Il P.O.V del narratore.
«Brutto pezzo di- merda!»
Stuart bloccó al muro Paul e gli cacciò un pugno nello stomaco, facendolo cadere sulle mattonelle gelate del pavimento.
Gli diede degli ultimi pugni in faccia, provocandogli un occhio nero e delle ferite alle labbra.
Era pieno di rabbia, odio e gelosia.
E tutta la causa?
"l'amicizia" stretta di John e Paul.
Odiava ciò che li rendeva inseparabili, ciò che li rendeva così.. potenti.
Era arrabbiato con Paul per avergli portato via John, per avergli portato via la sua anima gemella.
Ed era geloso di tutti e due, era geloso perché aveva paura di non essere in grado di incontrare qualcuno che lo capisse, che lo supportasse e che lo amasse.
Voleva avere una persona accanto a sé, una persona che lo abbracciava e lo cullava nelle sue braccia.
Qualcuno proprio come John.
Oh quanto avrebbe voluto incontrare qualcuno del genere.
Stuart gli diede un ultimo calcio, per poi aprire la porta del bagno e scappare via come un codardo.
Paul nel frattempo, si alzò pian piano da terra e si avvicinò ad un lavandino, iniziando a lavare via il sangue presente sulla sua faccia e le mani.
Strinse i suoi pugni e guardò il vuoto, permettondo alle lacrime di cadere dentro al lavandino.
Il P.O.V di John Lennon.
«Ay ay ay professore!»
La voce di Stuart mi distrasse dalla lettura del mio fumetto pornografico e alzai la testa, puntando lo sguardo su di lui.
Si stava comportando in modo strano e frettoloso, ma io non ci feci tanto caso e continuai a leggere il fumetto.
«John Winston Lennon, cosa sta leggendo?»
La voce del professore rimbombò dentro le mie orecchie, disturbandomi e scocciandomi.
«Nulla prof-»
Non fui in grado di dire una sola frase che il fumetto scomparse dalle mie mani e finì tra quelle del professore.
«Come osa leggere questi fumetti sporchi in classe? vada subito in detenzione!»
Mi urlò in faccia l'uomo e colpì le mie dita con la bacchetta sottile e io, da bravissimo studente, la presi e la ruppi in due per poi buttarla per terra e sorridere.
«Le ho detto di andare in detenzione! Ci stará per due ore!»
«Ci stará per due ore..ma stai zitto brutto coglione»
«Tre ore!»
«Vadi a cagare professore!»
Sussuravo imprecazioni mentre mi alzavo dal mio banco e uscivo dalla classe per dirigermi verso la stanza in cui sarei dovuto stare a sprecare non due ore, ma tre della mia vita.
Un idea apparse nella mia mente e mi dirissi direttamente verso il bagno anziché l'aula che mi aspettava.
Sentii una voce familiare a quella di Paul piagnucolare ed entrai dentro senza nemmeno pensare, preoccupandomi.
Vidi davanti al lavandino la figura snella di un ragazzo e lo osservai attentamente, per poi realizzare che fosse proprio il ragazzo che immaginavo fosse.
Corsi dal ragazzo e gli afferrai la spalla, spaventandolo e automaticamente facendolo girare nella via direzione.
«Paul- Paul perché stai piangendo?»
Lo fissai ma lui rimase muto e con la testa bassa, senza nemmeno sforzare di far uscire una parola dalla sua bocca.
«Chi è stato? O che cosa è stato?»
Vidi le labbra del ragazzo muoversi leggermente ma fare fatica a dire qualsiasi cosa.
Lo abbracciai, incoraggiandolo a parlare.
«É stato- È stato Stuart»
Mi informò, abbassando lo sguardo e iniziando a piangere di nuovo.
Stuart?
Come aveva potuto Stuart fare una cosa del genere?
Ero molto legato a quel ragazzo, perciò non riuscivo ad accettare il fatto che fosse stato lui a fare tutto ciò.
«Paul- Paul forse sei tu che hai- che hai visto male, non credi?»
Dissi mentre le mie labbra formarono un sorrisetto preoccupato e confuso.
Il mio cuore iniziò a pompare velocemente appena Paul mi lanciò uno sguardo feroce e incredulo.
«Come puoi, John, proprio tu a non credermi?»
Mi chiese, penetrando il suo sguardo che tanto mi inquietava nei miei occhi.
«Ti ho mai detto una bugia? Ti ho mai mentito? Semmai lo avrei fatto per non farti preoccupare o farti del male»
A quel punto, nemmeno una parola era in grado di uscire dalla mia bocca.
«Dimmi John»
Il ragazzo più giovane mi spinse al muro e strinse i suoi pugni.
Ero io il solito ad essere temuto, anche da Paul.
Ma le carte in tavola cambiarono, ribaltando il gioco.
Ero fermo, schiena contro il muro e lo sguardo fisso in quegli occhi color nocciola di Paul.
Un'emozione persuase il mio corpo, facendomi provare paura, preoccupazione e tristezza.
Merda.
Forse era veramente stato Stuart a causare tutto questo.
Forse Paul aveva ragione.
Avevo due opzioni.
Ascoltare Paul e magari lasciare Stuart.
O ascoltare Stuart e lasciare Paul.
Ero indeciso.
·Spazio Autrice·
Mi scuso se in questi giorni (In questo mese?) non ho scritto capitoli, ero indaffarata con lo studio e non trovavo il tempo adatto per dedicarmi alla scrittura del libro QwQ
STAI LEGGENDO
𝓤𝓷𝓮𝔁𝓹𝓮𝓬𝓽𝓮𝓭 𝓒𝓸𝓶𝓹𝓪𝓷𝓎
FanficJames Paul McCartney, un ragazzo di quindici anni appena compiuti, conoscerà una persona che gli fará cambiare vita. Entrambi diventeranno buoni amici, ma le cose presto peggioreranno giorno dopo giorno, provocando problemi ai due ragazzi. Attenzion...