Il piano di Putin

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Matteo si stava addentrando fra gli infiniti corridoi del Quirinale a passo veloce. Non sarebbe mai potuto arrivare in ritardo all'incontro con il presidente Mattarella, non quel giorno. Sergio gli aveva riferito che avrebbe dovuto dirgli una cosa molto importante, e quando Sergio chiama si obbidisce.

L'uomo arrivò finalmente davanti alla porta del suo ufficio, e un po' col cuore in gola bussò con le nocche sul legno decorato.

"Avanti" sentì rispondere dall'altro lato. Matteo sussultò, poi aprì lentamente la porta. "Matteo!" esclamò Sergio "Finalmente sei arrivato! Siediti, prego" continuò indicando una sedia vuota accanto ad un uomo girato di spalle.

Matteo si avvicinò in fretta per poi sedersi senza distogliere lo sguardo dall'uomo dai capelli bianchi. "Vi ho chiamati oggi perché ho bisogno di un favore che potete farmi solo voi due". Matteo finalmente girò il volto incontrando un paio di occhi scuri troppo familiari.

"Luigi?! Che ci fai qui?" domandò sorpreso.

"Guarda chi si rivede, Salvy eh?" sogghignò quello.

"Vi chiedo gentilmente di lasciare i convenevoli a dopo, ora ho strettamente bisogno di spiegarvi le mie intenzioni, abbiamo poco tempo" li interruppe il presidente, poggiando le mani sulla scrivania. I due uomini si scambiarono uno sguardo alla riprendiamo dopo e si concentrarono sul discorso principale.

"Siete qui perché l'Italia è a rischio" iniziò l'uomo, facendo preoccupare gli altri due. "Come sapete il presidente Putin ha minacciato di bombardare il Vaticano per scoprire i segreti del pontefice. Non dobbiamo assolutamente permetterlo ma l'esercito non è pronto per combattere i soldati geneticamente modificati russi. Per questo motivo ho bisogno di una squadra di spionaggio. Giovanni, falli entrare" ordinò al segretario che era rimasto in silenzio accanto alla porta fino a quel momento.

Entrò un gruppo di persone circondate da una nuvola di fumo che lentamente si dissolse, mostrando le loro vere identità.

Sergio li presentò uno ad uno, mentre ciascuno di loro faceva un passo avanti quando veniva nominato.

Lucia Azzolina, il pilota.
Antonio Conte e Silvio Berlusconi, squadra di difesa armata.
Giorgia Meloni, hacker e scassinatrice professionista.

"E noi?" chiesero in coro Matteo e Luigi.

"Voi," annunciò Sergio "voi sarete vere e proprie spie, e dovrete infiltrarvi e rubare i piani di Putin".

"Non se ne parla!" Matteo si alzò in piedi agitato. "È troppo pericoloso, non ci penso nemmeno" affermò. Anche Sergio si alzò e si avvicinò cercando di rassicurarlo sul fatto che avrebbero avuto una squadra potentissima per aiutarli, ma Matteo non ne voleva sapere e decise di correre fuori a prendere una boccata d'aria, perché la situazione in quel momento era diventata troppo pesante e aveva bisogno di schiarirsi le idee.

"Hey..." si sentì chiamare alle sue spalle. Luigi gli si avvicinò lentamente. "Tutto ok?"

"Tu hai intenzione di accettare?" chiese il più giovane all'improvviso.

"Penso di sì" rispose l'altro con lo sguardo perso nel nulla, in piedi accanto a lui sulle scalinate del Quirinale. "Mi fido di Sergio" continuò "e dovresti farlo anche tu".

Matteo scosse leggermente la testa confuso. "Seguimi in Russia Matteo" sussurrò Luigi sfiorandogli la mano. "Vieni con me".

L'uomo fece un profondo respiro e si sistemò il giacchetto poiché le parole di Luigi gli avevano fatto salire i brividi lungo la schiena, per poi rientrare insieme a lui per iniziare a prepararsi per la missione.

Amore al Quirinale | Salvini x Di MaioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora