*PRESENTE*
Erano giorni che non vedevo la Castellani, stranamente non ne sentivo il bisogno. Ero troppo impegnata a realizzare che Cam mi avesse sbloccata e a cercare di instaurare le basi per un buon rapporto per andare dalla consulente scolastica a raccontarle tutto... anche perché non sapevo bene cosa dirle.
Proprio adesso però mi trovavo davanti all'ufficio della signora Castellani indecisa se bussare o saltare ancora una seduta. La mano si mosse prima che decidessi realmente e bussai.
"Avanti"
"Buongiorno signora Castellani"
"Signorina Sorrentino, prego si accomodi.
Sono giorni che non la vedo, ha avuto qualche problema?""Sì, cioè no! Cioè... è complicato da spiegare."
"Prenda fiato, è qualcosa di grave?"
"Oh no no no! Anzi, tutto il contrario..."
"Allora mi dica lei"
"Riguarda Cameron. Ecco lui... lui mi ha sbloccata, ecco."
"Oh ne sono felice. Quindi state provando ad instaurare un sano rapporto adesso?"
"Beh più o meno: ci siamo sentiti qualche volta ma ho troppa paura di rovinare di nuovo tutto quindi evito di riprendere i discorsi lasciati in sospeso ed evito di parlare soprattutto di sentimenti."
"Quindi state provando a ricominciare?"
"Sì, credo di sì. C'è stata però una volta in cui mi lasciai sfuggire una domanda che pensavo potesse infastidirlo ma non fu così. Ingenuamente gli chiesi se fosse vero che avesse perso il mio elastico per capelli, ovvero l'unico ricordo materiale che aveva di me, ma in quel momento ero talmente concentrata sulla sua possibile sfuriata o comunque sulla sua reazione che non badai effettivamente alla risposta... ed ora che ci penso invece mi rendo conto che tutto ha un senso."
La mia espressione sembrò fossilizzarsi per qualche istante e mentre il mio sguardo si perdeva, la mia mente viaggiava ad alta velocità per trovare finalmente il senso di tutte le parole cariche d'odio che Cameron mi aveva riservato per mesi.
"Si spieghi meglio signorina, cosa le ha risposto Cameron?"
"NO, mi ha risposto che non lo aveva perso. Adesso capisco molte cose, adesso, soltanto adesso capisco che quella di Francesco non era solo una bizzarra teoria: mi aveva mentito soltanto per raggiungere il suo scopo e farsi odiare da me affinché mi allontanassi di mia spontanea volontà. Non so se essere felice o... delusa."
"Come per tutte le cose anche questa ha un lato positivo ed uno negativo, ma come mai si sente proprio delusa e non arrabbiata?"
Bella domanda.
Risposta banale."Ho già provato ad essere arrabbiata con lui, ma non sono mai riuscita a mantenere questo sentimento solido per più di un giorno, mentre ormai è come se fossi abituata alle delusioni quindi, specialmente se lui ne è la causa. Tuttavia dopo tutto il dolore che mi ha fatto provare questo non è niente e riesco a concentrarmi solo sul lato positivo della cosa: teneva ancora a me almeno quel poco necessario a spingerlo a conservare qualcosa che, seppur inutile e banale, gli ricorda me."
Ho passato mesi a credere che non fossi abbastanza per lui, che quindi non potevo far parte della sua vita, che non lo meritassi, che fosse troppo per me, che non gli importasse di una stupida ragazzina ancora innamorata dell'idea dell'amore e di quello che le fa provare.
Mi sbagliavo. O almeno mi piace pensare che mi sbagliassi.Con quei pochi messaggi che ci siamo scambiati da quando mi ha sbloccata mi sono sentita finalmente... viva. Avevo finalmente abbandonato quella gabbia in cui mi ero chiusa e piano piano sentivo di poter tornare a vestire di tutti i miei colori, compreso il blu. Capii che non dovevo per forza accontentarmi dell'arancione di maggio, ma che potevo ambire a qualcosa di più alto: potevo ambire alla normalità che avevo abbandonato da molto, molto tempo.
Mi è sempre piaciuto paragonare la vita ai colori ma negli ultimi mesi la cosa mi si era ritorta contro presentandomi una tavolozza colma di soli colori cupi. Ma adesso basta, si torna alla normalità.Il viaggio tra i miei pensieri fu interrotto dalla Castellani che mi chiamò più volte per farmi tornare alla realtà.
"Signorina Sorrentino, mi sta ascoltando?"
"Cosa? Oh...ehm mi scusi, mi ero persa nei miei pensieri. Mi ha chiesto qualcosa?"
"Le avevo chiesto di parlarmi un po' di come si sente adesso, di come si stanno svolgendo le cose attorno a lei e come stia reagendo lei: ad esempio, è riuscita a recuperare le ultime materie?"
"Sì, ho recuperato tutto anche e soprattutto perché altrimenti non mi avrebbero permesso di andare in gita e sa quanto ci tenga a quest'ultima uscita scolastica"
"Certo. Ho saputo che rimarrete comunque in regione e che andrete a vedere una rappresentazione teatrale."
"Sì. Andremo al San Carlo di Napoli a vedere 'Romeo e Giulietta' e per farla sembrare ancora più noiosa rispetto a tutte le altre gite fatte, dovremmo anche fare una piccola relazione basata sulle domande che potremmo porre agli attori. Non sarà nulla di eclatante ma sempre meglio di niente"
"E andare a teatro non la turba minimamente?"
Capii subito il collegamento.
"Il fatto che il teatro sia proprio il mondo di Cameron dovrebbe turbarmi e se non mi avesse sbloccata probabilmente sarebbe stato così, ma ora come ora mi sento soltanto serena.
Mi sento bene. Sto tornando a vivere la mia vita di tutti i giorni quasi del tutto in modo normale.""Quindi sta andando avanti, mi fa piacere. Ora che siamo arrivate alla fine di maggio posso dirle che in quest'ultimo mese ha fatto davvero molti progressi e ne sono felice visto che questa è anche la nostra ultima seduta."
Avevo smesso di ascoltare da quando ha detto 'sta andando avanti'. Sedute su sedute e davvero non aveva ancora capito? Arrivate al nostro ultimo incontro la signora Castellani, per quanto competente, non mi conosceva ancora per niente... dopo tutto questo tempo?
Scoppiai a ridere.
"Sa perché rido? Perché pensavo che ormai mi conoscesse e che avesse capito il mio obiettivo e soprattutto quanto io sia determinata, per non dire testarda. Se lo ricorda quello che le ho detto ad inizio mese: 'io non voglio andare avanti. Andare aventi significherebbe dimenticare ed io non voglio dimenticare un bel niente. Il mio obiettivo è riuscire a convivere con il mio ormai passato senza dimenticarlo.'
La penso ancora così. E preferirei dimenticare tutti i miei progressi piuttosto che dimenticare la vacanza, le passeggiate sul lungomare di notte, il mio ciondolo, la perspicacia di una bambina di 8 anni, la pizza mangiata insieme, i balli sul lungomare, il tramonto, i balli di gruppo che odiavo, la baby dance che amavo, quell'odioso vestito a palloncino e quei trampoli chiamati tacchi, la festa in spiaggia, le stelle cadenti, il nostro bacio... mio e di Cameron. Il mio Cameron.
Partirò per quel teatro lunedì, ossia tra due giorni, e partirò con Cameron nella mente e nel cuore, per quanto questo sia estremamente sdolcinato."Strinsi il ciondolo che mi aveva regalato tra le dita e, proprio come se niente fosse cambiato in questi mesi, una lacrima scivolò sul mi viso.
Non la asciugai.
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If I didn't believe in You. // In Revisione
Teen FictionUna vacanza da sogno. Legami. Storie da raccontare. E una vita da recuperare.