L'ho preso dritto in culo

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Non conoscevo il luogo in cui mi trovavo. Non ci ero mai stato e non riuscivo a capire come la mia mente potesse effettivamente visualizzarlo. Ero in una grotta, talmente buia che non riuscivo neanche a vedere un palmo dal mio naso. Faceva un freddo cane e l'umidità presente lì dentro era indescrivibile. Sulle pareti rocciose vagavano insetti e rettili, che mi fecero venire i brividi per il disgusto. Avevo sempre odiato gli insetti, erano tutti così brutti e viscidi. Una volta, trovai un lombrico nell'insalata e quasi non mi misi a piangere per lo schifo. Mi guardai intorno, cercando di capire perché fossi lì e, quando mi voltai, tirai un urlo dallo spavento. Di fronte a me, avvolta da candele, c'era una fottuta mummia. Era ferma, sembrava quasi come se stesse dormendo, inginocchiata a terra. Che diamine ci facevo in una grotta insieme ad una mummia?! E soprattutto perchè cazzo UNA MUMMIA ERA IN UNA GROTTA E NON IN UNA PIRAMIDE?! Sentii qualcuno avvicinarsi, ma non accennai a nascondermi. Stavo sognando, infondo, nessuno poteva vedermi. Il rumore si fece pian piano più chiaro, facendomi capire che si trattava di zoccoli. Un cavallo? Perché un cavallo si trovava in una grotta, dove c'era addirittura una mummia?

"Ah, caro, vecchio oracolo, pronto per la spolveratina settimanale?" Un momento, era la voce di Chirone. Avrei potuto riconoscerla tra mille. Aveva detto oracolo, ciò significava che la mummia orripilante davanti a me era l'Oracolo di Delfi, colui che aveva annunciato la Grande Profezia. O comunque quello che pronunciava le profezie in generale. La luce di una torcia illuminò lo illuminò di poco, permettendomi di vedere anche il volto del centauro che, prima, non riuscivo neanche a scorgere a causa dell'oscurità. L'unica luce presente era quella delle candele. Chirone si avvicinò all'Oracolo, passando delicatamente un panno di stoffa sulla sua testa, con delicatezza. Mi chiesi come faceva a non vomitare. A me solo a guardarla mi veniva il volta stomaco. Improvvisamente, mentre il direttore del Campo afferrava una delle candele consumate ai piedi della mummia, questa aprì la bocca ed i suoi occhi si illuminarono, facendomi quasi urlare. Il centauro scattò, in allerta: apparentemente sapeva cosa stesse per accadere.

"Un mezzosangue figlio di uno degli Dei maggiori

Crescerà, seppur tra gioia e dolori

Inganni e tradimenti luogo prenderanno

Ed il mondo nel caos i tre fratelli getteranno

Solo una scelta, presa tra le rovine

Decreterà dell'Olimpo il trionfo o la fine"

La voce profonda dell'Oracolo pronunciò la profezia che ormai mi stava tormentando da settimane, facendo sgranare gli occhi a Chirone, che fece cadere il panno sul terriccio, sotto shock. Capii, solo allora, che stavo sognando l'esatto momento in cui era stata annunciata la Grande Profezia. Ma come facevo? Io non ero neanche nato, come potevo addirittura sognarlo?

La scena cambiò. Presto, mi ritrovai in un altro luogo a me sconosciuto, ma non ci misi molto stavolta a capire dove fossi. Di fronte a me, mio padre ed altri due uomini, stavano discutendo tra di loro. Erano dei giganti, in confronto io sembravo una formichina. La sala in cui eravamo tutti era bianca e dorata, le pareti erano piene di arazzi e dipinti, ognuno raffigurante scene diverse. Dodici troni occupavano tutto lo spazio, sistemati a semicerchio, con al centro uno più grande ed imponente.

"Non capisci! Per evitare che si avveri la profezia, dobbiamo farlo! Nessuno di noi ha avuto figli ultimamente, quindi se ora tutti giuriamo di non averne, la profezia non si avvererà e l'Olimpo non cadrà" Disse, ad alta voce, uno dei tre, mentre Ade lo guardava talmente male che ebbi paura che potesse incenerirlo da un momento all'altro.

"Non si gioca con le profezie, Zeus. Se è stata pronunciata, vuol dire che si avvererà, in qualsiasi modo" Protestò il secondo e mio padre annuì, trovandosi d'accordo con lui. Stavo sognando il patto tra i Tre Pezzi Grossi. L'uomo dalla lunga barba bianca era Zeus e dovevo ammetterlo, faceva paura. I suoi occhi azzurri incutevano timore, soprattutto se osservati in un momento come quello, dove entrambi i suoi fratelli gli stavano dando torto. Poseidone invece aveva la pelle abbronzata, un corpo robusto che incuteva rispetto, capelli corti e neri e una barba dello stesso colore. Mio padre era il solito, non era cambiato per niente. Ancora una volta, mi ritrovai a chiedermi come facessi a sognare una cosa che non avevo vissuto.

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