CAPITOLO V

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Era giovedì mattina e Alexandra aveva eseguito la sua solita routine. Una bella tazza di latte, con una montagna di corn flakes per colazione. Una mela per spuntino e per pranzo della pasta al pomodoro. La dieta italiana non si abbandona mai. Una maglia verde, pantaloni marroni, i soliti scarponcini, accessori vari ed era pronta per uscire. Quella mattina, nonostante fosse presto, c'era un certo via vai, che non si spiegava.

Quando arrivò davanti al negozio, vide che un operaio stava mangiando dal signor Rossi. Andò lì, <<Salve, ma che succede qui?>> chiese seguita dal suono assordante di un trapano. <<Ma salve bellezza>>, disse squadrandola. <<Stiamo allestendo un palco per una premiazione. A quanto pare un riccone ha deciso di fare una donazione di tanti bei ding ding al povero scalmanato che vincerà la competizione>>. <<Che tipo di competizione?>>, chiese il signor Rossi,  l'uomo rispose <<Non lo so. Verrà tutto comunicato sul momento>>, <<Sarà la solita roba che ti fa perdere tempo>> disse il panettiere, facendo un gesto di stizza con la mano e dirigendosi in cucina. Alexandra salutò formalmente e andò in libreria, ma si era talmente distratta, che non si accorse che il negozio era ancora chiuso. Guardò attraverso la vetrina, ed era tutto spento, tutto chiuso, un silenzio assoluto.

Non era mai successo.

Entrò e cominciò a sistemare tutto per accogliere i clienti, che di lì a poco sarebbero arrivati. Ma nel mentre non riusciva a non chiedersi perché Mrs Parkin non fosse lì. Magari stava ritardando? Magari le era successo qualcosa?

Le idee più disparate le passarono per la mente. Proprio in quel momento dalla vetrina vide passare una volante della polizia, che si diresse proprio verso la via in cui abitava Mrs Parkin. Nonostante non lo desse a vedere, l'ansia cresceva e l'angoscia di non sapere la stava inglobando. Prese il telefono, provò a chiamare, ma non ricevette alcuna risposta. Uscì e andò dal signor Rossi per sapere se l'avesse vista o magari lasciato un messaggio, ma nulla. Passò da Mr Johns, che alle sue domande rispose di non sapere nulla, ma che quando alzò lo sguardo, dietro Alexandra la vide. <<Voltati signorina>>. Quando la vide ne fu sollevata, temeva il peggio data l'età della sua amica.

<<Mrs Parkin tutto bene?>>, le disse andandole incontro. <<Ma certo mia cara, anche se ne sono successe di tutti i colori>>, disse sbuffando. Entrarono in libreria. <<Cos'è successo?>>, chiese Alexandra.

Mentre gli ultimi dettagli venivano sistemati per l'imminente arrivo dei clienti, Mrs Parkin raccontò:<<Nel palazzo in cui vivo, questa mattina, a qualche idiota è venuta la brillante idea di lanciare dei petardi, che però qualcuno degli inquilini ha scambiato per spari. Io avevo detto che non c'era nulla di cui preoccuparsi, ma non mi hanno dato retta>>. <<Ma le ho telefonato ... >>, l'anziana donna rispose <<Ero già uscita di casa quando hai chiamato, ed il cellulare è scarico>>, <<Capisco>>. Ad Alexandra tutta la situazione sembrava alquanto strana, dato che Mrs Parkin era sempre così precisa, ma decise di ignorare il fatto. <<Beh l'importante è che sia tutto apposto>>. <<Come sempre. Piuttosto cosa sta succedendo la fuori?>>. Spiegatogli tutto, continuarono la giornata come facevano sempre, quando arrivò l'orario del pranzo.

Finalmente il palco era stato allestito e tutto prese senso quando arrivò il presentatore. <<Buonasera a tutti, a quelli belli e quelli brutti>>. Il silenzio seguì. <<Un pubblico difficile, direi>>. Era un bell'uomo, alto e con i capelli che sembravano avessero preso una scossa elettrica. L'uomo ben vestito disse <<Io sono Frank Stone, qui per voi oggi>>. Incredibilmente riusciva a sparare una raffica di parole, anche insensate, probabilmente nel tentativo di far ridere, ma non ottenendo molto riscontro. <<Bene, bene. Torniamo al motivo per cui siamo tutti qui. Un grand'uomo ha deciso di fare una donazione, direttamente dalle sue fonti auree, ad un fortunato oggi. Il primo che riuscirà a rispondere correttamente alla domanda che ho tra le mani vincerà la bellezza di cento mila dollari>>. Mrs Parkin e Alexandra si guardarono negli occhi, e intesero la loro complicità. Avrebbero collaborato per vincere e diviso il premio se fossero riuscite ad ottenerlo. <<Tutti quanti avrete una sola chance di dire la vostra. Siete pronti? Ecco la domanda>>. Una pausa d'effetto che mise tutti sull'attenti. <<Ah dimenticavo>> disse il presentatore, seguito da un mormorio di massa,<<È ovviamente vietato cercare su qualsivoglia strumento la risposta. E ora procediamo>>. L'aria era carica di tensione.<<La domanda è: che cos'è è un luppino? Una pianta, un piccolo animale, un legume o un fiore?>>. Alexandra riconobbe subito il legume che tante volte aveva mangiato nella sua terra d'origine, ma lo scintillio che aveva negli occhi si spense quando vide la mano del signor Rossi già alzata. <<Oh che velocità>>, disse il presentatore. Il panettiere disse <<È ovvio che un luppino è un piccolo animale. Un piccolo lupo. Ora che ho vinto, per favore fatemi passare che salgo a prendere i miei soldi>>, disse con tanta sicurezza facendosi strada tra le persone, ma fu fermato. Alexandra cercò con lo sguardo Mrs Parkin, però si era allontanata.

<<Signore mi dispiace dirglielo, ma la sua risposta è sbagliata>>, disse con fervore Frank Stone. <<La gara è ancora aperta, ripeto la domanda e le possibili risposte>>. Mentre il presentatore parlava, Alexandra aveva già la soluzione in mente, sapeva perfettamente cosa dire, bastava che fosse la più veloce ad alzare la mano. L'eccitazione era palpabile. Quando vide di sfuggita che nella strada accanto una bambina era caduta per terra e si era ferita. Chiamava la madre, ma era troppo distratta dalla competizione. Alexandra disse tra sé e sé che di lì a poco sarebbe tutto finito e che la bambina non aveva bisogno di un immediato intervento, ma poi la vide. Una macchina in lontananza, visibilmente costosa, che si avvicinava molto velocemente, sulla stessa strada della bambina, che gli dava le spalle. Il guidatore sembrava attento, finché non gli cadde il telefono che aveva all'orecchio. Una scelta da prendere, pochi secondi è sarebbe stata ricca, ma pochi attimi e cosa sarebbe accaduto alla bambina?

Non ci pensò due volte. Un nano secondo e scattò. L'adrenalina in circolo. Mancarono di poco la macchina. Alexandra aveva perso i soldi, ma non le importava, la bambina era salva. Era contenta che lei stesse bene, però la rabbia le ribolliva dentro. Con la bambina in braccio che la stringeva, ancora spaventata, si diresse verso la madre e le disse <<Oggi c'ero io, in futuro cerchi di esserci lei>>. Dopo di che le passò la bambina dicendole <<Ora la tua mamma penserà a te, eccoti un dollaro per prendere qualche biscotto dal signor Rossi>>. Le accompagnò al panificio spiegandogli come curare le abrasioni. Uscita di lì andò in libreria. Entrò, chiuse la porta e vi poggiò la schiena guardando il cielo, in segno di gratitudine. <<Tutto ok?>>, <<Si Mrs Parkin, per fortuna. Piuttosto chi ha vinto?>>, <<Un tizio. Un certo Tom Sparkle>>. <<Non so chi sia. Mi scusi faccio una telefonata alla polizia>>,<<Perché?>> chiese stranita l'anziana donna. <<Per denunciare il pezzo di lerciume che ha quasi investito la bambina, sperando che non abbia messo sotto nessuno>>. Mentre partiva la chiamata, Alexandra si ripeteva le lettere e i numeri della targa. Chi merita pagherà il prezzo delle sue azioni.

ALEXANDRA CRANE E IL MISTERO DEL MONTICELLI PALACEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora