Capitolo 13

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Avvertenza:Capitolo con qualche scena spinta,per chi è suscettibile chiederei gentilmente di non leggere.

Un mese dopo...

Calleb, da quando ritornò al villaggio non si sentì più lo stesso. Preferiva  rimanere rintanato nella solitudine di casa sua. Che da quando Kylie non ci viveva più, tanto sua  non lo era più .  Almeno così non la sentiva più.

Stando lí dentro, si sentiva spaesato e vuoto e la sofferenza non aiutava per niente.

Faceva un male cane quella mancanza che si faceva sentire ogni giorno sempre di più, credeva che se avrebbe continuato così, prima o poi sarebbe diventato pazzo. Questo era sicuro.

In fondo era proprio questo che succedeva a un lupo solitario che perdeva la sua dolce metà, finiva che dopo un paio di giorni dalla scomparsa dell'altro, poi iniziava a dare segni di cedimento, diventando depresso fino a impazzire del tutto e perdendo così il controllo delle proprie azioni, con il rischio di diventare un pericolo per se stesso e per chi gli stava accanto, fino al punto che il proprio branco decideva di farlo sopprimere.

Oppure succedeva di decidere di lasciarsi lentamente a morire, per via della straziante solitudine.

Triste lo era, però purtroppo questa era la vita di questi lupi solitari e Calleb ora era nuovamente uno di loro.

Che depresso lo era e chiunque l'avrebbe notato. Tutti, tranne lui, che essendo in quello stato non se ne accorgeva nemmeno.

Se ne stava davanti allo specchio,  fissando con odio il proprio riflesso, le mani che stringevano a pugno l'orlo del marmo. Voleva riavere con sé il suo piccolo, ancora una volta. Voleva baciarlo, abbracciarlo e voleva farci di nuovo l'amore, per poi addormentarsi stretto a lui.

Voleva rivedere quegli occhi verdi dal colore più bello che avesse mai visto, che se li guardavi ti trasmettevano la purezza che era in quella creatura fiabesca,in quel  ragazzino dall'ingenuitá  di un bambino.

Il suo piccolo diamante. L'anello di Saturno, quello che aveva il potere  di farlo rimanere stabile. Ma ora non era più lí con lui e chissà se mai l'avrebbe più rivisto.

Non voleva pensare a un futuro senza il suo compagno, senza il suo calore ,  l'odore buono che emanava ogni volta che erano insieme.

Non voleva e basta, anche se forse doveva prendere la considerazione che così doveva andare. Non si poteva fare altrimenti. Prima l'avrebbe accettato e meglio sarebbe stato.

Però un conto era dirlo, ma poi farlo  allora era tutta un'altra cosa e lui in tutta franchezza non ci riusciva e basta.

Cosa avrebbe fatto ora? Come avrebbe potuto andare avanti, come se niente fosse stato?

Perché la vita doveva essere così tremendamente ingiusta? Perché si divertiva a prenderci in giro ? Con tutti questi pensieri in testa, Calleb, provò anche rabbia nei confronti della loro creatrice, la madre luna.

Perché a quel punto donare a ognuno di loro quello stupido e insignificante stemma, se poi tanto erano destinati a rimanere soli, per un motivo o l'altro?  Semplicemente trovava ingiusto tutto questo, non riusciva a trovare un senso a ciò .

E proprio quando gli occhi divennero lucidi, nello specchio gli sembró di rivedere il riflesso sorridente del suo piccolo. Non sapeva nemmeno più lui stesso se quella fosse realtà o solo un frutto della sua fervida immaginazione.

"Kylie..."
Sussurrò portando la mano allo specchio, con un mezzo sorriso .

Ma ecco che Kylie sparí, rivedendo il proprio riflesso e quando successe il sorriso sparí, facendolo ritornare alla triste e cruda realtà. Quella in cui non c'era nessun Kylie, ma solo un Calleb solo con sé stesso.

Il mio predestinato / Omegaverse / IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora