Ashton invoca un figo da paura

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Arrivammo a Clarksville quando il Sole era già tramontato. Fu facile trovare la caverna, anche perché c'erano un sacco di cartelli in giro per la città. Era palese che fosse l'attrazione principale, ma speravo che a quell'ora non fosse aperta al pubblico, perché sarebbe stato un problema (e non piccolo). Avremmo dovuto aspettare che chiudesse per infiltrarci e prendere la perla da Pitone (che i mortali ovviamente non potevano vedere a causa della Foschia) ed avremmo solo perso tempo prezioso. Dovevamo entrare negli Inferi quella notte o l'anima di Michael sarebbe andata perduta per sempre. Non avevo detto ad Ashton della discussione che c'era stata tra me e Luke, né che mi aveva raccontato la storia di lui e Michael. Eravamo rimasti tutti e tre in silenzio, fino all'arrivo. E forse era stato meglio così. Sentire la voce di mio padre nella mia testa mi aveva destabilizzato talmente tanto che probabilmente non sarei riuscito a spiccicare parola se mi fosse stata posta una domanda. Sapeva che ero diretto nell'oltretomba e non sapevo se essere spaventato o fregarmene altamente. Eppure, mi chiedevo come avesse fatto a scoprirlo e, soprattutto, come avesse fatto a parlarmi. Forse gli Dei avevano una specie di connessione con i propri figli? Avrei voluto chiederlo ad Ashton, ma avevo paura che, una volta saputo ciò, non mi avrebbe più permesso di andare con loro e salvare il mio migliore amico. Non che mi servisse il suo consenso, ma sapevo quanto fosse testardo e mi avrebbe dato sicuramente filo da torcere. L'avevo notato durante l'allenamento, quando Chirone ci aveva assegnato quell'impresa e anche durante il nostro viaggio. Non ci tenevo a rischiare, perché nonostante non sapessi nemmeno impugnare una spada, io dovevo scendere nell'Ade con loro.

"Okay, ci tocca scendere qui" Annunciò Luke, parcheggiando il furgone. Eravamo di fronte ad una spiaggia, completamente deserta e apparentemente isolata da tutto il resto. Il GPS segnava che la grotta si trovava a quindici minuti di camminata dalla nostra posizione. Le nuvole coprivano il cielo, segno che da lì a poco si sarebbe scatenato un temporale con i fiocchi. Mi tolsi le scarpe, in modo da camminare meglio sulla sabbia e, insieme agli altri due ragazzi, mi avviai verso sinistra, come aveva suggerito il navigatore in macchina. Non proferimmo parola, anche se entrambi sapevamo di dover dire ad Ashton di Pitone prima di entrare in quella caverna. Speravo solo che Apollo gli concedesse le frecce di cui aveva parlato Luke, altrimenti eravamo fottuti. L'ingresso alla grotta era aperto, niente ad impedire l'accesso, nonostante ci fosse un cartello che indicasse l'orario di chiusura. Non riuscivo a capire come si potesse essere affascinati da un posto del genere, dall'esterno sembrava inquietante come pochi luoghi al mondo. Sarebbe stato perfetto per fare da ambientazione a qualche film horror scadente. Tutti e tre ci fermammo all'entrata, scambiandoci qualche occhiata fugace. Io guardai Luke, intenzionato a chiedergli se dovessi dirglielo io o se dovesse farlo lui, ma questi si limitò ad evitare il mio sguardo, facendomi mordere il labbro inferiore. Ma si, scarichiamo tutto sul nuovo arrivato.

"Ash?" Lo richiamai, in modo da attirare la sua attenzione. Il ragazzo si girò verso di me, attendendo che parlassi, mentre io cercavo di trovare le parole giuste per dirglielo.

"Prima di entrare-"

"Lì dentro c'è Pitone" Mi interruppe il biondo, incrociando le braccia al petto. Il riccio sgranò gli occhi, comprendendo immediatamente di chi stesse parlando.

"Era il custode dell'Oracolo, giusto? Prima che mio padre lo sconfiggesse e lo desse a Pizia" Il figlio di Ipno annuì a quelle parole, confermando ciò che aveva appena detto, prima di continuare.

"Devi invocare Apollo e farti dare le frecce magiche con cui l'ha ucciso, è l'unico modo per recuperare la perla senza rischiare la pelle" Andò dritto al punto, senza troppi giri di parole, parlando con un'apatia da far gelare il sangue. Mi chiedevo come facesse a sembrare così privo di emozioni, quando fino a qualche ora prima aveva le lacrime agli occhi mentre parlava di Michael. Io non sarei mai riuscito a nascondere così bene i miei sentimenti, anche perché facevo schifo a recitare. Avvertii Ashton congelarsi sul posto, capendo subito dove volesse andare a parare.

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