Il P.O.V di Paul McCartney.
«Stai lontano! STAI LONTANO!-»
Le migliaia braccia uscironò dalla vasca da bagno, sporca e quasi distrutta, si allungarono verso il mio debole e tremolante corpo, provando a raggiungerlo.
Urlai, sperando che qualcuno mi sentisse e venisse a salvare un ragazzo spaventato e incapace di fare qualsiasi cosa pur che salvarsi invece di morire a causa di stupidissime e allo stesso tempo inquietanti braccia.
Le migliaia di mani riuscirono ad afferrarmi da entrambe le gambe, facendomi cadere con il petto e il mento per terra e iniziando a trascinarmi verso la vasca.
Urlai di nuovo, prima di sentire una mano afferrarmi dal collo e sollevarmi da terra.
La mia vista divenne acquosa a causa delle lacrime che si stavano pian piano formando nei miei occhi.
Non riuscii quasi più a respirare, a causa delle dita avvolte attorno al mio collo e a causa della mano stretta che mi stava strozzando.
I miei occhi sgranati si rigirarono all'indietro e le prime lacrime si fecero strada lungo le mie guance, cadendo sulle mattonelle fredde del bagno in cui sarei probabilmente morto.
Mi ritrovai a vedermi in terza persona, osservai la mano che mi stava strozzando, e il povero me che stava piangendo dalla paura di morire.
Subito dopo la mano mi alzò in aria un po' di più, per infine schiantarmi sul bordo della vasca da bagno.
La mia spina dorsale si ruppe in due e io urlai dal dolore provocato.
Un mucchio di sangue uscì dalla mia bocca aperta, il mio naso e i miei occhi ormai bianchi.
Mi svegliai di botto, urlai a voce alta e mi guardai intorno, ero nella mia stanza, una coperta era appoggiata sopra il mio corpo sudato.
Il mio cuore stava battendo all'impazzata e un paio di lacrime stavano attraversando le mie guance.
Continuai a guardare attorno alla mia camera da letto, strinsi la soffice coperta con tutta la mia forza e poi mi misi a piangere in silenzio.
Smisi di piangere quasi subito, girai la testa verso il mio comodino e per un paio di secondi non vidi tutt'altro che una faccia biancastra.
Era una figura umana storta, aveva gli occhi bianchi e un sorriso smagliante inquietante, era una donna vecchia, aveva le rughe sul viso e del sangue proveniente dalla sua bocca e naso.
Notai una cosa ancor piú raccapricciante.
In fronte aveva un buco che sembrava provenire da un proiettile ed anch'esso stava sanguinando.
Sgranai gli occhi e urlai ad alta voce di nuovo.
Presi la prima cosa che era sul mio comodino, cioé l'orologio, e lo scagliai contro la figura che mi stava osservando.
Fortunatamente scomparse appena le tirai l'oggetto.
Ottenni un orologio rotto.
Non seppi nemmeno che ore erano e d'altronde, non avevo il minimo coraggio di toccare il pavimento o muovermi per alzarmi e curiosare sul orologio che era ormai sfacciato.
La domanda che mi diede i brividi ancor di piú era,
«Perché diamine mio fratello e mio padre non si erano svegliati?»
Avevo praticamente dato in dono i miei polmoni per urlare cosí forte ma nessuno dei due si sveglió lo stesso.
Decisi di sdraiarmi sul letto e provare a prendere sonno ma senz'alcun risultato.
Per tutta la notte la mia mente vagava per capire che cos'era quella creatura inquietante.
Mi rigirai nel letto diverse volte, provando a dormire ma niente accadde.
Ero troppo spaventato, confuso e allo stesso tempo incuriosito dall'accaduto.
Mi chiesi la stessa domanda per tutta la notte.
«Cosa cavolo sta succedendo?»
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𝓤𝓷𝓮𝔁𝓹𝓮𝓬𝓽𝓮𝓭 𝓒𝓸𝓶𝓹𝓪𝓷𝓎
FanfictionJames Paul McCartney, un ragazzo di quindici anni appena compiuti, conoscerà una persona che gli fará cambiare vita. Entrambi diventeranno buoni amici, ma le cose presto peggioreranno giorno dopo giorno, provocando problemi ai due ragazzi. Attenzion...