'Quindi hai cenato con l'arciere, in un tète a tète: interessante! Che gli hai detto? Raccontami!' Tim incalzava Alexandra in modalità impicciona, ammiccando.
'Abbiamo chiacchierato del più e del meno' tranquilla e riservata di carattere, rigirò il cucchiaino nella tazza di caffè del mattino di due giorni dopo, il primo momento in cui si era ritrovata seduta con Turner nella cucina dell'appartamento condiviso.
'Fai la misteriosa, come se nascondessi qualcosa; ti ha riconosciuta?' spalando fiocchi di mais dalla ciotola colma di latte con il cucchiaio a mo' di vanga, pose la domanda che aspettava.
'No; sono trascorsi tredici anni e si trattò di un incontro di pochi secondi. Non ho mai creduto si sarebbe ricordato di me. Nel mio caso, è differente' molto differente, rifletté.
'Vero. Chi è?' il cellulare della mora emise il suono tipico di un messaggio in arrivo. Lei si era affrettata a leggerlo e a Tim era parso inusuale. A malapena rispondeva ai suoi, non amava granché gruppi, faccine e simili.
'Niente di importante...' minimizzò, ricollocando il telefonino con lo schermo in direzione del tavolo.
Non poteva certo confessargli il mittente: il Falco!
L'Avenger aveva memorizzato il suo numero e le aveva inviato, in notturna, un messaggio semplice di una parola: buonanotte. Seguita dai simboli di un arco e di un bersaglio a cerchi concentrici bianchi e rossi.
Lei aveva ricambiato i saluti. Aveva, successivamente, ricevuto un testo per il buongiorno, all'alba della mattina precedente, e un altro per la buonanotte, intorno la mezzanotte, scarno e identico, con i medesimi simboli usati in precedenza.
Clint aveva bissato il saluto anche in quel momento, puntuale alla maniera di un orologio svizzero.
'Piuttosto, rientri ora, latin lover?' ridendo, notò che indossasse gli abiti del sabato in cui avevano incontrato i Vendicatori a casa Stark.
'Ehm, sì. Ho passato la notte da Susan' le spiegò con il volto rosso peperone.
'Due notti e un giorno intero. È un evento. Si è convinta? State insieme?' sapeva che tenesse tanto alla ragazza e che volesse un rapporto serio e chiaro anche nella definizione.
'Alexandra, non lo so...' incerto, ingoiò l'ultimo boccone di colazione 'è tardissimo, tu sei già pronta e devo fare ancora la doccia' uno sguardo all'amica - vestita di leggins neri, scarpe da ginnastica in tinta e un maglione violetto chiaro, di cachemire leggero a maglia liscia, che le sfiorava i fianchi - si precipitò direttamente nel bagno annesso alla propria stanza.
Ne uscì venti minuti dopo in jeans e polo blu, afferrando il giaccone appeso al guardaroba dell'ingresso, in tasca le chiavi dell'auto 'Andiamo: tardare il primo giorno di lavoro con gli Avengers non è un buon biglietto da visita!'.
'Già!' con la borsa a tracolla e un berretto di lana abbinato alla sciarpa, anch'esso lilla, la bruna lo seguì fino al garage e nel tragitto verso la sede in cui la Hill gestiva la squadra.
Non vi si erano mai recati né prima della devastazione dell'edificio per opera di Thanos e del suo esercito né a seguito della sua ricostruzione.
I pochi incontri con Maria erano avvenuti alla Stark Tower dove si allenavano e custodivano le armature fornite da Tony oltre a quelle perfezionate da loro stessi.
'È imponente e asettica, l'esterno almeno' commentò la Anderson, all'arrivo all'entrata principale, attraversata una sorta di circuito stradale percorso da Tim a velocità sostenuta, che terminò con un'inchiodata rumorosa davanti ai quattro ospiti che li attendevano.
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L'arciere e la ballerina#ClintBarton#Avengers
Fanfiction'Ciò che è destinato a te troverà il modo di raggiungerti'. (Hester Browne) 'Devo aspettare, perchè t'incontrerò di nuovo, non ho dubbi, devo vedere come non perderti più'. (Walt Withman) Il mondo degli Avengers è cambiato, a seguito della vittoria...