21 ✘ 𝐁𝐄𝐒𝐓 𝐘𝐄𝐀𝐑𝐒

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「 𝐂𝐚𝐫𝐭𝐞𝐫 」

«Che ha detto?» Michael si volta a guardarmi quando infilo il telefono nella tasca dei jeans. Mi rimetto a sedere sulla panca della cella prima di dire: «Mi ha mandato a fare in culo e ha riattaccato».
Ride, seduto al mio fianco, poggiando la testa al muro. «Grandioso», dice. «Secondo me farà finta di non aver trovato un penny per il solo gusto di vederti marcire qui dentro».
«È probabile che lo faccia, sì. Ma quanto potranno darci per un misero furto del genere, due settimane? Avremmo il tempo di rilassarci un po'».
«Parla per te, amico, io ce l'ho chi mi paga la cauzione» sghignazza mentre con una mano si scompiglia i capelli blu. Poggio la caviglia destra sul ginocchio dell'altra gamba e incrocio le braccia con un sorriso di sfida. «Ah sì? E chi sarebbe? Tuo padre lo Sceriffo non sembrava affatto intenzionato ad accogliere la tua causa, lo ha pure detto appena ci hanno portati qui in centrale. Fosse per lui credo che convincerebbe il Giudice ad allungare la pena per il solo gusto di vederti pagare per le tue rogne» mi assesta una spinta mentre scuote il capo con veemenza. Suo padre l'ha detto chiaro e tondo che non se ne starà a smuovere mari e monti per tirarlo fuori da questa rogna. Se ci sono momenti nei quali mi reputo felice del fatto che Andrew ignori la mia esistenza, quelli sono quando vedo il signor Clifford comportarsi da Sceriffo pure con i suoi stessi figli. Ha sempre quell'aria cupa e la faccia tosta di un duro o un generale dell'esercito. Non mi sorprende che Michael passi del tempo a casa sua solo quando lui è occupato alla centrale.

«Il mio nuovo amico ha un bel gruzzolo nel conto in banca. Basterà implorarlo un paio di volte e alla fine cederà».
«Il tuo nuovo amico? Dici quello con la Porsche grigia? Ti scopi quel vecchio?»
Lui mi intima di abbassare la voce e allora ripeto in un sussurro: «Ti scopi quel vecchio?»
«Puoi dirlo forte. E poi non è vecchio, ha solo trentadue anni. Ieri mi ha regalato un orologio da ottocento dollari solo perché ho preso B+ al compito di fisica.»
Spalanco le palpebre e quasi mi metto a urlare. «Stai scherzando?! Dio, voglio trovare anche io un trentenne a cui spillare bigliettoni! Ma poi tu non li odiavi, gli orologi?». Lancio un'occhiata veloce ai suoi polsi, ma ci sono solo bracciali di band e nastri di qualche discoteca. Michael ha sempre detto di odiare gli orologi perché pensa che il tempo non esista, che sia una fittizia invenzione degli esseri umani per racchiudere circostanze e azioni nelle quali le persone possono fingere di avere un ordine nella propria vita; a lui non va di vivere in una bugia, così non porta orologi. Per questo finisce sempre per arrivare in ritardo a qualsiasi appuntamento e non sapere mai quanto tempo sia passato tra un momento e un altro.
«Sì che li odio, ma lui non lo sa. Non parliamo molto».
«Certo, perché la tua bocca è sempre impegnata a fare altro».

La donna a pochi metri dalla nostra cella, intenta a reggere alcune scartoffie relative alla nostra schedatura, alza il capo da un fascicolo squadrandoci dai suoi occhiali a mezzaluna. «Voi due, potreste fare più silenzio?»
Allora chiniamo il capo cercando in tutti i modi di nascondere le nostre risate divertite, e alla fine sento Michael sussurrare: «Per ottocento dollari di orologio direi che ne vale la pena». Mi assesta una spallata e «Potrei rivenderlo per pagarti la cauzione».

«Nah, a me va bene stare qui. Potrei prendermi una pausa dalle ramanzine di Luke e i pianti di Lily. L' unica cosa che mi preoccupa è il momento nel quale mio fratello verrà qui e comincerà ad attaccare la solita lagna; Carter sei un irresponsabile stupido impedito e gne gne.»

«Almeno tu sei sicuro che verrà.» Accenna un sorriso. È impercettibile, eppure riesco a vederlo quell'accenno di rassegnazione agli angoli delle labbra. «Ashley non ha neanche risposto al telefono.»
«Forse è impegnata», tento di dissuaderlo dall'idea che sua sorella lo abbia ignorato. Alla fine sappiamo entrambi che lo ha fatto sul serio.
«Ashley impegnata? A sbattersi qualcuno sul bancone della cucina, probabilmente.»

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