Capitolo 20

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Finiti i giorni in America siamo tornati a Dublino. Oggi è il primo giorno di lavoro nella casa discografica, sono abbastanza in ansia. Non so assolutamente come muovermi come capo, non l'ho mai fatto. Spero di avere colleghi bravi e competenti in modo tale da non avere problemi. Blake oggi è a una riunione di lavoro, da quello che ho capito sta finanziando un ospedale in Africa e aveva da fare delle cose burocratiche. Stamattina sono andata a scuola e ho avuto l'ultimo esame del semestre. Dai che tra poco è finita! Tra pochi giorni è Natale e non so ancora cosa facciamo, molto probabilmente andremo in Italia ma ne dobbiamo ancora parlare bene. Merda sto per fare tardi al primo giorno di lavoro, che cazzo. Mi metto una gonna nera, un paio di scarpe con il tacco e una camicetta. Non avendo la più pallida idea di come vestirmi, preferisco andare sul sicuro. Do un bacio ad Axl, prendo la mia borsa e vado in macchina. Ah sì, ultima novità: Blake vuole che io mi muova solo con l'autista, niente più mezzi pubblici. Questa sì che è una cosa utile. Ultimamente sono molto cambiata, sto diventando una donna non sono più una ragazza che lavora part time in un locale, ora ho delle responsabilità e allo stesso tempo devo stare accanto a Blake. Mamma mia, mi sento una trentenne quando parlo così.

Salgo in auto e saluto il mio autista, è sempre lui e abbiamo familiarizzato, ogni tanto mi sopporta quando mi sfogo e sclero, molto meglio che andare dallo psicologo! L'autista non è giovane, sarà sulla cinquantina. Sì, Blake sta diventando molto geloso ultimamente e sta cosa mi eccita. Sarò strana, ma mi piace da morire quando è geloso. Non sopporto i ragazzi che ti danno per scontata, perchè non lo sei. Che ansia accidenti. Spero di non fare casino il primo giorno, non ho la minima idea di dove mettere le mani ma so che imparerò.

Arriviamo davanti alla casa discografica. Wow, è una struttura molto grande di vetro, dentro ci sono anche studi di registrazione. E io sarei a capo di tutto ciò? Porco cazzo. Ho paura di star facendo una cosa molto più grande di me, ma ormai sto facendo solo cose più grandi di me, ci sono abituata.

L'autista mi apre la portiera ed esco con decisione sperando di non cadere dai tacchi. Raggiungo l'ingresso e cerco di essere sicura il più possibile, anche se dentro di me sto crollando. Vado dalla ragazza alla reception e le chiedo: "Ehm, salve, sarei il nuovo capo... mi sa dire dove devo andare?" Chiedo con gentilezza. Lei mi squadra, è una bella ragazza ma non sembra molto simpatica. Ottimo, prima persona che incontro mi sta sul cazzo... ah, tanto sono il capo e posso licenziarla. Ottimo.

"Certo la accompagno nel suo ufficio." mi dice in tono gentile. Avrà capito che non bisogna scherzare con me. La seguo e prendiamo l'ascensore e saliamo fino al sesto piano. Entriamo in una stanza enorme, con vista su Dublino, è bellissima. Sulle pareti ci sono dei quadri con dei dischi. Per terra c'è la moquette nera e i divanetti, la mia scrivania e la mia sedia sono bordeaux, ci stanno molto bene.

"Grazie mille per avermi accompagnata." Le dico.

"Vuole fare un giro per l'edificio? Così sa come muoversi."

"Sì grazie, sarebbe molto gentile." le rispondo.

"Prego mi segua." La seguo e mi fa vedere i piani dove si registra: dal secondo al quinto. Poi al primo piano ci sono le sale per i meeting e al settimo le sale per le presentazioni e i comunicati stampa. All'ottavo piano c'è un bar ristorante con terrazza e al nono piano c'è una specie di museo con tutti gli autografi degli artisti e altri cimeli importanti. So già che mi perderò.

"Le consiglio di prendersi un'assistente perchè avrà moltissimi impegni da organizzare e da incastrare. Prima di Natale di solito facciamo una festa, la scelta di farla o meno è sua, glielo comunico semplicemente affinchè così possa eventualmente organizzarla. Poi per qualsiasi cosa se digita 1 sul telefono sulla scrivania, le risponderò io." mi comunica.

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