15 - Distacchi

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Mehdi era lì.

"Stai bene Zeynep?"
"Sì, dov'è mia madre?!"
"Tranquilla, sta bene, è di là stesa, ma sta bene, riposa. Stai tranquilla. Non devi preoccuparti. Ci sono io".

Mehdi era lì.


"Dov'è Faruk?"
"Tranquilla l'ha portato via la polizia".
Si agitò "Non lo lasceranno andare vero? Lo terranno sotto controllo vero? Bisogna avvertire Emine."
"Zeynep stai calma, non credo lo arresteranno, sarà già fuori conoscendo i suoi avvocati. Ma non può farti del male. Ci sono io con te".

Mehdi era lì.


"Non è così semplice, dov'è il mio telefono? Devo parlare con Emine, chiamami Nuh"
"Nuh?"
"Nuh. E' da Emine. Per favore...chiamalo raccontagli tutto..."era agitata e lui non stava capendo niente.
"Zeynep calmati, raccontami con calma cosa c'entra Nuh con Emine e come mai è con lei, dove?"

Lei fece un profondo respiro, si tirò su a sedere sui guanciali e raccontò "Emine ha avuto la bambina ormai da tempo, è nata prematura. Faruk l'ha picchiata e lei l'ha lasciato. Sta in un posto sicuro e Nuh è con lei, ma dobbiamo comunque avvertirli".
Mehdi era basito, non aveva saputo nulla della figlia di Emine, Nuh non gli aveva detto nulla. " ... ma tutto questo quando è successo, perché l'ha picchiata, tu come fai a saperlo..."
Zeynep finì succintamente il suo racconto "Faruk non ha gradito che lei ti avesse detto dove trovarmi a Milano, aveva altri piani. La bambina è nata i quei giorni, io ero con lei".
"con lei? Con Emine?"
Mehdi ebbe un attimo di tempo per collegare tutti i punti "se eri con lei, quando sei andata a New York?"
"Non sono mai andata in America, quel giorno, da Milano, sono tornata a casa, a Istanbul, Emine aveva bisogno di me".
"Mi hai lasciato così...in quel letto senza dirmi nulla, per andare da Emine? Come hai potuto farlo? Come hai potuto non farmi sapere che eri tornata a casa? Tutto questo tempo ...io".
"Tu eri sposato con Benal, cos'altro avresti voluto da me".
Mehdi raccolse i pensieri e ritrovò un attimo la calma , stava per esplodere di rabbia...tutto quel tempo passato a pensarla in America...con Celal e invece lei era da qualche parte a Istanbul con Emine e sua figlia...
"...non mi sono mai sposato con Benal...come pensi che avrei potuto sposare Benal e venire poi da te a Milano?".
Aspettò la sua sorpresa, che non arrivò.
"Lo so che non hai mai sposato Benal. Me lo disse appena rientrata Emine ... voleva che ti chiamassi..."
"...perché non lo hai fatto?".
I ricordi di come aveva passato la sua vita in quella casa riaffiorarono potenti, ripensò alla gelosia di Mehdi, alla sua possessività, alla sua mancanza di fiducia.
Al suo mantenersi in bilico fra le situazioni.
"...perché avrei dovuto farlo? Cosa mi avresti detto che non avresti potuto dirmi a Milano? Sei stato zitto, hai solo pensato a ribadire il concetto che fossi tua. Non sono di nessuno Mehdi. Non più. Dopotutto sposerai Benal, no? C'è stato solo un rinvio, no?"
Si chiuse in se stessa. "Dammi il telefono adesso, devo chiamare Nuh. Prima che tu me lo chieda, sono io che gli ho chiesto di non dirti nulla. Ci ha trovate per caso e adesso è lì che fa la guardia a Elif e Emine. Devo avvertirlo, forse a questo punto è più sicuro se rientrano a Istanbul, almeno qui possiamo difenderla".

Chiamò l'amico e gli raccontò brevemente l'accaduto. Nuh avrebbe riaccompagnato Emine a casa, da Nermin, giusto il tempo di fare le loro valigie.
Zeynep si appoggiò esausta sui cuscini. Stava aspettando che il medico le desse il permesso di lasciare l'ospedale e anche lei sarebbe andata a casa.
Con Nermin. "Voglio sapere come sta mia madre, voglio andarmene, voglio tornare a casa mia"
Mehdi si era seduto e stava guardando fuori dalla finestra, il cielo, prima così azzurro e sereno stava imbrunendo e riempiendosi di nuvole che promettevano pioggia. Stava cercando di dare un senso e una consequenzialità a tutta quella storia. Quasi come se stesse parlando se stesso chiese " Aspetti un figlio da me e ancora non me l'hai detto..."
Zeynep si raggelò, non voleva che lui lo sapesse così, non voleva che lui lo sapesse ancora. Doveva lei stessa ancora abituarsi all'idea.
"Chi ti ha detto del bambino..." poi ricordò mentre sveniva in quel ristornate aveva sentito la voce di Mehdi che si faceva largo fra la gente "lasciatemi passare... è mia moglie" aveva detto. Era logico che gli avessero detto del bambino...
"Hai detto che sono tua moglie... hai mentito non siamo sposati. Non più."
Mehdi la guardò con occhi pieni di rimpianto.
"Ho detto che sei mia moglie perché sarai sempre mia moglie nel mio cuore, lo sai. Aspetti nostro figlio, sei mia moglie. Ho sposato solo te".
Sono tua moglie nel tuo cuore, Mehdi?"-pensò- e quando sono stata tua moglie in quella tua casa?" Era arrabbiata.
"...come sai che è tuo figlio?" lo sfidò stupidamente.
"Zeynep, pensi di poter mentire così? Il fatto che io sia geloso di te non mi rende del tutto stupido. E' mio figlio. Il figlio nato in quella notte di Milano."
"... non hai avuto questa fiducia in me altre volte, ero certa che avresti tirato fuori Celal...."
"Celal ha la libertà e la fortuna di poterti stare vicino, è solo invidia la mia...."
si avvicinò al letto e le prese le mani.
"Zeynep dobbiamo parlare, è tempo che ti racconti una storia, ascolterai?"
"Non adesso Mehdi, adesso voglio solo vedere mia madre e tornare a casa. Ho bisogno di stare da sola, di pensare a me, alla situazione di Emine, alla mia vita, a mio figlio..."
"...e a me non pensi mai?" le chiese.
Lei guardò quell'uomo e non rispose. Buttò i piedi giù dal letto e si alzò.
Lui si alzò a sua volta e la sostenne prendendola per le braccia , lei alzò il suo sguardo e incontrò i suoi occhi, restando muta "penso così tanto a te quando mi sei vicino che non c'è posto per altro..." si scostò.
Mehdi fece un passo di lato e la lasciò andare. "Vi aspetto e vi accompagno a casa"
"non c'è bisogno" gli rispose secca.
"...per favore Zeynep, non così. Ho capito che non vuoi stare con me, ma non trattarmi così, ho le mie colpe ma non mi merito questo disprezzo..." le disse sottovoce.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti, ogni tanto Mehdi alzava gli occhi su di lei e la trovava a fissarlo. Entrò il medico, li rassicurò sulle condizioni di Nermin e lentamente, quasi come estranei si avviarono verso casa.
"Hai bisogno di altro?" le chiese senza accennare ad entrare.
"No, grazie Mehdi. Mi faccio viva io" si girò e lo lasciò così sul marciapiede davanti a casa, aprì con le sue chiavi ed entrò senza voltarsi indietro.
Nermin era rimasta accanto a lui, guardando Zeynep che spariva dentro quelle mura. Si voltò verso Mehdi e gli mise una mano sul braccio. "Io e te dobbiamo parlare, ti chiamo domani, questa storia deve finire". Lui annuì e montò in macchina allontanandosi, verso casa.

Aveva del tutto dimenticato Benal.

Trovò la casa insolitamente silenziosa, salì al piano superiore e la trovò seduta sul letto, circondata dalle sue valigie. Lui le si fermò davanti. Stava andandosene. Non aveva intenzione di fermarla, quella sarebbe stata la soluzione giusta fin dall'inizio.
La donna iniziò a parlare , era calma.
"Sai Mehdi, quando mi hai lasciata su quella panchina oggi, mentre correvi ad aiutare Zeynep, mi sono sentita ferita, delusa, umiliata.
Hai lasciato me e tuo figlio , dimentico di tutto per correre da lei.
L'ho odiata, l'ho odiata per l'ennesima volta.
Poi mi sono sentita disonesta perché per mesi ho fatto provare la stessa umiliazione a quella ragazza, poi un' ingrata, questo figlio c'è grazie a lei, lei ha rinunciato a te, davanti a me, una mattina di tanto tempo fa. Ci ha rinunciato ed io non ho saputo fare altro che minare il vostro rapporto.
E lei ha ancora rinunciato.
Ho mio figlio e tanto mi dovrà bastare perché non avrò mai te.
In fondo al cuore l'ho sempre saputo, ma non riuscivo a fare altro, non riuscivo ad essere diversa. Forse l'unico sentimento che adesso provo per Zeynep, è invidia. Lei ha saputo essere diversa, ha voluto essere amata, ha diritto di esserlo.
Vado via, adesso, o non avrò mai più il coraggio di farlo. Ti farò sapere dove saremo. Verrà qualcuno a prendere le mie cose."
"Benal..." lei lo fermò con un gesto della mano.
"Non si può avere tutto Mehdi, volevi salvare tutto e non hai avuto niente. Forse la colpa maggiore è la tua..." prese il figlio in braccio e scese quelle scale, lasciandolo solo in quella grande casa vuota.

Doğduğun Ev Kaderindir - UnofficialDove le storie prendono vita. Scoprilo ora