Capitolo 9

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Dopo dieci giorni,i medici decisero di risvegliare la paziente interrompendo le somministrazioni
farmacologiche, ritenendo che le sue condizioni di salute erano migliorate al punto che il coma indotto non era più necessario. Le tolsero i macchinari del monitoraggio, il supporto per la respirazione e per l'alimentazione, il sondino naso gastrico e il medico che la seguiva parlò ad Arnold della terapia che doveva fare sua figlia:
"Per favorire il ritorno alla vita normale, è necessario ricorrere a interventi riabilitativi sia fisici che psicologici...ci vorrà del tempo, lei dovrà solo starle vicino in questo percorso" disse il medico
"Le starò il più vicino possibile, farò di tutto purché stia meglio" rispose Arnold
"Passerò tra un'ora per vedere come sta, adesso ci sono le infermiere che la stanno visitando.Domani inizieremo con la riabilitazione muscolare,ha i muscoli atrofizzati , è stata troppo tempo immobilizzata...un fisioterapista le farà fare esercizi in palestra" gli spiegò il medico
"Riprenderà a camminare?"chiese il padre
"Sì, però non come prima, ha avuto molte lesioni." Poi sentirono delle voci "A dopo mi stanno chiamando!" esclamò il Dottore
"A dopo!" Rispose Arnold
Entrò nella stanza e vide Diletta che si stava svegliando,le andò vicino e le strinse la mano.
Quando lei aprì gli occhi, vide subito suo padre e le uscirono delle lacrime di gioia, gli era mancato tanto ....
"Papà...."sussurró lei
"Ciao figlia mia" le disse accarezzandole la guancia " sei al sicuro adesso"
"Finalmente..." sospirò e si riaddormentò.
Sì svegliò l'indomani mattina, accanto a lei c'era suo padre che stava dormendo vicino al suo letto con  la testa appoggiata sul braccio a mo' di cuscino, accarezzò i capelli e il padre si svegliò:
"Ehi ciao sei già sveglia?"  chiese baciandole la mano
Lei fece cenno di sì e disse con un filo di voce:
"Papà,io ....."si interruppe "ho avuto un bambino"
"Lo so è al sicuro adesso"rispose lui
"Adesso dov'è?!"si preoccupò
"È nel reparto pediatrico al 2' piano,ma sta bene cerca di stare tranquilla.."le disse vedendola impaurita
"Lo devo vedere,ti prego...."si agitò Diletta.
"Adesso chiamo l'infermiera" rispose premendo il campanello
"Avete bisogno?"disse l'infermiera di turno
"Mia figlia vorrebbe vedere suo figlio,se è possibile...."
"Vedrò cosa fare....io non sono autorizzata ad andare in un' altro reparto,se attenda un'attimo chiamerò il dottor Bayern"disse
"Va bene, grazie"e rivolgendosi a sua figlia le disse "Cerca di stare tranquilla, per favore...." abbracciandola.
Il dottor Bayern arrivò con il piccolo, che appena vide il nonno fece dei gridolini di gioia:
"Ciao Noah, oggi la mamma è sveglia"disse prendendolo in braccio
Diletta appena lo vide tese le braccia commossa e Noah gli si buttò tra le sue braccia al collo:
"Il mio angioletto,mi sei mancato tanto" se lo strinse forte "Adesso siamo al sicuro, nessuno ci farà del male".
Il dottor Bayern la interruppe:
"Signorina Karev,mi scusi se la interrompo"disse schiarendosi la gola " le dovrei chiedere come si è fratturata la gamba, visto le sue condizioni, sempre se ha voglia di parlarne"
Diletta sbiancò,non voleva ricordare.....ma si fece coraggio :"  C'erano delle persone che stavano trattando quando ad un certo punto è scoppiata una lite ....ne ho approfittato per scappare,uno di loro se n'è accorto e mi ha rincorsa prendendomi per i capelli,mi ha strattonato tante volte che alla fine sono caduta dalle scale" raccontò con tristezza " poi sono arrivati gli altri, hanno cominciato a picchiarmi con i bastoni...... basta non voglio più continuare..."
"Ma l'hanno curata? Intendo la gamba" chiese il medico
"No...non hanno fatto niente, anzi si divertivano a dare calci"
"Come vede abbiamo messo un fissatore esterno e fili di Kischner,per frattura complessa di tibia e perone, adesso le daremo degli antinfiammatori non-steroidi,da domani inizierà la fisiokinesiterapia che serve per migliorare la forza , flessibilità ed equilibrio,poi più in avanti le faremo fare la riabilitazione in acqua,per rinforzare la gamba,il tempo di guarigione è circa tre mesi"le spiegò il dottor Bayern
"Riuscirò a camminare come prima?"domandò la ragazza
"Ci vorrà del tempo,la riabilitazione sarà molto lunga, dato che non è stata curata e che ha provocato molte lesioni"
"Ho capito,la ringrazio" disse delusa,si salutarono e rimasti soli chiese a suo padre di prendere in braccio Noah:
"Mi fanno male le braccia sono stanca, vorrei riposare un po' "
"Certo,io vado fuori con il bambino,ci vediamo più tardi" la salutò  Arnold "Noah fai ciao alla mamma"il bambino la salutò mandandole dei baci.
Il sergente Pavlov andò in ospedale per vedere come stavano la ragazza e il bambino.
Quando entrò nel reparto di chirurgia generale,vide Arnold davanti alla macchinetta delle bibite,che  stava bevendo un caffè:
"Salve signor Karev, sono passato a vedere come sta sua figlia" disse stringendogli la mano
"Piano, piano si sta riprendendo, grazie"sorrise Arnold.
"Adesso andiamo da lei, credo che abbiano finito di visitarla"
Le infermiere uscirono accompagnate dal chirurgo che aveva operato la gamba,e quando vide il padre di Diletta gli spiegò la situazione:
"la gamba per adesso va  bene, bisogna sempre tenerla sotto controllo,per il rischio di infezioni dato che è stato messo il fissaggio esterno"
"La ringrazio dottore ".
Lui e Dimitri entrarono in camera
"Diletta ti presento il sergente Pavlov, è stato lui a trovarti..."le spiegò il padre
"Salve signorina Karev"disse Dimitri allungando la mano per stringerla,gli strinse la mano
"Grazie..... .per averci salvato"disse timidamente,
"Non deve ringraziarmi signorina, è stato un caso che l'abbia trovata, c'è stato un blitz antidroga..."le spiegò il sergente Pavlov "è stata una fortuna... volevo sapere se la sente di parlare di questo..."
"No!"lo interruppe Diletta "adesso non sono pronta,se non le dispiace..."e gli fece il segno di uscire dalla stanza.
Dimitri capì che lei si sentiva a disagio, salutò ed uscì,  era una bella giornata e decise di andare al parco a fare due passi,l'aria era frizzante e leggera e si mise a sedere su una panchina e una volta di più pensò alla questione che lo preoccupava...la ragazza era ancora in pericolo.

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