12 - Madri

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Si era stancata di guardare quel soffitto. Quante ore era rimasta sveglia a fissare le ombre che la luce filtrata dalla finestra proiettava su quella superficie scura?
C'era vento fuori, smuoveva le foglie degli alberi e il rumore accompagnava la danza di quelle macchie.
Aspettava un figlio. Non ci credeva ancora. Forse era impossibile. Sarebbe stata madre.

Aveva fatto il test quasi per abitudine, senza pensare all'eventualità che potesse essere positivo. Non aveva il ciclo da mesi, pensava dipendesse da tutto lo stress accumulato, aveva anche fissato una visita da li a qualche giorno dal medico del paesino , voleva andarci con la prova che escludesse una gravidanza, così per risparmiare tempo.
E invece...
Aveva guardato quelle lineette incredula. Era corsa in farmacia a prendere altri test. Tutti positivi.
Emine era basita quanto lei, erano incapaci di pensare .
"Chiama subito Mehdi" le aveva detto alla fine l'amica.
"No" si era sentita rispondere come se la voce appartenesse a qualcun'altra, lei era come estranea a se stessa.
Perché adesso? Perché quando tutto era perso? Ora che Mehdi aveva deciso davvero di sposare Benal. Era forse il segno che doveva fermare quel matrimonio?
Cosa doveva fare? Voleva parlarne con mamma Nermin, non erano cosa da dirsi al telefono o per email. Non voleva prendere decisioni sull'onda di un'emozione.
"No, Emine, adesso andiamo a dormire , abbiamo bisogno di riposo, tu devi pensare ad Elif. Domani a mente riposata penseremo al da farsi".
"Ti senti bene?" le aveva chiesto l'amica "io quando aspettavo Elif vomitavo di continuo".
"Sto bene, sto come sempre, non preoccuparti" aveva sorriso per rassicurarla.
Avevano cenato di fretta, senza grande fame.
Elif aveva bisogno delle attenzioni serali, il bagnetto, il cambio del pannolino, la pappa , la nanna...così erano andate a letto presto anche loro.
Lei era rimasta lì stesa le mani sulla pancia a fissare il soffitto, a rivivere le ore passate con Mehdi a Milano.
Che avrebbe fatto? Glielo doveva dire. Come? Quando?
Alla fine, era quasi l'alba, dormì un paio di ore agitate e si svegliò più confusa di prima. Si fece una doccia e si preparò.
Emine la trovò così, vestita di tutto punto che beveva un po' di tè in giardino, si diedero il buongiorno ambedue un po' guardinghe, anche Emine aveva dormito poco e pensato molto quella notte.
"Hai deciso qualcosa?" le chiese l'amica dopo qualche minuto di silenzio.
"Si, ho deciso che intanto ne parlerò con mamma Nermin, rientrerò a Istanbul presto.Tu hai pensato a cosa fare con Faruk?"
"Non voglio vederlo ancora , non voglio dirgli della bambina, non ancora. Non sono così forte. Ho paura davvero che me la porti via. Non accetterà mai di riconoscerla, ne andrebbe del suo prestigio sociale...io voglio tenere Elif al sicuro..."
"Capisco, allora manderò Nuh qui." Non era una proposta, era una affermazione.
"Zeynep io non amo Nuh, no lo amerò mai, per me sarà sempre un amico paziente che mi ha adorata da quando avevo 10anni...."
"...ti sembra poco?"
"mi sembra moltissimo ma non posso imporgli una vita con una donna che non lo amerà"
"tu non gli hai chiesto niente, lui si è proposto. Saperti qui da sola lo farebbe stare male, vuoi che vada da Faruk ad ucciderlo? Lascia che venga qui e ti stia vicino. Magari non vivrà con te , basterà che prenda in affitto al casa qua accanto che è sfitta, lo sai. Avresti qualcuno su cui contare vicino e io starei più tranquilla.."
Alla fine Emine accettò, ma solo per un periodo disse "...fino a quando non mi sentirò in grado di affrontare Faruk ..e tu che farai con Mehdi?"
"non lo so Emine...non lo so davvero. Sarebbe così facile andare lì e dirgli che aspetto finalmente nostro figlio e poi? Lui non ha la necessità di sposare Benal, se la sposa vuol dire che qualcosa fra loro forse esiste...non lo so, è tutto così confuso, devo capire".
Si assicurò che Emine avesse tutto quello che le serviva per qualche giorno e prese una serie di mezzi facendo un giro stranissimo per tornare a Istanbul, non voleva che Faruk potesse risalire a quel paesino.
Ci vollero ore. Era già buio quando suonò alla porta di Nermin.

La madre se la vide in piedi, una valigia posata a fianco "Zeynep? che succede?"
La figlia le crollò fra le braccia piangente.
La trascinò quasi sul divano e aspettò che quello sfogo finisse. Le asciugò le lacrime in attesa di capire cosa fosse capitato.
Zeynep la guardò negli occhi cercando il coraggio di buttare questo ennesima tegola in testa alla madre. Ma non aveva nessuno altro. Era impensabile che andasse da Sakine.
"Aspetto un bambino di Mehdi"
Nermin accusò questa novità con un moto immediato di gioia. "Tesoro ma è una cosa meravigliosa, lo hai aspettato così tanto, l'avete aspettato così tanto"
"Mamma Mehdi sta davvero per sposare Benal"
La madre sorrise " Ma tesoro se avesse davvero voluto sposarla l'avrebbe fatto mesi fa, non preoccuparti di questo"
"la signora Zeliha è morta per quello ha aspettato"
"Beh adesso andrai lì e gli spiegherai tutto e le cose finalmente si sistemeranno"
Nermin era fiduciosa, strinse fra le braccia quella sua bambina mentre le accarezzava i capelli come quando era piccola "ho fatto la cioccolata, ne vuoi una tazza"
Zeynep rise "come quando aveva 10 anni e Alì mi disse che non voleva fidanzarsi con me perché ero troppo alta?"
"esatto, e tu piangevi perché volevi essere più bassa, tesoro mio"
"Vabbene mamma dammi la cioccolata, così la beviamo insieme mentre ti racconto di Emine e di Elif...vedessi com'è cresciuta... io poi vado a letto perché sono stanchissima. Domani ti racconto il resto. Prima però devo fare una telefonata"
"Puoi aspettare a chiamare Mehdi, è tardi e non farà differenza se lo chiami domani"
"Non devo chiamare Mehdi, devo chiamare Nuh"

Chiamò l'amico, gli disse che aveva dovuto lasciare sola Emine e che sarebbe stata più tranquilla se con lei e la bambina ci fosse stato qualcuno vicino.
Probabilmente Nuh si era messo in macchina un secondo dopo che avevano chiuso la comunicazione "Hai parlato con Mehdi?" le aveva chiesto
"Ci parlerò presto".
Andò a letto sfinita dai pensieri, sua madre le si accoccolò vicina nel letto e la strinse fra le sue braccia intonando la ninna-nanna che era solita cantarle quando era piccola e ancora un po' sperduta in quella grande casa sul mare, così diversa dalla piccola e decrepita catapecchia a cui era abituata nel quartiere. In quella grande camera, piena di giochi e vestiti si sentiva spersa e il rumore delle onde del mare un po' la intimoriva. Nermin allora le si stendeva accanto e le cantava quelle strofe buffe e rasserenanti e lei si tranquillizzava e si addormentava serena.
Quella sera aveva davvero bisogno di questo, della serenità e di un caldo abbraccio "Sono troppo grande per le ninna-nanna"
"Per me non sarai mai grande, per le madri è così, e poi devo rinfrescarti la memoria, fra un po' sarai tu a doverla cantare al tuo bambino".
Aveva avuto improvvisamente paura di quella responsabilità così grande che si stava assumendo. Non sapeva ancora cosa avrebbe fatto con Mehdi, ma quel bambino sarebbe comunque nato ed avrebbe avuto bisogno di cure e sostegno per tutta la vita.
"Ho paura , mamma"
"Shhh non averne, dormi, tesoro, andrà tutto bene"
e lei si addormentò fra le braccia di sua madre.

Era la seconda volta che si sedeva vicino a quella tomba a chiedere consiglio. Questa volta c'era anche sua madre sepolta. Per lungo tempo nella sua vita, quando era piccolo, sua madre era stata assente. Se c'era però una persona che riusciva a capirlo e a essere sempre dalla sua parte , quella era stata sua madre.
Nella sua adolescenza ribelle aveva contestato tutto e tutti, specialmente i genitori. Mujigan era una sorella che lo copriva sempre anche quando non sarebbe stato giusto.
Suo padre era il suo idolo.
Quando c'era.

Ma sua madre Zeliha, per quanto avesse un carattere che poteva sembrare duro, aveva sempre sorvegliato tutto e tutti senza parere, non le era mai sfuggito un momento delicato della sua vita e quando era servito lei era stata lì a sostenerlo, a comprenderlo, a dargli ragione o torto ma sempre a rispettarlo.
li aveva dato el redini della casa quando , ancora molto giovane, suo padre era morto  rendendolo responsabile di quella famiglia, facendone a suo modo un uomo.
 E adesso lei non c'era più e la sua assenza scombussolava gli equilibri di quella asa. Avrebbe dovuto crearne altri, senza sapere come, senza avere un sostegno. Adesso era solo.
Ed era lì a chiedere ancora una volta a quella tomba cosa avrebbe dovuto fare.
Crescere un figlio senza essere sposato con la madre. Senza amarne la madre.Legare per sempre la sua vita a qualcuno che non si ama.

Si era detto che in fondo quando aveva chiesto a Zeynep di sposarlo , erano dei perfetti estranei. Aveva solo acconsentito a seguire il volere di sua madre....
Non era vero, non erano estranei, non lo erano, non lo erano mai stati e non solo perché lui era amico del fratello, ma perché si erano riconosciuti come destinati fin da subito. C'era stata una tensione, una forza, un'attrazione che non avevano potuto ignorare.
Conoscersi e riconoscere di amarsi era stato più complicato, ma alla fine ...ripensarci adesso faceva ancora male.
Lei aveva scelto di andarsene, e non poteva biasimarla.

Perché non le hai detto che non hai sposato Benal? Gli aveva chiesto Nuh la sera del suo ritorno da Milano, quando gli aveva raccontato tutti gli eventi.
Perché?
Non aveva risposto all'amico e non aveva saputo rispondere nemmeno a se stesso, forse perché non voleva ancora una volta far entrare Benal nella loro relazione, forse perché quando se l'era vista lì davanti coi suoi occhi neri e profondi non aveva pensato a niente altro che a lei, e Benal era rimasta lontana.
E se l'avesse fatto? E se avesse confessato di non aver potuto sposare una donna che non amava spinto dalla pressione di sua sorella? Spinto dal quieto vivere. Spinto dal voler dare a suo figlio una vita piena di amore, lei avrebbe capito? Avrebbe perdonato mesi di dolore?
E adesso? Che devo fare papà? Che devo fare mamma?
Aveva perso Zeynep, ed era la cosa più triste.
La troverai, gli aveva detto Nuh.
Perché dovrei cercarla? Per proporle cosa, per prometterle cosa? Per chiederle ancora di nuovo una vita di sacrifici e rinunce? Per diventare ancora e ancora il bersaglio di Mujigan.
La sorella...che dopo la morte di sua madre si era rifiutata di lasciare la casa e viveva ancora stabilmente lì portando avanti la casa da padrona. Era la sua casa.
Non ci sono vie di uscita.
Mi faranno diventare pazzo.
Che farai? Gli aveva chiesto l'amico
Aveva risposto che era un uomo non sposato adesso e non poteva tenere nella sua casa una donna, madre di suo figlio senza offrile niente... ne andava del suo onore.

Avrebbe sposato Benal e rimpianto tutta la vita Zeynep.

Doğduğun Ev Kaderindir - UnofficialDove le storie prendono vita. Scoprilo ora