3 - inizio o fine?

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In ufficio aveva trovato la solita aria pesante.
Gli impiegati, i pochi che potevano permettersi di pagare, erano capo chino sui loro computer. Nermin era al telefono con qualcuno che la stava facendo arrabbiare, era positivo che sua madre trovasse ancora la forza di reagire.
La vide sbattere la cornetta del telefono con un gesto stizzito. Non era da lei, comunque. "Buongiorno mamma, che succede?" le disse indicando il telefono,
 "Buongiorno Zeynep, niente al solito in cantiere ci sono mille problemi ...".
Quando Ekrem se n'era andato, sua madre era caduta in una forte depressione.
Ricordava ancora quando, di ritorno dalla sua cerimonia di laurea, era svenuta.
Ekrem non si vedeva da giorni e non era presente nemmeno alla consegna del suo diploma, i rapporti fra lei e suo padre non erano dei migliori dopo che aveva scoperto che tradiva Nermin, ma era comunque l'unica figura maschile di riferimento che avesse avuto per molti anni, le aveva permesso di studiare e, quindi di mantenere la promessa fatta al fratello: diventare un avvocato, e in quel giorno quando stava raccogliendo gli onori di tanto impegno, avrebbe comunque voluto averlo vicino.
Certo non aveva ancora idea di chi fosse la sua amante e che avessero una figlia insieme, si era quindi accostata alla madre e le aveva detto con ingenuità "Dov'è papà Ekrem, perché non è qui? volevo che fosse orgoglioso di me, volevo dimostrargli quanto sono stata brava".
A sua madre si erano riempiti di occhi di dolore e sgomento "Zeynep, ricorda, non devi rendere conto a nessuno dei traguardi che hai vinto e vincerai. Sei stata una figlia che Ekrem non merita, non pensarlo mai più come un padre" detto questo si era accasciata al suolo.

L'avevano portata in ambulanza in ospedale e poi in clinica.
Aveva scoperto tutto attraverso il legale della azienda che era venuto, accompagnato da funzionari, a mettere i sigilli alla loro casa sul Bosforo. Per sua madre perdere anche quella casa era stato un ennesimo colpo.
Per fortuna le era rimasta una piccola villetta non riconducibile all'azienda. Era la casa dei suoi nonni materni, una casa semplice, in un quartiere modesto. Aveva un valore perlopiù affettivo. L'aveva tenuta quasi nascosta a tutti e Ekrem non aveva potuto darla in garanzia alle banche. Quella era solo sua ed era salva. Ci si era trasferita con poche cose. Il minimo che non le ricordasse cosa aveva perso. Era un nuovo faticoso inizio.
Ekrem era introvabile, i danni fatti all'azienda enormi. Le casse pressoché svuotate, progetti fantasma che avevano solo trasferito soldi in paradisi fiscali.
C'erano voluti giorni prima che Nermin trovasse la forza di denunciare il marito. Si dava la colpa di non essersi resa conto non solo del tradimento ma anche del disastro economico. Accettare di aver riposto la fiducia in un ladro era stato impossibile senza parlare del fatto che avesse fatto un figlia insieme alla loro legale di fiducia.
Come aveva potuto essere così cieca? Aveva tutta la sua vita emotiva ed economica da ricostruire. Stavano lentissimamente cercando di risalire nei loro investimenti. Non era facile, dovevano ancora pienamente capire cosa era recuperabile.
Zeynep era appena laureata, inesperta, ma si era subito affiancata a sua madre nell'ufficio legale dell'Azienda. Era stato difficile capire di chi potersi fidare.
Gli amici, erano spariti. I soci nei vari progetti alcuni si erano dileguati altri erano in tensione, pronti a fare solo i propri interessi.

Erano in pratica sole. Le uniche di cui fidarsi reciprocamente.

Avevano richiamato in azienda l'avvocato che aveva seguito i loro affari prima che Ekrem prendesse le redini. Era un uomo un po' anziano ma conosceva il mestiere e quella famiglia meglio di chiunque altro. Mehmet bay era diventato un punto di riferimento per Zeynep, un saggio avvocato da cui imparare i segreti del mestiere. Era diventata la sua ombra. Stava imparando in fretta e bene. Avrebbe capito i meccanismi messi in atto da Ekrem, avrebbe recuperato l'onorabilità di sua madre. Glielo doveva.

"Ho un incontro con Mehmet, abbiamo finito di rivedere i contratti firmati da Ekrem a tuo nome, vedremo quali confermare e quali disconoscere. E poi c'è l'incontro per quel nuovo progetto del centro commerciale..."
"Sai che mi fido di te bambina" le disse sua madre mentre assorta guardava fuori dalla finestra.
Sapete che non abbiamo molte risorse e dobbiamo gestirle con molta oculatezza. Ripartire da piccoli progetti, le aveva consigliate Mehmet bay . Il centro commerciale, anche se piccolo e in una città meno famosa poteva essere un valido trampolino di lancio della nuova attività e ci stavano contando molto.

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