「 40. 」

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Rivedere Jeongguk dopo una settimana lo faceva sentire strano.

Era teso, la sua ansia cresceva a dismisura, non riusciva a stare fermo seduto in auto, controllava il telefono ogni volta e a stento riusciva a respirare correttamente.

L'aereo era già atterrato e ci avrebbe messo pochi minuti per passare i controlli, ma ogni secondo che passava, a Jimin sembrò di star lottando contro un pugile.

Sentiva lo stomaco brontolare e il cuore battere velocemente.

Ero troppo teso.

Quando per l'ennesima volta prese il telefono per controllare, intravide la porta del retro aprirsi e una persona vestita di nero uscire.

Quando Jimin riuscì ad identificare la persona, aprì velocemente la portiera andandogli incontro.

Jeongguk si era appostato accanto al muro e aveva il cellulare in mano. Era sicuro che Taehyung non lo avesse avvisato del cambio di conducente.

Attraversò velocemente il passaggio e si avvicinò lentamente al modello catturando all'istante la sua attenzione.

《Hei, ciao.》 Iniziò Jimin raggiungendolo. Jeongguk abbassò la mascherina continuando a fissarlo incredulo.

《Jimin ma cosa... Che ci fai qui?》 Il biondo abbassò di poco il capo spostando un sassolino ai suoi piedi.

《Taehyung mi ha detto di venirti a prendere perché ha avuto un contrattempo.》 Jeongguk alzò gli occhi al cielo maledicendolo mentalmente.

《Ah... Va bene.》 Jimin prese il suo labbro inferiore tra i denti e guardandolo per l'ultima volta, indicò la sua macchina davanti a loro e insieme, la raggiunsero.

《Come è andata?》 Chiese Jimin tenendo gli occhi fissi sulla strada davanti. Jeongguk sospirò appena togliendosi del tutto la mascherina e il berretto.

《È andata ok.》 Il cantante alzò un sopracciglio alla risposta.

《È andata male? Cosa è successo?》 Jeongguk non capiva. Non capiva il perché stava in quell'auto. Perché stava parlando con Jimin. Perché proprio Jimin. Perché?

《Potevi non accettare la richiesta di Taehyung. Avrei preso un taxi.》 Disse infine svogliatamente lui, appoggiando il gomito sulla portiera.

《L'ho fatto con piacere. Infondo, siamo amici no?》 Quella parola. Amici.

Jeongguk non riusciva più a sopportare quella parola. Non riusciva a sopportare il fatto che Jimin fosse così cieco. E faceva male.

《Ti devo portare a casa tua o da Taehyung?》 Jeongguk lo guardò per qualche secondo per poi spostare la sua attenzione al navigatore acceso.

Avvicinò il corpo verso l'apparecchio e digitò il suo indirizzo, sorprendendo l'altro per la sua vicinanza improvvisa.

In quei pochi secondi, Jimin riuscì a sentire chiaramente la sua fragranza e il profumo del probabile shampoo. Era così vicino che concentrarsi sulla strada gli veniva parecchio difficile.

Jeongguk si ritirò indietro appoggiandosi nuovamente allo schienale e prese il telefono controllando i vari messaggi.

《Sei arrabbiato con me?》 Jeongguk si congelò sul posto fissando lo schermo del suo cellulare.

《Perchè parliamoci chiaro. Il tuo comportamento è cambiato rispetto agli inizi. Forse all'inizio, non mostravi il tuo vero te... Oppure ho fatto o detto qualcosa che non ti è andato a genio e ora sei arrabbiato.》 Prese un momento per analizzare la sua reazione, ma come prima, era ancora nella stessa posizione. Con lo sguardo fisso sul telefono.

《Se ho sbagliato, potresti dirmi dove e cosa? La prossima volta cercherò di non commettere lo stesso sbaglio. Anche se sei un modello e del lavoro ne hai, sono sicuro che almeno il pomeriggio tu abbia qualche ora libera per poter rispondere ai messaggi. Oppure semplicemente, non vuoi più parlare con me. In tal caso, potrei capirlo. Se mi dici che non vuoi più, smetterò di parlarti. Solo, vorrei capire.》 Ancora una volta, Jeongguk rimase in silenzio. Non riusciva a parlare o semplicemente a muoversi.

Non aveva il coraggio di rispondergli, non voleva guardarlo. Forse poteva rispondere solo a una domanda, ma dalla sua risposta, poteva porre fine a tutto.
Voleva? No, ma doveva.

Non voleva illudersi. Jimin era interessato a qualcun altro, ma non lo conosceva. Era inutile provare a conquistarlo.

《Non hai fatto nulla. Può capitare che in alcuni momenti io non sia online perché non prendo proprio il telefono. Anche se ho tempo libero. Preferisco stare da solo e ascoltare la musica per calmarmi. Dovresti... conoscermi un po' di più.》 Rispose a bassa voce il corvino spegnendo il telefono.

《Lo farò Jungkook. Lo sto facendo, anzi.》 Parcheggiò l'auto davanti alla villa di Jeongguk e prese un momento per osservarla. Era grande.

《Però Jungkookie, dovresti permettermi di conoscerti meglio.》 L'altro girò lo sguardo confuso.

《Sei così.. come dire, chiuso. Ci conosciamo quasi da un mese, eppure io non so nulla. A malapena so quanti anni hai. È questo quello che... mi disturba insomma. Voglio almeno, riuscire parlare normalmente con te, senza mettere il nostro lavoro in mezzo.》 Jeongguk lo guardava con gli occhi spalancati e il cuore palpitante.

《Va bene, però...》 Jimin si girò completamente verso la sua figura curioso, invitandolo con lo sguardo a continuare.

《Però lo stesso vale anche per te. Anche io voglio conoscerti meglio.》 Il biondo sorrise dolcemente annuendo alla sua richiesta.

《Certo, lo farò. Allora, ci vediamo.》 Jeongguk annuì slacciando la cintura e aprì la porta.

《Ci vediamo.》 Jeongguk scese dall'auto pronto a prelevare la sua valigia dai sedili posteriori quando all'improvviso si ricordò di un particolare.

《A proposito di Taehyung, che contrattempo ha avuto?》

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『ANSWER』 - Kookmin auDove le storie prendono vita. Scoprilo ora