Piccole preoccupazioni

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"Io mi avvio in istituto. Ci vediamo dopo?" Mi avvicino a Sergio e gli lascio un bacio sulla guancia. Poi si gira e lo ricambia. "A dopo allora." Esco e mi avvio verso la macchina,nonostante la mancanza della mia piccolina si faccia sentire. L'istituto dista dieci minuti da casa di Sergio,quindi l'arrivo è pratico e indolore. Dopo la confessione ufficiale sono più che decisa di scoprire chi è mister X, per giunta assassino di mia figlia e rovina ufficiale della mia vita. Insomma,diciamo che la nostra separazione è l'ideale per concentrarmi solo ed esclusivamente all'omicidio di Charlotte. "Buongiorno professoressa!" Stefano è il primo ad avvicinarsi a me,e con tutta la gentilezza del mondo mi invita a prendere un caffè. Poi,ci raggiungono anche Lara,Paolone e Giacomo. Manca soltanto lui. " Claudio mi ha raccontato tutto... mi dispiace tantissimo per come è finita ." "Tranquillo,ma adesso a lavoro voi due! Io ed i vostri professori abbiamo da fare. Ah Giacomo, mi piacerebbe che facessi da guida alla nuova ragazza... Giulia!" "Bene,sarà fatto." Mi allontano e vado verso il mio ufficio per riguardare la perizia riguardo il caso di Charlotte, dato che non ho avuto il coraggio di assistere alla sua autopsia. O cazzo! L'interrogatorio di Umberto Pillows! Cazzo cazzo cazzo! "Sei arrivata finalmente!" "Perdonami ! Ho perso la cognizione del tempo!" Fortunatamente, il presunto assassino non si è ancora presentato. "Ma tra quanto arriva?sono quindici minuti che sono qui!" È proprio in quel momento, che un uomo sulla quarantina varca la soglia della questura, gelida come non mai: Alto,occhiali marroni, sciupato. Indossa dei vestiti molto classici; credo sia un tipo molto egoista da come mi urta senza scusarsi. "Spero di non averla fatto aspettare troppo,signorina." Con tutta la calma del mondo, mi appoggio alla scrivania e passo la perizia del caso a Sergio, che la sfila sfiorandomi la mano: non ha capito un cazzo. "Bene. Secondo i tabulati telefonici della signora Belvedere, lei è l'ultima persona che ha interagito con lei. Mi sa spiegare cosa ci faceva a Roma?" L'uomo, con L'autostima a mille,sorride e ci racconta il suo Alibi,solido è giustificabile. "Benissimo. Abbiamo finito qui." Prima che possa varcare la soglia, gli urlo alle spalle "non faccia un altro passo. Ritorni subito qui!" Si gira e con tutta l'eleganza del mondo , per poi dire "signorina , potrebbe avere il mio numero anche usando la gentilezza. Tanto, gliel'avrei dato lo stesso." "Signor Pillows, non mi faccia ricorrere alle maniere forti. Le ho detto di ritornare qui. Mi mostri le mani." "Cosa? No!" Prima che lui scappi,lo afferro per la cintura dei pantaloni e lo attiro a me. "Stia calmo e nessuno si farà male." Sotto le unghie ha qualcosa: qualcosa di inusuale . "Ma... è cocaina!" Diversi sguardi ... tentativi falliti di liberarsi e poi... dopo una forte presa... il buio più totale.
2 ore dopo...
"Alice! Ehi... stai bene?" Sono stordita, non ricordo più nulla. Se non che.. "avete preso Pillows?" Sergio mi fulmina con lo sguardo e poi mi prende per mano, guardandomi con uno sguardo dolcissimo. "Alice,quando smetterai di fare la signora in giallo?" " quando il sole tramonterà a Nord e le nuvole saranno immerse nel mare. Tradotto? Mai." "C'è una persona per te." "C-c-Claudio?" "Alice! Ti sei ripresa finalmente! Amore mi hai fatto..." oh cazzo.

Odi Et Amo:l'allievaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora