「 74. 」

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Quindi... È finita?

Jimin si asciugò goffamente le lacrime con le mani e lentamente, con passi pesanti, si avvicinò prendendo le sue mani e intrecciando le dita.

《Non so fino a che punto tu abbia iniziato a sentire la chiamata, ma ti sbagli se pensi che ti lascerò. Non lo farò Jeongguk.》 L'altro sospirò accarezzando le sue mani con i pollici.

《Non ho sentito la tua chiamata. Ho ricevuto una mail dalla mia agenzia dove mi spiegava l'accaduto. Quando ti ho visto piangere, ho dedotto che avessi ricevuto anche tu la notizia.》

《Non ti lascerò.》 Ripetè Jimin abbassando lo sguardo. Jeongguk alzò il suo mento lasciandogli un leggero bacio sulle labbra.

《Nemmeno io.》 Si sedettero entrambi sul letto e Jeongguk portò Jimin in mezzo alle sue gambe facendo appoggiare la sua schiena contro il suo petto.

《Dovremmo tornare a Seoul con due voli diversi.》 Azzardò Jimin rilassandosi sotto le carezze dell'altro.

《Non è un problema lo sai. Ci differenziamo di qualche ora e andrà bene.》 Rispose tranquillamente lui lasciando dei baci sul suo collo.

《Mh, d'accordo.》 Rilasciò dei sospiri e lentamente portò la testa di lato, dando maggiore spazio a Jeongguk.

《Jimin, rispetterò la tua scelta. Possiamo sempre vederci come facevamo di solito.》 Jimin girò lo sguardo incrociando gli occhi di Jeongguk, entrambi sapevano quanto fosse difficile.

《Ti amo.》 Disse solamente Jimin sporgendosi per baciarlo. Jeongguk lo guardò per qualche secondo prima di ricambiare il bacio, ma quel gesto non passò inosservato da Jimin.

《Va tutto bene?》 Chiese infatti dopo essersi staccato dalle sue labbra. Jeongguk sospirò appena abbassando lo sguardo.

《No, è tutto ok...》

《Sei sicuro? Perché a me non sembra.》 Jeongguk annuì leggermente prima di guardarlo negli occhi, sentendosi poi sotto pressione. Glielo voleva dire.

《È solo che... avevo preparato una cosa e te la dovevo dare stasera.》 Jimin si allontanò dal suo corpo mettendosi in ginocchio davanti a lui.

《Cos'è? Potresti darmelo anche adesso.》 Jeongguk distolse lo sguardo torturandosi nervosamente le mani. Jimin notò anche quei movimenti.

《Oh... Ho un po' di ansia adesso, vederti così nervoso per qualcosa che dovevi darmi...》 Si sedette sopra le sue gambe e lo abbracciò portando le braccia attorno al suo busto e poggiando la testa sulla sua spalla.

《Ho paura di star correndo troppo.》 Ammise Jeongguk accarezzando la sua schiena, procurandogli dei brividi.

《Non stai correndo, puoi stare tranquillo.》 Rispose con voce roca Jimin strofinando il naso contro la sua pelle.

《Non mi sembra il caso di dartelo in queste condizioni.》 Continuò Jeongguk beandosi del tocco leggero dell'altro.

《Ah Jeonggukie, dammelo e basta...》 Il corvino annuì quasi ipnotizzato e staccandosi lentamente dal contatto dell'altro, scese avvicinandosi alla sua borsa tirando fuori una piccola sportina.

Si risedette sul letto in ginocchio, invitando l'altro a fare la stessa cosa, mettendosi davanti a lui.

Jeongguk prese un leggero respiro prima di alzare lo sguardo e guardarlo attentamente.

《In realtà non volevo dartelo stasera, ma a Seoul. Volevo procedere con calma e analizzare tutti i possibili scenari. Ma a dir la verità, non riuscivo nemmeno ad aspettare. Quando quel giorno ti sei dichiarato prima tu, pensavo che forse non sarei più riuscito a dartelo, che magari avresti cambiato idea non sentendoti proprio pronto. Per questo ti avevo interrotto la prima volta. Ma non mentivo quando dicevo che volevo dichiararmi prima io.》

Jimin non capì assolutamente nulla di quel discorso, stava iniziando a sentire una pressione sul petto avendo già intuito il contenuto di quel regalo.

Vide Jeongguk prendere la sportina e tirare fuori una piccola scatoletta, e solo in quel momento sentì nuovamente le lacrime bagnargli le guance.

Non riusciva a descrivere il suo stato d'animo in quel momento. Solo, voleva sentire le altre parole che aveva ancora in serbo per lui.

《So che può sembrare un azzardo, penso lo sia veramente. Però, non riuscivo minimamente a farne a meno. Sono passati pochissimi mesi ne sono consapevole, e forse avremmo bisogno di altro tempo per rafforzare il nostro rapporto, ma non riuscivo proprio a pensarci. Ti amo e lo sai.》 Prese un momento per riflettere sulle parole che voleva seriamente dirgli. Ma erano così tante, che non riusciva a creare un discorso coerente. Troppe erano le cose che voleva dire.

《Ricordo quando mi hai detto che i ragazzi e le ragazze ti vogliono solo per il tuo aspetto e per la tua fama. Ammetto che all'inizio era solo attrazione ciò che provavo per te. Normale direi, dato che non ti conoscevo. Però poi, uscendo sempre insieme, ho capito che ciò che provavo per te non era semplice attrazione. Volevo davvero qualcosa di serio. Non mi sono innamorato di te per la tua bellezza o per la tua fama. Mi sono innamorato di te per i tuoi piccoli gesti, per i tuoi sorrisi, per i tuoi sguardi, per le tue battute, per la tua serietà, per i tuoi sospiri, le tue guance rosse, per le tue esitazioni... Per la tua calma e comprensione che hai verso di me. Non mi sono mai sentito a disagio in tua compagnia. Ti amo per questi. Ho sempre voluto toccare le tue labbra e assaggiarle, e dio sa quanto mi ci è voluto per controllarmi durante la nostra prima uscita insieme in America.》

Continuò a guardare la scatoletta tra le sue mani, incapace di reggere lo sguardo di Jimin. Conoscendolo, sapeva bene che stava piangendo, se lo avesse guardato, avrebbe pianto pure lui.

《Vorrei compiere un passo in più, sempre se per te va bene. Posso benissimo aspettare, se non te la senti. Ma comunque, vorrei chiederti..》 Aprì la scatolina di colore nero facendo intravedere due anelli.

《Vorresti essere il mio fidanzato?》 Chiese questa volta alzando lo sguardo. Il suo cuore smise di battere non appena vide gli occhi di Jimin letteralmente pieni di lacrime. Le sue guance erano rosse e il suo corpo non smetteva di tremare.

Non riusciva a capire il suo comportamento, non capiva se era d'accordo con la sua richiesta o se non voleva. Si sentiva come distrutto, non riusciva minimamente a riconoscere quelle strane emozioni. Sentiva la paura, il panico cresceva, e il timore di essere rifiutato si faceva sempre più chiaro.

Automaticamente, le sue mani tentarono di chiudere la scatoletta, ma Jimin lo fermò poggiando quell'oggetto sul letto.

《Sì!》 Rispose con voce roca abbracciandolo poi fortemente. 《Non m-mi importa del contratto, la mia risposta è sì! Voglio esserlo, ti amo. Ti amo tantissimo!》

Ed è proprio in quel momento, che Jeongguk iniziò -anche lui- a piangere.

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『ANSWER』 - Kookmin auDove le storie prendono vita. Scoprilo ora