9 - A casa

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La prima cosa che notò era che era buio. Alzò brevemente la testa dal cuscino, era ancora mezzo addormentato e non vedeva un accidente e la lasciò ricadere. Dalla finestra entrava la luce fioca dei lampioni della strada. Lì per lì non si rese conto di dove fosse.
Poi ricordò. Milano, Zeynep.
Allungò una mano cercandola, ma il letto era vuoto e freddo. Accese l'abat-jour.
La stanza era vuota.
"Zeynep" chiamò.
Nessuna risposta.
"Zeynep" chiamò più forte, forse era nel salottino.
Nessuno rispose.
Si alzò colto da un presentimento. La suite era deserta.
Forse era solo scesa a prendere qualcosa.
Entrò in bagno, non trovò niente di personale, l'armadio era vuoto. Non c'erano valigie.
Se n'era andata.
Si vestì in fretta e scese. Alla reception un distinto signore coi capelli brizzolati, gli comunicò che Zeynep e sua madre avevano lasciato l'albergo ore prima. Ma la stanza era pagata per la notte, quindi se voleva poteva rimanerci, in quel caso aveva bisogno di un suo documento.
"Dove sono andate?"
Capì da come inarcò un sopracciglio che da quell'uomo non avrebbe avuto altre informazioni.
Erano partite. Le immaginò su un volo per l'America.
"Sa se c'erano voli per New York oggi nel pomeriggio?"
L'uomo digitò qualcosa sul computer "Sì un volo Turkish Airlines alle 20, due ore fa"
Aveva dormito come un sasso dopo aver passato la notte precedente in bianco.
Non aveva sentito nulla.
Erano andate.
Come aveva potuto fargli questo dopo la notte che avevano passato insieme? Non era un sogno , avevano fatto l'amore per ore, non ne avevano mai abbastanza. Era felice, avrebbero risolto i problemi.... E invece era andata. Così senza una spiegazione. Tornò in fretta in camera.
Guardò ovunque, poi nel cestino del bagno trovò, un foglietto accartocciato
"Credimi Mehdi è meglio così.Z."
 L'aveva scritto e poi buttato. Non meritava nemmeno un addio.

Gli sembrava un incubo.

Decise di lasciare l'hotel e prenotare il primo volo per Istanbul. Non aveva niente altro da fare a Milano.
Mentre usciva incrociò Celal "ecco qua abbiamo Mehdi. Sei venuto a cercarla? Non ti aveva detto che se ne sarebbe andata?". 
Non raccolse la provocazione "Celal non ho voglia di mettermi a discutere con te. Te lo chiederò solo una volta. Sai come trovarla?"
L'uomo lo guardò fissamente "Mehdi dammi una ragione perché io tradisca la fiducia di Zeynep. Perché dovrei farlo, lei si fida di me. Perché dovrei?"
Anche Mehdi lo guardò fisso e si rese conto che aveva ragione, Celal e lui si erano fatti la guerra per tutta la vita, perché avrebbe dovuto aiutarlo?
"Hai ragione, ma dovevo chiedertelo. Sono innamorato di lei e farò di tutto per trovarla"
Celal sorrise stancamente,
"Anch'io la amo, e non mi sono sposato con qualcun'altra ... eppure non mi vuole. Non mi ha mai voluto. Buonaserata Mehdi"
Lo lasciò così troppo amareggiato per arrabbiarsi, troppo stupito per chiedere conto di quella insolenza. E in fondo Zeynep non era più sua moglie da tanto...
L'amava, l'amavano in due e lei aveva scelto la libertà. Come biasimarla.
Uscì in quella fredda notte milanese, recuperò le sue cose dall'albergo e si fece chiamare un taxi per l'aeroporto. L'indomani col primo volo sarebbe tornato a casa. Intanto poteva pensare a come trovarla.

"Sei molto silenziosa Zeynep" le disse sua madre
"Cercavo di dormire" mentì
"non mentire, non sei mai stata molto brava al riguardo"
"hai ragione mamma. Stavo solo pensando"
"andrà tutto bene se è il lavoro che ti preoccupa"
"No, lo sai, per quello non mi impensierisce. Celal ha dimostrato di essere una persona di fiducia. In Italia abbiamo risolto molto. I fornitori italiani sono fantastici... saprà portare avanti tutto bene. Non abbiamo niente da temere e Mehmet bey lo terrà d'occhio" girò la testa verso il finestrino e chiuse gli occhi. Ma andava pure peggio, riviveva ogni istante di quelle ore con Mehdi. Le sue mani, il suo calore, poteva quasi sentire il suo profumo.
Doveva smetterla o non ne sarebbe uscita mai.
Nermin lasciò passare ancora qualche minuto, il rumore dei motori dell'aereo era quasi una ninna-nanna ma non riusciva a dormire. La tristezza di Zeynep era palpabile. Era voltata e ad occhi chiusi ma di sicuro non stava dormendo "Non vuoi dirmi cosa è successo con Mehdi?"
Zeynep non voltò nemmeno la testa " Non è quello che è successo con Mehdi, è quello che è successo a me, mamma. A volte mi sembra di non essere più nemmeno me stessa. Ho molta confusione e ..." si fermò un attimo girandosi e sorridendo a sua madre "passerà mamma, passerà, devo solo affrontare, di nuovo qualcosa di più grande di me e di ignoto. Vedremo".
La madre le fece una carezza "sei il mio orgoglio. Ce la farai anche questa volta".

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