Capitolo 1

505 91 34
                                    


Clinton Francis Barton detto Clint - jeans, maglietta blu scura e giubbotto di pelle - sbuffò, chiudendo la porta dell'appartamento ammobiliato di cui aveva preso possesso da qualche settimana.

La decorosa abitazione era composta da un salone col divano letto per i suoi due ragazzi e da una stanza singola per Lila, oltre che da una camera padronale per sé, un angolo cottura inesistente - poco gli importava, mangiava sempre fuori - e un bagno.

Che vuoi di più dalla vita quando tua moglie ti ha lasciato per un altro uomo e i tuoi figli vivono a diverse ore di volo e li vedi col contagocce? Pensò, insofferente.

Aveva creduto che salvando il mondo nei panni dell'arciere Occhio di Falco assieme ai colleghi Avengers, recuperando l'Universo perduto disintegrato dallo schiocco delle dita di Thanos, avrebbe potuto salvare se stesso e la sua famiglia: non era accaduto!

Dopo cinque anni di assenza le persone scoriandolate si erano materializzate e, per loro, il tempo passato in una sorta di spazio parallelo era durato pochi attimi.

Invece, per chi era rimasto in vita, il periodo di attesa aveva aperto un baratro profondo. Forse non per tutti: per Barton era stato così.

Era cambiato, si era inaridito, a causa del dolore per la perdita dei suoi affetti prima e degli omicidi commessi con la veste del giustiziere samurai Ronin, poi. E infine per i lutti che avevano creato una voragine nel suo cuore, due fori incolmabili: Tony Stark e Natasha Romanoff, gli amici storici!

Tony, estro e sregolatezza, aveva costruito un'armatura color oro e amaranto, dotata di una piastra pettorale elettromagnetica che aveva impedito alla scheggia posizionata nel torace di ucciderlo, decidendo di rendere migliore il pianeta con il suo Iron Man.

Garante del formidabile arciere, lo aveva introdotto in un gruppo di ardimentosi combattenti. E soprattutto era riuscito nel suo scopo: con coraggio e sacrificio aveva annientato Thanos. Ma... niente più Iron Man!

E Natasha ugualmente. Natalia Alianovna Romanova, spia russa del KGB - sottratta a una sorte infausta proprio da Clint, che, comandato a eliminarla, l'aveva redenta, convincendola a passare dalla parte giusta - si era unita al Falco, diventandone partner fedele e sorella di professione e destino.

Non fino in fondo: si era gettata nel burrone del pianeta Vormir al suo posto per recuperare la Gemma dell'Anima da utilizzare contro il mostro ametista, scambiando la vita con quella del caro collega.

E Barton era stato doppiamente sfortunato. A differenza dei suoi pari aveva dato addio a entrambi! A Tony e Nat!

Irriconoscibile e depresso, respinta sua moglie Laura - quasi non tollerandone la presenza - aveva mantenuto un briciolo di razionalità soltanto nel rapporto coi figli Lila, Cooper e Nathaniel Pietro di cui sentiva terribilmente la mancanza.

Era, infatti, tornato a New York per buttarsi con fervore in un lavoro in precedenza abbandonato per dedicarsi alla sua fattoria nel Midwest.

Gli era rimasto uno scopo e lo avrebbe perseguito: gli Avengers o le loro macerie, quelle verso cui si stava dirigendo con il suo fuoristrada, il New Avengers Facility, punto di riferimento e base debitamente ricostruita a seguito della battaglia contro il Titano viola.

Il Falco rifletteva, coi raggi del volante stretti fra le mani e l'acceleratore a tavoletta; la velocità lo aiutava a rilassarsi e a pensare.

Era avanzato ben poco del gruppo dei sei originali combattenti dalle incredibili abilità arruolati nel lontano 2012: lui e Bruce Banner.

Oltre al trapasso effettivo di Stark e Romanoff, Thor - principe millenario del fu Regno di Asgard, semidio norreno - si era inoltrato nelle galassie più estreme con un avventuriero spaziale e quattro improbabili compagni di peripezie.

L'arciere e la ballerina#ClintBarton#AvengersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora