Un anno prima
In piedi dentro la doccia immobile stava guardando quel filo di sangue che le correva lungo le gambe.
Nemmeno questo mese, si disse. Una speranza di vita che se ne andava fra le lacrime e il bagnoschiuma.
Rifiutava di deprimersi. Sarà presto, sarà presto, si era detta, con lo stesso coraggio col quale si era sostenuta nei mesi precedenti. Volevano un figlio, lo avrebbero avuto. Devi crederci, Zeynep, crederci.
Restò appoggiata alle mattonelle del bagno fin quando l'acqua della doccia non si fece quasi fredda. Si riscosse, non c'era niente che lei potesse fare quel giorno. Solo andare avanti e lottare per il suo futuro.
Si asciugò e rivestì in fretta, non pensandoci, non dando peso a quell'evento periodico. E' normale, si ripetè con la forza della logica, non hai niente che non vada, in fondo sono pochi mesi che provate.Vestì comoda, i capelli raccolti in una bassa coda. Dovette truccarsi un po' perchè aveva la faccia bianca e le occhiaie. Non voglio che vedano che ho pianto, non avrebbe dato a quelle due quella soddisfazione.
Afferrò la maniglia della camera con decisione ma fuori da quel piccolo spazio che sentiva suo in quella casa estranea, sapeva che sarebbe iniziato il solito calvario e si fece meno spavalda.Prese fiato e uscì scendendo per la colazione.
Mujigan trafficava come sempre fra la cucina e la tavola apparecchiata, sua madre, con quell'aria fintamente dimessa aiutava servizievole, Kybrit e Yasemin a scuola. Mehdi era in officina da ore. Benal probabilmente dormiva ancora, invece.
Usciva di rado, per fortuna, dalla sua stanza. L'avevano sistemata in un locale esterno una volta adibito a garage. Una soluzione che non le costringeva ad una vita a fianco a fianco. Non era l'ideale.
Ma cosa c'era di ideale in quella situazione? Si era chiesta.
"Buongiorno nuora" l'accolse con la solita dolcezza, sua suocera.
Zeliha forse era quella che la rispettava di più in quella casa, che la comprendeva e cercava sempre di trovare una soluzione. Il buonsenso era il tratto che aveva trasmesso al figlio. E il senso della famiglia.
Una strana famiglia la tua, in verità. Scacciò il pensiero, non era il giorno adatto per quelle riflessioni.
"Buongiorno" rispose alla donna cercando di avere un'aria allegra "prendo solo un po' di tè, devo scappare in ufficio, sono in ritardo" mise la pastiglia di antidolorifico che aveva in mano in bocca e la butto giù velocemente con un po' di tè senza sedersi.
"Buongiorno Principessa" le si rivolse Mujigan "Ben svegliata. Hai preso una pillola? Che succede? Stai male? Mal di testa" la guardava ironica "O mal di pancia? Io vado a portare la colazione a Benal, se vuoi del caffè prenditelo da sola..." disse sorridendo malevola.
Zeynep non rispose ignorandola come aveva imparato a fare, prese un piccolo panino dalla tavola sbocconcellandolo senza molta voglia mentre si infilava le scarpe sulla porta, pronta ad uscire.Sakine la raggiunse " non dare peso a Mujigan ...devi andare anche oggi? Devi andare...ancora ... da Nermin?" si intromise sua madre,
"Mamma, per favore, ne abbiamo già parlato. Non è Nermin, è il mio lavoro è il mio ufficio..."
"perché non lasci che risolva i suoi problemi da sola. Tu hai un marito a cui pensare"
"è mia madre, i suoi problemi mi riguardano...lo sai in quali condizioni l'ha lasciata Ekrem. Non mettere Mehdi in mezzo a questo"
" ...non è tua madre... anche Ekrem l'ha lasciata, non è stata capace di tenersi un marito, non è stata capace di dargli un figlio e si capisce che allora ... lui..." la madre si era bloccata "...ma certamente non volevo dire ... la tua situazione... Mehdi ti ama tanto..." Zeynep aveva alzato lo sguardo di colpo, quella donna la stava facendo impazzire.
Non era nelle condizioni di sopportare sua madre, non quella mattina, le rispose duramente:
"Nermin è la madre che tu hai scelto per me. Basta mamma. Basta. Guardati, nemmeno tu hai saputo tenerti un marito anche se gli hai dato tre figli. Basta." Non aspettò la risposta e si precipitò fuori di casa.
Era una giornata pessima. Pessima.Decise di passare da Mehdi prima di andare in ufficio, le era di strada.
Lo trovò chino su un motore, come sempre. In sottofondo una musica turca. L'aveva fissato per un momento ferma sulla porta, ecco il mio Mehdi: lavoro, tradizione, valori, era quello l'uomo di cui si era innamorata. Un uomo leale e solido.
Gli arrivò vicina quasi in punta di piedi, lui stava parlando al motore, un pezzo non voleva saperne di venir via :
"Perché non vuoi svitarti, maledetto bullone ??..."
"Se ti risponde siamo a posto" gli disse allegra, lui alzò gli occhi su di lei lasciando andare la chiave che aveva in mano e pulendosi le mani ad uno straccio. "Buongiorno vita mia"
"Buongiorno. Volevo salutarti prima di andare in ufficio, sei uscito presto...",
"... ho un sacco di lavoro . Volevo anticiparmi un po'... oggi..." lasciò cadere il discorso.
Zeynep sapeva benissimo che giorno era, Benal aveva un ultimo controllo prima del parto previsto di lì a poco. Scacciò il dolore."Sì, hai fatto bene. Beh ... io allora vado ci vediamo stasera, ricordati che abbiamo promesso a Kybrit di andare tutt'e due al ricevimento dei professori, ci tiene molto" .
"Lo so me lo ricordo, pensavo poi di portarvi fuori a cena, solo noi tre, che ne pensi?"
Lei sorrise "Ne saremo felici, però portiamo anche Yasemin, stanno diventando amiche, mi piace...a Kybrit serve un'amica che non sia sua madre",
"...però nessuna sarà migliore di te come amica. Vabbene portiamo anche Yasemin, dopo la chiamo, sarà contenta".Gli sorrise ancora. Sorrideva sempre quando stava con Mehdi, aveva il potere di rasserenarla.
Si sporse in avanti per dargli un bacio sulla guancia. Il suo odore la colpì nel profondo come al solito. Era l'odore che restava sulle sue camicie, sul cuscino al mattino quando lui lasciava il loro letto, che le rimaneva addosso dopo l'amore, era aspro e dolce allo stesso tempo, accogliente e tranquillizzante. Era suo, e lei se ne lasciava sempre avvolgere. Era solo suo. Spinse la testa in avanti e ficcò il naso nel suo collo appoggiando la testa sulla sua spalla. Lui la strinse piano in un abbraccio lieve "Ti sporchi..." Lei aspirò ancora un po' di quel profumo, le sarebbe bastato fino a sera? Doveva dirgli del ciclo? lei non accennava a lasciarlo andare, lui si scostò un poco e la guardò fisso in viso "Che hai?" Lei non rispose ma i suoi occhi parlavano per lei, improvvisamente lucidi, tradivano un tormento che lui conosceva bene perché era un po' anche suo.
Non c'era bisogno che gli dicesse niente. Aveva il ciclo, quel loro figlio non riuscivano a metterlo in cammino. La strinse di nuovo baciandole la fronte "Mia sorella ti ha detto ancora qualcosa di cattivo?" Lei ripensò alle tante frecciatine che quotidianamente quella arpia le tirava dietro, al suo essere insolente, impicciona, al suo parteggiare apertamente per Benal...non voleva darle peso , ma quella mattina era fragile e un po' la sua insinuazione l'aveva ferita "Ne avrebbe forse ragione?" gli rispose "No, mai, Zeynep, Parlerò di nuovo con lei. Deve lasciarti in pace. Deve lasciarci in pace. Guardami" le prese il viso fra le mani alzandolo verso di se "Guardami. Accadrà. Lo so, accadrà". Lei ricacciò le lacrime e si lasciò convincere. Sorrise forzatamente "Non pensare a tua sorella, lasciala dire. Non importa" sospirò e ricacciò le lacrime "Si certo che accadrà. Vado o farò tardi , ho una riunione importante" .
"Aspetta" le disse "ti ho sporcato, vieni qui" , mentre le puliva lo sbaffo di olio sulla guancia l'accarezzava con lo sguardo "Vai, è pulito." "Grazie, a stasera" gli sorrise esitante. La guardò allontanarsi verso la fermata dell'autobus, la sua Zeynep, così forte ... accadrà Zeynep, pensò, accadrà. E si rimise a lavorare sul motore. Voleva finire presto, Benal lo aspettava.
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Doğduğun Ev Kaderindir - Unofficial
FanfictionLa casa dove nasci determina il tuo destino? Siamo rimasti alla consegna della laurea a Zeynep. Cosa è successo dopo? Questa è la mia versione in attesa della seconda stagione.