10 - Decisioni

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Arrivò a casa nel pomeriggio. Sua madre stava riposando, sua sorella Cemile e Yasemin erano a fare compere, Mujigan stava in cucina come al solito. Kybrit studiava in camera sua probabilmente. Sarebbe stata la più dura da affrontare.
Il resto della casa era silenzioso.
"Sei scappato come un cagnolino sei andato ad inseguire una donna che non ti vuole, mentre di sopra c'è la madre di tuo figlio che ti ama da sempre" lo accolse la sorella così.
Lui fece finta di non sentire.
"Quella principessa abituata alla bella vita non ha saputo fare mezzo sacrificio per te non ha un briciolo di comprensione. Ce ne eravamo finalmente liberati e tu le sei corso dietro senza dignità. Non ti riconosco più fratello, e non mi dai più ascolto eppure ti ho sacrificato i miei anni migliori".
Lui si fermò a metà delle scale e si girò verso la sorella che lo seguiva.
Ne aveva abbastanza.

"Mujigan, dimmi, hai mai amato qualcuno?"
"Ho amato te, come un figlio" gli rispose prontamente.
"Non sono tuo figlio e se mi amassi vorresti che io fossi felice."
"Non puoi sapere se potrai essere felice accanto a Benal, accanto a tuo figlio."
"Io che lo sono stato posso saperlo, tu non puoi, perché non hai mai amato nessuno. Ti sei sempre nascosta dietro il tuo renderti indispensabile a tutti. Facendolo pesare sempre, sempre recriminando. Sempre facendo leva sui sensi di scolpa.Sono stanco di pagarti un prezzo per il tuo sacrificio. Non l'ho chiesto io. Risolvi i tuoi problemi Mujigan" fece una piccola pausa e prese un grosso respiro prima di ambiare tono di voce e dirle con decisione : "Uscirai da questa casa, Mujigan, farai la tua vita e forse comincerai a capire ".
Le ci volle un attimo di silenzio per capire in pieno le parole del fratello."Vuoi cacciarmi di casa? Non me ne andrò, questa è anche la mia casa, mi sono dannata per tenerla in piedi, voi avete bisogno di me".
Lui la guardò con occhi duri, gli occhi di chi ha preso decisioni gravi e forse irreversibili. Puntualizzò le parole accompagnandole con un cadenzato muoversi delle mani: "Tu uscirai da questa casa. E non c'è niente di cui discutere, è una mia decisione e tu la seguirai".

Lasciò sua sorella così, muta, basita davanti alla sua determinazione, aveva qualcun altro con cui parlare. Salì le scale e bussò alla porta di Benal, la donna stava guardando Cemal che dormiva. L'aria pensosa.

Alzò lo sguardo quando lo vide entrare e una luce le animò gli occhi "...sei tornato.... lei ..."
Mehdi aveva alzato una mano a zittirla "non sono qui per parlare di Zeynep. Ho pensato al futuro di Cemal.." si fermò un attimo, quello che doveva dire doveva essere inequivocabile e definitivo, Benal lo guardava con apprensione. Non sapeva cosa aspettarsi da quell'uomo ormai. "possiamo riprendere da dove eravamo rimasti. Ci sposeremo...ma" aveva fermato con un gesto della mano il moto di gioia che aveva visto nell'espressione di Benal "...ma non avremo , mai, dico mai, nessun contatto. Io vivrò in officina. Non contare sulla mia presenza per fatti che non riguardino Cemal. Provvederò a lui e sarà mio figlio. Tutto qua"
Benal era sorpresa "Non mi aspettavo niente di diverso nemmeno quando te ne sei scappato per rincorrere Zey.."
"Zitta. Zeynep non ha niente a che fare con questo. Un'altra cosa: mia sorella Mujigan non vivrà più in questa casa e non dovrà avere niente a che fare con mio figlio. Ricordatelo. Niente."
"Ma... io, Mujigan..."
" Benal queste sono le condizioni. Decidi e informeremo gli altri. Io vado in officina".
Fece una doccia e dopo pochi minuti entrò nella sua camera , quella che aveva diviso per così poco tempo con Zeynep. Ricordava ancora il giorno quando avevano scelto quei mobili nuovi, con l'entusiasmo nascente di una giovane coppia con ancora tutta la vita davanti e adesso, lui era lì, intrappolato nel dovere verso un figlio e lei lontana, di là dall'oceano con una vita davanti tutta da costruire.
Non riusciva ancora a capire come aveva potuto passare una notte con lui e poi andarsene così, senza una parola, senza una spiegazione. Ma del resto lui non era nella posizione di poter dettare delle condizioni con Zeynep. Doveva accettarlo. Se n'era andata e lui doveva continuare a sua vita.
Affrontò Kybrit sapendo già che la ragazza sarebbe stata su tutte e furie. Bussò piano prima di entrare. Lei era china sui libri, i capelli legati in un piccola coda. Com'era cambiata da quando l'aveva accolta nella sua vita, piccola, misera, sporca, con una voglia di vivere e di aggrapparsi al mondo che raramente aveva visto.
Lei lo scrutò per un attimo e si alzò per guardare dietro di lui sulle scale "Non c'è" disse
"Non c'è" confermò Mehdi
"perché?" lui la prese per mano e la fece sedere accanto a lui sul letto.
"Kybrit, lei non verrà. Non verrà più, è volata in America con sua madre Nermin, e noi ce ne dobbiamo fare una ragione"
La ragazza strinse un poco gli occhi "No. Zeynep non lo farebbe mai. Mia madre non mi lascerebbe così, sa quanto conto su di lei, tu..."
"Kybrit, ho fatto molto male a Zeynep, ha tutte le ragioni per voler stare lontana da me, da questa casa, da questa famiglia..."
"..ma io? Io che le ho fatto? Perché non ha pensato a me? Io ho bisogno di lei, mi ha detto che per me ci sarebbe sempre stata e adesso...non può essere andata, mia madre non mi lascerebbe così"
"Kybrit....dai a me la colpa, ma lei non tornerà"
"Tu non hai provato, non potevi chiedere scusa, dirle che l'amavi, fare di tutto" ...aveva iniziato a piangere...
Mehdi la strinse in un abbraccio consolatorio "Kybrit ti giuro che avrei smosso le montagne per lei, ma lei non mi vuole più".
Kybrit piangeva sconsolata... restò lì un po' a cullarla.

Doğduğun Ev Kaderindir - UnofficialDove le storie prendono vita. Scoprilo ora