Capitolo 2

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Alexandra si era preparata con cura, indossando un abito in maglia beige chiaro dalla lavorazione verticale, con il collo alto ad anello aperto a segnare il morbido décolleté e una cinta marrone scuro in vita abbinata alla borsa matelassé squadrata modello Chanel il cui brand richiamava la lunga catena argentea chiusa da un pendente a forma di numero cinque: il riferimento al famigerato profumo creato dall'icona della moda.

Era il suo preferito, che aveva appena spruzzato dietro le orecchie.

Un paio di parigine nere velate con micro pois, stivali morbidi al ginocchio in cuoio nero e un giacchino in piuma d'oca completavano l'outfit conferendole un'aria molto chic.

Si rimirò nello specchio dell'ascensore del palazzo scendendo al livello del garage per raggiungere Tim che l'attendeva in auto: la mitica Audi E - Tron GT argentata, ereditata da Stark.

Avevano ricevuto un invito da Pepper, la vedova di Tony, per il sabato pomeriggio, e non era inconsueto.

La donna organizzava dei momenti di incontro per godere della loro compagnia quando erano liberi e la figlia Morgan sgravata dai compiti scolastici.

Pepper era stata una guida, a tratti la mamma che lei e Turner avevano perso, un pezzetto di famiglia che si ritrovava davanti a un camino acceso a mangiucchiare biscotti: un valido surrogato di famiglia!

La Anderson non si era meravigliata della proposta della Potts, sicura volesse i dettagli del giorno precedente in cui lei e il suo amico del cuore si erano affiancati in battaglia, per la prima volta, ai famigerati Avengers.

Tornata alla Stark Tower newyorkese dall'operazione a Philadelphia aveva glissato l'invito di Tim per mangiare assieme una pizza, che nasceva dalla sua fame atavica e dalla preoccupazione dell'incrocio con i Vendicatori, in particolar modo del proprio con il Falco.

Era rientrata da sola nella casa che dividevano; l'altro si era ugualmente indirizzato verso la quattro stagioni più condita del quartiere dandole la buonanotte.

Tolte le scarpe da ginnastica e la giacca si era stesa sul letto della propria camera con le cuffiette nelle orecchie, a fissare il soffitto ripercorrendo i momenti appena vissuti.

Le era rimasto impresso il volto corrucciato dell'arciere, il suo sguardo infelice, una sorta di ostilità contro il mondo intero e, beh, pure verso gli ultimi arrivati.

Non gli era andato giù incontrarli in quel modo, sentirsi trattare da veterano pensionando. Poteva dargli torto? Turner, nervoso e acerbo, era stato sgradevole, la situazione di per sé paradossale. Nei panni di Rescue e Two erano scappati via su istruzioni precise della Hill, peggio di due ladri con un bottino da nascondere.

Sulla sofferenza che traspariva al primo impatto dagli occhi azzurri di Occhio di Falco avrebbe potuto scrivere un trattato: aveva decifrato la sua emozione, da anni ci conviveva e aveva imparato a gestirla. Ci stava ancora provando, per la verità!

In uno dei suoi libri prediletti, Il danno, di Josephine Heart, una frase spiccava per veridicità e le si addiceva; era un cappotto cucitole a misura: chi ha subito un danno è pericoloso, sa di poter sopravvivere.

E il danno, nel caso suo e di Barton, era parecchio esteso: e sì, si erano avvertiti a vicenda alla stregua di un pericolo da evitare, lo aveva percepito immediatamente. Forse per la sorte bislacca che li aveva fatti imbattere di nuovo l'una nell'altro in una strana fatalità di cui Clint non immaginava o ricordava alcunché.

'Sei l'unica donna puntuale che frequento' Tim, seduto al posto di guida, l'accolse con l'abituale sorriso aprendole lo sportello della macchina con la maniglia interna.

L'arciere e la ballerina#ClintBarton#AvengersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora