Capitolo 18

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Kylie, rimasto nello chalet, accese il caminetto per mandare un poco di calore nell'ambiente, mentre vegliava sulla madre che riposava. Ogni tanto con una dolce carezza gli accarezzava i capelli non più morbidi.

《Ti voglio bene mamma》.
Sussurrò dolcemente, felice nel sapere che stesse bene e che non l'avesse persa.

Guardò quel viso dormiente che un poco gli assomigliava, promettendosi che da quel giorno in poi gli sarebbe sempre rimasto vicino, senza mai più lasciarla.

Quei suoi pensieri vennero interrotti da una porta che si chiudeva, e alzandosi dal pavimento raggiunse Calleb, che lo guardava con dolcezza.

Kylie lo abbracciò, sentendosi più sollevato nel averlo vicino. Lì con lui si sentiva più al sicuro.

《Tutto bene, piccolo?》
Gli chiese avvolgendolo con il suo calore.

《Sí》.
Rispose, baciandogli sul cuore.
《Mamma sta riposando, ma una volta che sarà sveglia, vorrei presentartela. Vorrei presentargli il ragazzo più speciale che io conosca》aggiunse con un sorriso.

《Sei sicuro? Dopo quello che è successo non so se potrei piacerle, potrebbe anche odiarmi》disse con una piccola smorfia sul viso facendo ridacchiare il più piccolo.

《No, non è da lei. È difficile che ci sia qualcuno che non le vada a genio. Credimi》disse perdendosi nel dolce ricordo di lei.

《Dici? Perché se mi accetterebbe io sarei disposto a sposarti e anche subito》buttò all'improvviso, facendo rimanere a bocca aperta il più piccolo, il quale si staccò per guardarlo con una luce che prese a brillare più che mai.

Kylie, dolcemente gli prese una mano e se la portò sulla guancia fredda, per poi bearsi di quel calore.

Chiuse per un momento gli occhi perdendosi nelle forti emozioni, come l'amore che provava nei suoi confronti e poi riaprendoli li incatenò in quelli ghiaccio che lo guardavano con intensità.

《Una volta che tutto si sarà sistemato, potremmo iniziare una nuova pagina, quí, insieme》sussurrò dolcemente, per poi baciarlo sulla labbra.

Kylie a quelle parole rimase al quanto stordito. No, che non gli avesse fatto piacere sentirselo dire. Ma tutt'altro, non era solo riuscito a comprendere fino in fondo , ciò che in realtà avesse voluto dire.

《Ma ... Odiano la nostra specie 》.
Disse con rammarico, avendo paura che ciò, li avrebbe portati a separarsi di nuovo.

Calleb scosse la testa.
《Ho in mente un piano e se tutto andrà a buon fine, le cose cambieranno. Tu e tua madre sarete liberi di volare dove più desiderate . Non ci sarà più nessuno a intoppare le vostre ali. Non dovrete più nascondervi》.

Il più piccolo fu felice di sentire quelle parole. Calleb gli stava dando speranza. Calleb stava dando un nuovo inizio a lui e a sua madre.

《Grazie per questo pensiero, ma non voglio che con questo piano ti metta nei guai》lo ammoní dolcemente, per poi regalargli un bacio ma più profondo, che il più grande apprezzò.

《Per te questo e altro, voglio solo la tua felicità》.

《La mia felicità siete tu e mia madre. E finché tu sarai al mio fianco tutto andrà bene 》disse Kylie, dicendo ciò che realmente corrispondeva alla verità.

Perché, il suo posto era lì, accanto al suo angelo protettore. Colui che amava.

《Piccolo mio》.
Sghignazzò il più grande per poi sollevarlo da sotto il sedere, e farsi allacciare le sue gambe intorno ai propri fianchi.

Di conseguenza Kylie allacciò anche le braccia intorno al suo collo, beandosi di quei piccoli attimi fatti solamente di loro due.

《Fidati di me quando ti dico che tutto avrà un suo lieto fine e noi avremo il nostro》uní le loro fronti. Accarezzando le proprie labbra le morbide labbra dischiuse dell'altro, ma senza baciarlo.

《Mi fido. Se mi dici così, so che sarà così. Ma ora baciami 》lo sorprese con un sorriso.

E quell'ordine presto venne esaudito, mettendo in quel gesto non solo i sentimenti ma anche l'anima.

***

Quella sera era tutto pronto per il piano.

Calleb raggiunse il vecchio magazzino abbandonato, quello che era il nascondiglio segreto del dittatore codardo.

E senza saper aspettare, con tutta la forza che aveva in corpo, prese la rincorsa e buttò giù la porta in acciaio con una spallata. Subito dopo un polverone venne sollevato in aria annebbiando la vista. Ma questo non fermò Calleb, deciso più che mai a portare al termine ciò che aveva escogitato.

Raggiunse l'interno buio, illuminato debolmente dalla luce lunare che filtrava tra le piccole finestrelle blindate dalle sbarre. Poi si guardò un poco in giro, per accertarsi che chi stava cercando non fosse nascosto da qualche parte.

"Rex! Esci fuori".
Irruppe senza alcun timore, consapevole che gliel'avrebbe fatta pagare per tutto.

Nessun rumore, nessuna voce udí. E questo lo fece arrabbiare ancora di più .

"REX".
Si fece di nuovo sentire, sicuro che era da qualche parte.

Poi raggiunse delle scale che conducevano ai piani alti ed uno alla volta prese a salire con cautela, facendo scricchiolare i vecchi scalini malandati.

《Calleb, che piacere averti nella mia dimora》sghignazzò Rex posizionato sull'ultimo scalino.

Calleb lo guardò senza emozioni dipinte sul viso, nonostante dentro di sé stesse morendo dalla voglia di fargli capire che presto avrebbe smesso di comandare sugli altri.

Senza dire più niente, Calleb si trasformò in lupo mostrando le zanne affilate che si intravedevano mentre ringhiava. La sua figura era in posizione attacco, ferma e distaccata.

《Bene, vedo che vogliamo giocare alle stesse armi. A questo punto non sarò in nessun netto svantaggio》detto ciò prese anche lui la sua vera forma, in un specie di mutante, molto più grosso. Ma Calleb di certo non si fece intimidire.

Continuava solo a guardarlo con fare cattivo, pronto per saltargli addosso e azzanargli il collo. Ma nonostante questo, si obbligò di mantenere la calma. Senza commettere nessuna mossa sbagliata.

Dopo un paio di secondi di sfida occhi negli occhi, fu il più vecchio a dare via a quella lotta dei piú forti. Rex, con un balzo si lanciò addosso a Calleb, che mentre tentava di non farsi azzannare, rivoltò le posizioni. Con le zanne affondò nella tenera carne dell'altro , che mugugnando di dolore, rovesciò nuovamente le posizioni con un tonfo. Lo trafisse con quei suoi occhi colore rosso rubino che nel semibuio della stanza erano più vividi che mai.

Mentre l'albino con una zampata, lo fece roccolare vicino al muro, pensando che non poteva perdere questa battaglia. La rabbia era tanta che bastava poco per fare accendere la miccia e fare scoppiare tutto. Calleb, non era da sottovalutare.

Rex, essendo di corazza dura il colpo non lo sentí nemmeno, prese ad ululare richiamando i suoi scagnozzi, e l'albino capendo che si trattava di un tranello, guardandosi in giro si ritrovò circondato dai suoi simili, ma mutati in creature diverse. Il pelo folto e nero, artigli affilati come quelli di un volatile, zanne affilate che uscivano dalla bocca, che producevano un poco di sbava dettata dalla cattività in cui vi erano. Erano creature molto più grossi e di una forza mille volte superiore di quella di un licantropo normale.

Ritrovandosi quasi circondato, capí che era ora di iniziare i veri giochi, così usando la telepatia richiamò i propri compagni, attirandoli a sé . Ululò verso la luna che si intravedeva dalla finestra, lasciandosi proteggere dai caldi raggi. Sapeva che la madre luna era con lui.

《Avanti Calleb, fammi vedere tutta la forza che possiedi》ringhiò quello, rizzando il pelo.

《Questa stessa sera finirai di dettare leggi. Da questa sera, verrai eliminato una volta per tutte》e mentre disse ciò, di chi sapeva ciò che stava dicendo, i soccorsi arrivarono guidati dal suo fianco destro, Marcus.

Il mio predestinato / Omegaverse / IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora