Capitolo 17- Pericolo

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Pov: Draco


Uscii dal dormitorio di Serpeverde per andare in Sala Grande a cenare, lasciando che Hermione si riposasse un po' sul mio letto. Saperla al sicuro mi faceva stare bene, ma mi mancava già, anche se non ero con lei da soli due minuti.

Appeni sedetti al tavolo, capii che c'era qualcosa che non andava. Mia madre era seduta accanto a mio padre e, mentre lui era visibilmente raggiante, lei era molto preoccupata. Mia zia Bellatrix si avvicinò subito e mi trascinò in un angolo della Sala, lanciando sguardi furenti ai miei amici.

-Sei pronto?-

-Per...Per cosa?- chiesi, confuso.

-Per la Battaglia- sorrise, e i suoi occhi si illuminarono  -Il signore Oscuro sta arrivando. Sei pronto per combattere e vincere?- 

-Che cosa... Che cosa vuole fare il Signore Oscuro?-

-Vuole quel Potter... Lo troveremo, Draco, e lo uccideremo- 

Deglutii. Se avessero scoperto che lui, Draco Malfoy, aveva aiutato Harry e compagnia a mettersi al sicuro sarebbe successo il pandemonio. 

-Oh, giusto- mi limitai a dire.

-Che hai?- Bellatrix fece schioccare la lingua e mi fissò perplessa.

-Cosa?-

-Ti vedo strano, ragazzo. Che è successo?-

-Niente zia, sono solo agitato-

-Mh... - Bellatrix mi scrutò, poi fece un segnale con la mano ai miei genitori, che ci raggiunsero subito.

-Che cosa c'è, Bella?- chiese mio padre, sbattendo i piedi e mostrando finalmente un po' di ansia. Ma non era sicuramente ansioso quanto me. Volevo avvisare Harry, Ginny, Ron, Luna e soprattutto Hermione. Non volevo che venissero in qualche modo feriti o addirittura uccisi. Ma non avrei dovuto dire niente, avrei dovuto combattere contro di loro e dipingermi come un mostro agli occhi altrui. Ma la realtà, la realtà è che non avevo scelta. 

Mia madre mi prese per il braccio e mi sussurrò all'orecchio: -Vai- 

La guardai confuso: -Come?-

-Vai da Hermione. Proteggila più che puoi- mi lasciò andare e tornò al fianco di mio padre, sorridendo falsamente ai progetti di mia zia. 

Come faceva mia madre a sapere che frequentavo Hermione? E soprattutto, perchè mi concedeva di verderla o di salvarle la vita?

Non mi feci troppe domande e corsi subito verso il dormitorio di Serpeverde, ignorando mio padre che mi urlava dietro chiedendomi dove stessi andando in un momento così importante. 

Spalancai la porta: Hermione era ancora lì, stesa a guardare il soffitto. La fissai per qualche secondo, pensando. Pensando che forse, per lei non provavo solo affetto. 

- Dobbiamo andare- la feci sussultare, ma non me ne curai e la presi in braccio, assicurandomi di non farle muovere la testa e la caviglia, ancora doloranti.

-Draco?-

-Zitta- 

Hermione serrò le labbra e si voltò dall'altra parte. La portai fuori. Sentii un'esplosione provenire dall'ingresso, dalla Sala Grande e diverse urla di terrore. Era arrivato.


Pov: Hermione


-Draco, cosa sta succedendo?-

-E' arrivato-

-Chi?-

-Voldemort-

-Cosa?- mi divincolai, da quanto ero stupita, e caddi dalle sue braccia, sbattendo la testa di nuovo.

-Granger!- Draco si chinò subito per riprendermi, massaggiandomi velocemente la nuca per allentare il mio malessere. Prese il mio braccio e se lo attorcigliò attorno al collo, e mi aiutò a camminare. La caviglia mi bruciava da impazzire, ma in quel momento pensavo solo a Harry, Ron e Ginny, tremendamente in pericolo. 

-Loro dove sono?-

Lui mi capì all'istante: -Non lo so. Ma non possiamo andare a cercarli-

-E dove stiamo andando?-

-Non ne ho idea, mi basta solo che tu sia al sicuro- Draco si fermò un secondo a guardarmi negli occhi. Vidi le sue pupille dilatarsi, la sua bocca curvarsi in un sorriso, ma si riprese subito e continuò a camminare, con lo sguardo fisso davanti a sè, accompagnandomi mentre zoppicavo accanto a lui. 

Dalla sala Grande sentivamo i passi veloci degli studenti, le armature che cigolavano per i corridoi e le urla dei professori, tra cui si distingueva la voce ferma e apparentemente calma della McGranitt che spiegava chi avrebbe potuto combattere e chi no. E i Mangiamorte, che ridevano e scagliavano incantesimi di Disarmo o Maledizioni Senza Perdono. Il trambusto generale mi fece venire molti dubbi. 

-E... se non dovessi farcela?-

-Non pensarlo nemmeno per sogno!- esclamò lui, scaldandosi. 

Si voltò dall'altra parte e continuò a camminare. Ci stavamo dirigendo verso la Stanza Delle Necessità.

All'improvviso sentimmo una voce potente, fredda e acuta, risuonare tutt'intorno a noi e che sembrava provenire dai muri. 

-So che vi state preparando per combattere. I vostri sforzi sono futili. Non potete fermarmi. Io non voglio uccidervi. Nutro un enorme rispetto verso gli insegnanti di Hogwarts. Non voglio versare sangue di mago- 

Provai a tapparmi le orecchie, ma la voce che mi tormentava rimbombava nelle mie orecchie come l'eco di una campana. Anche Draco era sconvolto, e batteva i pugni sul muro per cercare, inutilmente, di fermarla. Lo sapeva, lo sapevamo: era la voce di Voldemort. 

-Consegnatemi Harry Potter e a nessuno verrà fatto del male- proseguì la voce  -Consegnatemi Harry Potter e lascerò la scuola intatta. Consegnatemi Harry Potter e verrete ricompensati-

-No!- gridai, accasciandomi a terra, disperata.

-Shh!- 

-Avete tempo fino a mezzanotte!- 

-No! No!- cominciai a piangere, fissando il muro. Era finita. 

Ricordami Per Sempre- DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora