Capitolo 2. Ma so proteggerti!

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Capitolo 2.

Ma so proteggerti!

Quando il sole sorse Niall si sentiva già nostalgico, abbandonato e perso; era il giorno dell'orientamento al college di Dublino per Elisea ed era agitato, sicuramente più di sua figlia, che ancora dormiva.
Avevano passato tredici anni insieme, sempre a stretto contatto, il periodo più lungo che avevano passato divisi, era di un mese; quando con Zora, Ashton, Theo e altri amici erano andati in vacanza in Australia. Ogni giorno la chiamava, alcune volte anche più di una volta; mentre Luz si teneva in contatto via messaggi, anche lei un po' in ansia, non perché non si fidassero di lei, ma perché non si fidavano delle persone in generale. Adesso aveva quasi diciannove anni doveva imparare a lasciarla andare, fargli scoprire il mondo e i suoi limiti, senza essergli sempre tra i piedi, ma gli era difficile. Rivedeva in Elisea sempre la piccola bambina di cinque anni, persa nelle sue pene e dolori, aldilà di uno specchio spesso e freddo. Ormai lei non dipendeva più da lui, non del tutto per lo meno, aveva imparato ad auto controllarsi, l'emancipazione e quali erano i pericoli della vita. Niall gi aveva dato tutte le basi, adesso Elisea doveva solo spiccare il volo; Niall ci sarebbe stato sempre per lei, per aiutarla e confortarla, ma ricordando la sua esperienza personale, sapeva che quando si sarebbe creata una famiglia, solida ed equilibrata non avrebbe più chiesto il suo aiuto e si sarebbe arrangiata da sola o si sarebbe fatta aiutare dal coniuge o la coniuge e in quel momento Niall si sarebbe sentito inutile e abbandonato. Le due cose positive erano che prima di quello sarebbe passato molto tempo, anche se Elisea era diversa, in qualsiasi cosa e Niall temeva che presto lui sarebbe stato obsoleto per lei. La seconda cosa positiva era che, aveva altri due figli a cui badare e che erano ancora troppo piccoli per pensare di non dipendere da lui o Luz.
Elisea invece ragionava in modo diverso, sapeva di doversi emancipare, ma sentiva che avrebbe sempre cercato un piccolo appoggio. Lei viveva l'esperienza del college in modo totalmente differente, non pensava alla distanza col padre; che sarebbe stata relativamente poca rispetto a quella tra Zora e Zayn. La sua amica Zora era impegnata sentimentalmente e scolasticamente nel nord America. Tornava solo per le vacanze e per qualche compleanno, le due ragazze si tenevano in contatto tramite cellulare e videochiamate, Zora sarebbe tornata fra qualche giorno proprio per il compleanno di Elisea, un evento che non si era mai persa.
La riccia si alzò dal letto assonnata, si guardò intorno un po' spaesata, doveva ancora connettere bene il cervello prima di potersi alzare. Alzò lo sguardo verso il calendario, in rosso era segnata la data di quel giorno, così si ricordò dell'orientamento al college di Dublino; subito scattò in piedi, battendo la testa contro la mensola, si portò una mano sul punto dolorante e trattene una piccola imprecazione, mentre si dirigeva verso il bagno. Odiava essere in ritardo, non le era mai piaciuto, preferiva arrivare in anticipo, ma mai anche solo con due minuti di ritardo. Aprì velocemente l'acqua calda per farsi una doccia veloce, si guardò allo specchio, i ricci erano come sempre un ammasso informe sulla sua testa, amava i suoi capelli perché erano uguali a quelli della madre, ma quando diventavano un batuffolo senza forma, preferiva nettamente i capelli lisci. Cercò in qualche modo di pettinarli, non riuscendoci optò per una piastra veloce, così da poterlo tenere in ordine; quando i capelli erano al naturale le arrivavano al seno, ma quando li stirava, diventavano molto più lunghi arrivandogli a metà schiena. Raccolse con una molletta i capelli e si intrufolò velocemente nella doccia, si sciacquò il corpo con del bagnoschiuma e cercò di rimanere il meno possibile sotto il getto d'acqua calda, altrimenti non sarebbe più uscita. Sentì il telefono suonare nella camera, mise fine alla doccia e avvolse il corpo con un accappatoio nero, posto a lato della doccia, fece una piccola corsa verso la camera, rischiando ben due volte di scivolare a terra. Prese in mano il cellulare notando ben due messaggi da parte di Ashton è una chiamata persa da Theo. Decise di non richiamare il cugino, non aveva alcuna voglia di parlare, come ogni mattina, voleva solo rimanere in silenzio e godersi la tranquillità del momento, avrebbe parlato solo se necessario quella mattina. Lesse invece velocemente i due messaggi del suo migliore amico, che come sempre le ricordava tutto.

Agoraphobia || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora