CAPITOLO XV

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Quando Alexandra arrivò in cima alle scale, dopo lo scontro avuto con quello che lei riteneva essere un ragazzo spocchioso e viziato, non era stanca ma sicuramente sudata. Inserì la chiave e sbucò nel terrazzino. La pioggia imperturbabile cadeva, tant'è che formò qualche centimetro di laghetto lì su. Fortunatamente Alexandra non si bagnò più di tanto, ma rimase sicuramente incantata per qualche secondo nel vedere le nuvole così scure e vicine ai tetti dei palazzi. L'oscurità avvolgeva la città in una morsa e i fulmini tagliavano l'aria, mentre le gocce d'acqua pesanti si schiantavano al suolo.

Prima di cominciare a cucinare si chiuse in bagno e si dette una sciacquata. Con l'asciugacapelli cercò di far tornare nuovamente asciutta la maglia, anche se emanava un certo odorino che decise di ignorare.

Da quando era entrata nell'alloggio, aveva lasciato l'esserino sul divano, prontamente coperto con un plaid mentre mangiava da un piattino la barretta rimasta. Uscita dal bagno decise che quel poco che rimaneva l'avrebbe conservato, magari uno snack intero nell'arco di poche ore era troppo. Appena gli tolse il piatto e vide che Alexandra se lo stava portando in cucina fece un balzo dalla spalliera del divano aggrappandosi alla sua gamba. Quasi le cadde il piatto per il gesto improvviso. Allora lei con gran velocità lo posò in frigo nel primo spazio vuoto che vide. Non appena chiuse l'anta, il lemure saltò finendo con l'aggrapparsi alla maniglia. Alexandra per distrarlo prese una tazzina e la riempì d'acqua che poggiò sul piano in marmo, gli porse il braccio, salì e si mise sulla mano di lei che lo fece bere.

Dopo poco le porte dell'ascensore si aprirono e Alexandra si affacciò sul corridoio. <<Mr Patterson come si sente? Spero bene perché ho bisogno del suo aiuto per preparare il tutto prima che arrivino le ragazze>>, <<Sono nuovamente operativo Miss, a sua disposizione>>. <<Sto preparando dei tortellini in brodo, spero che le piacciano>>. Era rimasto sorpreso dall'invito a cena, infatti Alexandra non tardò ad accorgersene <<Pensava che l'avremmo lasciato da solo?! Se potessi la farei restare anche a dormire, ma so che ha già una sua camera nell'hotel>>, fece spallucce e tornò velocemente in cucina. <<La ringrazio Miss. È sicura che non vuole che me ne occupi io?>>, <<No no. Piuttosto se mi da una mano a preparare il divano letto ne sarei felice>>. Fece un cenno col capo e si mise a sistemare per rendere l'ambiente ideale.

Mentre apriva il divano, l'attenzione di Mr Patterson ogni tanto veniva catturata da dei suoni lievi. Per un momento pensò che provenissero da fuori, dato il maltempo era più che plausibile, ma non poteva essere perché non riusciva ad identificarli. Legno scrocchiante accompagnato da fruscio. Ad un certo punto un rumore un po' più forte. Il maggiordomo si volse verso la camera da letto, il suo sguardo oltrepassò la soglia aperta e vide una pigna rotolare fino alla porta. Con molta calma e in maniera silenziosa si affacciò per vedere cosa stesse succedendo. Molto velocemente si diresse in cucina <<Miss Crane mantenga la calma, ma credo ci sia un ratto nella camera da letto>>. Alexandra abbassò la fiamma sotto la pentola. <<Come un ratto? Spero che il lemure stia bene>>. Patterson si frenò nella camminata rimanendo indietro rispetto alla ragazza, lei si affacciò sulla camera <<Da quando abbiamo un lemure Miss?>>, <<Da questo pomeriggio. L'ho trovato nella hall, spaventato e infreddolito. Mr Patterson io non vedo niente a parte la confusione creata dall'esserino>>. Un respiro profondo e disse <<Miss, ma è proprio indispensabile tenerlo così libero?>>, disse cercando di trattenere l'evidente disagio stringendosi le dita. Alexandra prese la pigna con la quale stava giocando il lemure, attirandolo sulla sua spalla e portandolo nel salotto. Patterson fece velocemente due passi indietro. Lei si diresse in bagno, prese un asciugamano che posò su un cuscino di una delle poltrone, per far salire il nuovo amichetto a giocare. <<Credo che starà tranquillo qui. Torno in cucina>>. Non appena Alexandra si girò il lemure fece un balzo e le si appese al braccio. <<Ah ok. Mr Patterson può continuare lei a cucinare? Sistemo io di qua con il mio piccolo aiutante>>. <<Non ci penso due volte, accetto volentieri Miss>>, disse dirigendosi rapidamente in cucina. Ormai il divano letto era stato aperto non restava altro da fare che mettere le lenzuola e dare una ripulita alla stanza accanto.

Quando le tre dipendenti arrivarono seguirono il profumino che le portò direttamente ad una tavola, se pur piccola, apparecchiata. <<Dovremmo stringerci un po', ma lo spazio c'è. Se vi siete già lavate le mani potete accomodarvi>>. Margaret tirò dritto verso il bagno, mentre le altre si scambiarono uno sguardo come a voler dire "Ah, la principessa pensa che i suoi sudditi siano sporchi...", ma si diressero comunque verso il lavandino.

Il silenzio fu totale durante la cena, perciò Alexandra si basò sulla voracità degli ospiti per capire se i tortellini erano di loro gradimento. Dopo aver svuotato la pentola e lavato i piatti Alexandra disse <<Qualcuno vuole del gelato? È l'unico dolce che abbiamo>>. Nonostante il freddo tutti alzarono la mano.

Svuotata anche la vaschetta, per interrompere il silenzio la giovane proprietaria disse <<Allora che nome gli diamo?>>, <<A chi?>> chiese Miss Jindal. <<Al lemure ovviamente>>. Keshini alzò gli occhi al cielo e disse <<Perché non intende restituirlo al proprietario?>>. Alexandra rispose tranquillamente <<Vediamo, considerando che è qui illegalmente, dubito che ci sia un certificato di appartenenza, e visto che me ne sto occupando io, anche per farlo mettere in regola direi che è ora di dargli un nome>>. Giustamente non potevano sapere delle telefonate fatte mentre preparava la cena. Alexandra si alzò e ritornò in cucina solo dopo aver preso l'esserino e poggiato sul piano su cui avevano appena mangiato distraendolo facendo rotolare la pigna avanti e indietro. <<Prima di trovargli un nome, dall'odore direi che ha bisogno di un bagno. Sa di cipolla>>, disse Katherine portando una mano al naso. <<Mi sa tanto che sono io, non ho avuto un attimo per far lavare la maglietta>>. Margaret ignorò completamente il discorso e disse <<Io direi Willfred o Jack. Sempre che sia un maschietto, cioè a me lo sembra>>, con un dito sollevò una delle zampe posteriori del lemure nella speranza di trovare qualche indizio sul suo sesso. <<Non ha la faccia né da Jack né da Willfred. Io direi Shanti>>, propose Keshini in maniera inaspettata. <<Tutti belli ma non credo siano adatti>>, disse Alexandra tenendo il mento tra il pollice e l'indice mentre osservava il piccolo lemure mordicchiare la pigna. <<Comunque lo chiamerete per me sarà sempre la palla di pello>>, disse Katherine mentre sorseggiava un bicchiere d'acqua. <<Mmmm Smith, Miles, Johnny ... >>. Alexandra fece una piccola pausa, poi esclamò <<Trovato, si chiamerà Milo. È perfetto>>. <<Gli si addice>>, concordò Maggy. <<Ottima scelta Miss>>, disse il maggiordomo ritraendosi all'avvicinarsi del lemure. <<Miss Crane e signore se per voi va bene io mi ritirerei nella mia camera. Per qualunque cosa sapete come contattarmi>>, <<Ma certo Mr Patterson. L'accompagno all'ascensore. Scusatemi un attimo, vi lascio fare amicizia con Milo>>. Si alzarono e raggiunto il corridoio, in attesa che l'ascensore arrivasse, Alexandra ringraziò di nuovo Patterson e aggiunse <<Ora vedrò come far lavare questi vestiti, così domani saremo nuovamente operativi e tirati a lucido per i clienti>>, <<Molto bene Miss>>. In quell'istante arrivò l'ascensore, <<Buonanotte Miss>>, <<Buonanotte e faccia attenzione>>. Lo scambio di sorrisi cordiali terminò quando le porte si chiusero.

Raggiunte le altre, fece una smorfia di contentezza nel vedere che almeno due delle dipendenti coccolavano e giocavano con Milo. Miss Decker era presa dai messaggi del telefono. Sull'uscio Crane disse <<Molto bene ragazze abbiamo due letti matrimoniali decidete come dividerci. Io andrò in bagno per ultima, così non creerò disagio>>.

Alla fine, decisero di dormire nella camera da letto Miss Jensen e Miss Jindal. Toccò a Katherine condividere lo spazio con Alexandra e non ne era felice, non tanto per Alex in sé, ma perché abituata a stare sola. Dopo che le dipendenti andarono in bagno, venne il turno della giovane italiana. Passarono cinque minuti prima di riuscire a sentire cosa dicessero in salotto <<A me questa non mi convince. Sembra troppo piena di sé. È arrivata e si è messa a fare il capo>>, <<Sei troppo dura Kesh. Io credo che non sia poi così male. Sicuramente è spiazzata, ma chi non lo sarebbe se venisse catapultata, come lo è stata lei, in tutto questo>>. <<A me basta che mi paghi e tenga quella palla di pelo lontana. Non dobbiamo essere amiche e non penso neanche che potremo esserlo>>. Alexandra a quelle parole ci rimase un po' male, anche se era abituata a questo tipo di trattamento, al primo impatto veniva in ogni caso colpita. Per qualche minuto si rannicchiò sotto il getto della doccia calda. Finito il tutto si asciugò per bene e rimase in accappatoio. Uscita dalla stanza trovò già tutte le luci spente, con solo l'illuminazione proveniente dall'esterno a farle vedere dove poter mettere un piede dopo l'altro. Mise i vestiti da parte e si sedette con una coperta su una delle poltrone, dato che Katherine era riuscita ad occupare interamente il letto, quindi spostata la poltrona su cui non dormiva Milo e messa a guardare la pioggia che incessantemente continuava a cadere, si avvolse in un bozzolo e si addormentò.

ALEXANDRA CRANE E IL MISTERO DEL MONTICELLI PALACEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora