a insistere affinché proseguissero tutti con la visita.
Quando arrivo in giardino però non la trovo, e il mio sguardo si volge istintivamente in direzione del labirinto. Ho la sensazione che sia là.
Mi avventuro all'interno, alla ricerca della mia famiglia, e girando tra siepi e vialetti, mi torna in mente una storia che Anna stessa mi aveva raccontato, mentre cercavamo le indicazioni per il labirinto. La leggenda secondo cui lo stesso sia stato fatto piantare dal principe che abitava il castello, e c'è chi dice che aiuti a trovare il vero amore.
A me sembra più una favola per bambini, però...

Dai, è carina, però! Dopotutto, quella volta, tra le due 'principesse' all'interno, la prima a uscire è stata proprio Anna. E secondo la leggenda, è la stessa cosa che successe al principe... Anche tu l'hai sposata, e sai senza ombra di dubbio che lei è il tuo vero amore. Non fare il guastafeste!

In effetti, è così che è andata.
Anch'io avevo visitato il labirinto con due fanciulle, estremamente diverse e alle quali ero molto legato, seppur non in egual maniera. La cosa che, a distanza di tempo, mi fa sorridere, è che all'epoca frequentavo quella per cui, tra le due, sapevo di nutrire soltanto affetto. Ma a controllare le mie azioni era la paura, e avevo per questo preferito affrontare la strada più semplice, piuttosto che rischiare. E avevo rischiato tutto, perché Giovanni, l'ex fidanzato di Anna, era tornato più deciso che mai a riconquistarla. Quando Cecchini mi aveva detto che si sarebbe sposata, ero rimasto sconvolto dalla notizia: ero certo che il nostro legame andasse ben oltre l'amicizia che continuavamo ad ostentare, ed era assurdo che lei avesse accettato la proposta di matrimonio da parte dell'ex. Ma avevo ancora troppa paura, tant'è che avevo dovuto ricorrere all'alcol per lasciarmi andare. E per un motivo analogo avevo rischiato nuovamente di perderla, a un passo dall'altare per il nostro matrimonio. Ma Anna aveva avuto ragione, il fato era stato clemente con me, e qualcosa, o qualcuno, aveva fatto in modo che non accadesse nulla di irreparabile.
Lo dimostra il fatto che oggi io sia qui, felicemente sposato con quella principessa che è riuscita a superare il labirinto che conduceva al mio cuore, dove a ogni angolo aveva incrociato una paura diversa. In genere si impara da piccoli, a superarle, ma io le avevo conosciute maggiormente da adulto, e per questo le avevo usate per la mia protezione. Per non soffrire più. Ma superarle è valso ogni sforzo, vista la meta raggiunta.
E sono certo che per Anna sia lo stesso.

Anna's pov

Dopo una buona mezz'ora passata a tentare di calmare Lottie, che non smetteva più di piangere, finalmente ce l'ho fatta. Patatino sembra orgoglioso di me, quando posa il muso sulla mia gamba fissandomi come se volesse congratularsi. Certo che questo cucciolone assomiglia proprio tanto al suo padrone... forse è per questo che mi ci sono affezionata subito.
Il giro guidato all'interno del castello durerà ancora molto, per cui, per passare il tempo, decido di avviarmi verso il labirinto. La volta che sono venuta con Chiara e Marco, lo avevamo visitato molto di sfuggita, per via di quel giochino proposto da mia sorella.
A vederlo adesso, ho la conferma che sia un luogo magico, uscito dritto dritto da una fiaba.
Gironzolando all'interno, giungo al centro, dove trovo una splendida fontana. Alzo lo sguardo per osservare il castello torreggiare sopra il giardino e la vallata.

Chissà se la leggenda del labirinto è vera...

Hai ragione, Vocina! C'era una storia, legata a questo posto, a proposito del principe che, non avendo il coraggio di scegliere la propria moglie tra le due principesse, aveva lasciato che ci pensasse il destino.

Che ridere! Sembra la tua storia con Marco, e il triangolo con lui e Chiara! Ahahah!

Magari sarò egoista a pensarlo, ma sono felice che il fato abbia condotto Marco da me. Che per una volta, Zorro abbia 'vinto' contro 'Cenerentola'. Mia sorella è sempre stata la più femminile, la più disinvolta con i ragazzi, la più desiderata, il centro dell'attenzione ovunque andassimo.
A me non piace, essere al centro dell'attenzione, ma sono più che orgogliosa di essere il centro del mondo di Marco, insieme a Carlotta e Ines. La certezza di essere amata, supportata e rispettata, da pari, che provo quando sto con Marco, non l'avevo mai davvero sperimentata in vita mia. Come se lui fosse il mio premio per essere riuscita a superare tutti quegli ostacoli che la vita mi aveva posto sulla strada.
Marco è il posto nel mondo che andavo cercando, l'unico al mio fianco quando nulla lo obbligava ad esserci. Parlare con lui mi ha sempre fatto stare bene, perché ha sempre il consiglio giusto da darmi, e sa scegliere le parole più adatte per calmarmi e farmi ragionare. Come nessun altro riesce a fare. Perfino quando vuole avere ragione a tutti i costi e litighiamo, ma alla fine le sue parole fanno sempre breccia.
I miei pensieri sono interrotti dall'abbaiare festoso di Patatino: c'è Marco.
Dopo un'occhiata a Lottie per assicurarmi che non si sia svegliata, rivolgo l'attenzione a mio marito, chiedendogli cosa ci faccia qui. Lui fa spallucce, affermando che gli altri sono al negozio di souvenir mentre lui aveva deciso di venirmi a cercare.
"E come facevi a sapere che ero qui?"
"Sinceramente... non lo so. È stato l'istinto a guidarmi fin qua. Come se ci fosse una forza che mi attirava qui... e adesso ne ho avuto la conferma: era il mio sole, ad attrarmi."
Sento le guance avvampare alle parole di Marco, che ridacchia appena, le dita a sfiorarmi una gota.
"Mi fa piacere vedere che i miei complimenti fanno sempre effetto, anche adesso che siamo sposati."
Io gli do un buffetto sul braccio, ridendo. È sempre il solito!

Nemmeno foste sposati da una vita... quanto è passato, un mese, sì e no?

Vocina... era una battuta...

Oddio! Non capisco più le battute! È un disastro! Passo troppo tempo con Grillo... a proposito, ci dev'essere stato uno scambio di personalità, perché tu e lui andreste d'accordissimo, così come me e Marco, sai?

Eh?

Lascia stare.

Meglio, anche perché Marco mi sta baciando, e io non ho idea di come sia successo, impegnata com'ero a disquisire con la voce nella mia testa.
Quando ci separiamo, mi viene in mente una cosa.
"Ma... adesso, come faranno gli altri a trovarci? Non sanno dove siamo."
Mio marito sembra avere idee diverse, perché torna a serrare le braccia attorno ai miei fianchi, avvicinandomi a sé.
"Proprio ora, è l'ultimo dei miei pensieri. Voglio godermi questi minuti da solo con te."

OTTIMA risposta. E tu chi sei per obbiettare, scusa?

Le nostre labbra si uniscono nuovamente in un bacio.
Non sarò mai sazia di lui.

Chiara's pov

Insieme a Ines, mamma e Cecchini, sono appena uscita dal negozio di souvenir. Siamo arrivati al giardino, ma di mia sorella e mio cognato non c'è traccia.
Strano, eppure sono certa che Marco abbia detto che ci avrebbero aspettati qui.
Ines si guarda attorno mente il maresciallo prova a chiamarli al cellulare, che risulta irraggiungibile.
La mia attenzione scatta però verso una fila di siepi.
Ma certo! Il labirinto! Come ho fatto, a non pensarci subito?
È il loro posto. Perché in fondo, i protagonisti di quella leggenda sono loro, ne sono convinta. Come se fossero predestinati.
Perché il labirinto aveva fornito un aiuto, ma loro sapevano già di essersi innamorati, e io ero stata un ostacolo al loro amore. Per questo mi ero fatta da parte.
Perché mia sorella lo aveva sempre fatto, per me, e quella volta toccava a me dimostrare di essere matura.
Sento una manina tirarmi un braccio.
"Secondo te sono al labirinto?" mi chiede Ines, indicandolo.
"Caspita, hai ragione! Hai avuto un'idea super, non ci avevo pensato! Andiamo!" esclamo.
È vero, le ho mentito, ma a fin di bene, perché anch'io avevo capito potessero essere lì, ma ho fatto la scelta giusta, perché lei è felicissima e adesso mi sta spiegando come fare per attraversare il labirinto e scovarli, con mosse, a suo dire, da 'spia'.
Mi viene da sorridere.
Essere zia mi piace molto. Chissà, un giorno magari sarò anche mamma, ma devo prima trovarmi un panda e smetterla con i caproni.
Per il momento però va bene così, e la bambina continua a tirarmi verso il labirinto. Mamma e Cecchini dicono che resteranno qui ad attenderci, stanchi dalla camminata all'interno del castello.

Mentre passeggiamo per il labirinto, Ines mi ferma, gli occhi vispi.
"Io questo posto l'ho già visto!" afferma.
Corrugo le sopracciglia: com'è possibile? È la prima volta che ci viene, magari avrà trovato qualche brochure, o qualche programma in tv...
Lei però alza un ditino.
"Adesso me lo sono ricordata! C'è una foto di Anna e Marco che hai fatto tu! Quando però stavi tu con lui... Però, zia, sai," afferma, seria, "ho visto pure altre foto, e Marco non ti guardava come guarda Anna. Non solo in quella fotografia, lo fanno sempre."
Ah.
Sapevo che Ines fosse a conoscenza della storiella, ma non pensavo l'avesse capita da una foto! Ma non posso che essere d'accordo con lei, in merito alla questione. Perfino una bambina come lei se n'è accorta subito! Io ci avevo messo un po' di più a capirlo, forse in maniera un tantino egoistica, col senno di poi, ma non importa più.
Intravediamo la nostra meta, il centro del labirinto.

E come previsto, ci sono Marco, Anna, Lottie e Patatino, che scodinzola vendendoci arrivare, senza abbaiare, come se neanche lui volesse interrompere il momento.
Perché i due sposini sono in altre faccende affaccendati... quel bacio che si stanno scambiando sta decisamente occupando tutta la loro attenzione.
Non posso lasciarmi sfuggire l'occasione per sfotterli un po'.
"Cavolo, sapevo che avrei perso la scommessa, ma non pensavo che principe e principessa si fossero dati già così tanto da fare...!"
La coppia si separa, colta alla sprovvista, ma dopo un istante di smarrimento scoppiano entrambi a ridere per il mio arrivo in grande stile, al solito.
Io faccio loro l'occhiolino, mentre Ines corre loro incontro. Marco si china per prenderla in braccio, mentre lei si lancia nel racconto di come sia stata una sua idea venirli a cercare qui, chiedendo a me la conferma della sua versione dei fatti.
Ci avviamo tutti insieme verso l'uscita del labirinto, con Ines che tiene Patatino al guinzaglio e mio cognato che spinge la carrozzina. Io sono poco dietro con mia sorella.
Mentre Ines continua il racconto di ciò che ha visto all'interno del castello, Marco, da bravo papà, le risponde con grande entusiasmo e frasi colme di stupore. La scenetta mi fa ridacchiare, e noto che Anna è intenta ad ammirare a sua volta quanto sta accadendo poco distante.
"Siete una famiglia meravigliosa," affermo all'improvviso. "Forse sarà l'aria che si respira in questo posto, ma sembrate veramente i protagonisti di una fiaba. E vi meritate davvero il finale di capitolo che avete scritto il giorno del vostro matrimonio."
"In che senso, di 'capitolo'?" chiede mia sorella, perplessa.
"Perché la vostra storia è solo all'inizio. C'è ancora parecchio da scrivere, e sono contenta di essere parte del vostro racconto, in qualche modo. Certo, per un periodo sono stata un ostacolo invece che un'aiutante, ma spero di essere riuscita a darvi una mano comunque."
Noto gli occhi di mia sorella farsi lucidi.
"Tu non sei mai stata un ostacolo, né lo sarai mai... e sono felice di poter condividere con te la mia fiaba, anche se sono certa che presto avrai la tua. E sarà come l'hai sempre sognata: come Cenerentola."
La abbraccio di slancio, perché sarà anche mamma adesso, ma è pur sempre la mia sorellina, e niente potrà dividerci.
Riprendiamo il cammino, raggiungendo gli altri al giardino.

Anna's pov

Una volta usciti dal labirinto, abbiamo raggiunto mamma e Cecchini, che ci hanno poi condotti fuori dal complesso del castello. Dopo pranzo, abbiamo trascorso un altro po' di tempo per la Val Tiberina, prima di giungere a una locanda molto carina.
Il seguito però non me l'aspettavo.
Dopo l'incitamento del maresciallo e di Chiara, mamma prende la parola.
"Ecco, non siamo qui per caso... Ovviamente questa non è stata la luna di miele che avevate progettato di fare in origine, ma da quando l'avevate programmata sono cambiate molte cose: prima il matrimonio rimandato, poi l'arrivo di Carlotta, Ines... e tu, Marco, tornerai a lavorare, domani pomeriggio. Abbiamo pensato che fosse giusto, che aveste la possibilità di trascorrere qualche ora da soli."
Io e Marco ci scambiamo un'occhiata confusa, ma mia madre non ha ancora terminato.
"Abbiamo prenotato per voi una cena qui, in questa locanda, e una stanza per stanotte. Così che possiate godervi almeno un barlume di luna di miele. Ci penseremo noi a Lottie e Ines, e non ammettiamo obbiezioni," precisa, quando faccio per aprir bocca esattamente con quell'intenzione.
Interviene mio marito.
"Beh... apprezziamo moltissimo quello che volete fare, ma davvero non è necessario... Siamo contenti di aver passato questa luna di miele 'alternativa' con le bambine, è stata bellissima così."
"Non ho dubbi, ma ho detto niente obiezioni." afferma mia madre, austera, prima di tornare a sorridere. "Tu stesso hai voluto che l'ultimo giorno lo passassimo tutti assieme, rinunciando al tempo da soli con le vostre figlie. Quindi vi meritate queste ore tutte per voi."
"Invitarvi a trascorrere la giornata con noi è stata la cosa più naturale del mondo, e... grazie," mormora Marco, accettando poi l'abbraccio di sua suocera.
Mamma viene poi ad abbracciare me.
"Non preoccuparti per Carlotta, ce la caveremo. E poi, devi riprendere l'abitudine a non stare sempre con lei, no? Oppure vuoi rinunciare alla tua divisa?"
Spalanco gli occhi alla sua affermazione.
Non ci avevo pensato, ma ultimamente mi sono comportata davvero come se volessi mettere da parte il lavoro, stregata dalla meraviglia di passare tutto il tempo con la mia bambina. Ma mai rinuncerei alla mia divisa. Mai.

Mentre osserviamo la nostra famiglia allontanarsi (solo dopo aver salutato mia figlia a fatica), con una valigia preparata da Chiara con dentro i vestiti per la notte fuori, mi rendo conto di quanto veramente ci tenessi, a stare un po' da sola con Marco, senza le bambine.
Neanche a dirlo, le amo follemente e non potrei mai immaginare la mia vita senza di loro, ma questa sensazione, queste farfalle allo stomaco mi mancavano.
Siamo da soli, noi due e nessun altro.
Mi volto verso mio marito, che mi osserva a sua volta con un sorriso che è lo specchio del mio: sta pensando la stessa cosa.
Dopo un leggero bacio a fior di labbra, entriamo nella locanda, dove ci accompagnano alla nostra stanza e ci comunicano l'ora della cena.
Approfittiamo del tempo di attesa per rinfrescarci, dopo aver scoperto che, in valigia, mia sorella ha riposto un completo blu per Marco e l'abito verde di pizzo per me, con annesso un bigliettino.

"Il vostro look sarà stropicciato, quando indosserete i vostri vestiti, e questa cosa mi irrita enormemente. Ma so che a voi non importerà, perché l'unica cosa che conta è che siate insieme. Quindi spicciatevi a mettere cosa ho scelto per voi e divertitevi. Sarò felice anch'io pur sapendovi stropicciati. Vi voglio bene, Chiara."

Tipico di mia sorella, il suo messaggio ci ha fatto ridere parecchio. Ma sappiamo che, pur non essendo presente, verrà a sapere se abbiamo seguito le istruzioni, per cui obbediamo.
La cena è stata molto romantica, a lume di candela. Chiara si è premurata che venisse posta una rosa bianca al nostro tavolo.
Siamo stati benissimo, stasera, e i nostri familiari sono stati molto carini a pensare a questa sorpresa per noi.
Dopo cena, abbiamo approfittato della temperatura piacevole per fare una passeggiata qui intorno, godendoci quegli istanti da 'sposini', come dice il maresciallo.
Quando rientriamo nella nostra camera, sono da poco passate le 22.
Mi fermo davanti allo specchio, a scrutare la mia silhouette. Non indossavo questo vestito da... dal nostro primo anniversario, credo.
Alle mie spalle, appare Marco, che mi osserva curioso.
"Ogni tanto, mi sembra strano, non vedere più il pancione... Avevi ragione, quando dicevi che eri certo che mi sarebbe mancato, nonostante le mie proteste e la convinzione che non sarebbe mai accaduto."
Lui sorride, prendendomi le mani.
"Beh, sei bellissima con e senza pancione, ma se proprio insisti, possiamo rimediare alla mancanza..." suggerisce, con un luccichio malizioso nello sguardo.
Io spalanco gli occhi mentre lui scoppia a ridere. Alla sua risata, presto si aggiunge la mia.
Mi avvicino, incontrando le sue labbra a metà strada.
Quel 'ti amo' sussurrato all'unisono nei pochi istanti in cui ci separiamo fa sorridere entrambi, prima che le nostre labbra tornino ad unirsi, e...

E siamo in fascia protetta, per cui il resto, se proprio volete, lo immaginate. Vero, Grillo?

Per una volta concordo con te, Vocina. È ora di lasciar loro un po' di privacy. È la loro luna di miele, e abbiamo già visto quanto basta...

... Quanto basta per essere sicuri, se ancora ci fossero dei dubbi, che tra Anna e Marco "sarà per sempre".

***

Eccoci al secondo capitolo di questa 'trilogia' post DM12 - 2.0!
Come avevate probabilmente intuito, abbiamo ripercorso i momenti delle due 'Favole del Maresciallo C.' per far trascorrere ad Anna e Marco un po' di quel tempo felice che si sarebbero meritati. Io e Martina stiamo cercando di dar loro quanto è stato negato, e quello che avremmo tanto voluto vedere.
Ma non è ancora finita, ci attende l'ultimo capitolo, per cui... stay tuned!

Mari

Don Matteo 12 - 2.0Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora