Gli Dei sniffano cibo bruciato

311 39 28
                                    

Se non fosse stato per il corno che annunciava l'ora di cena, probabilmente io e Luke ci saremmo picchiati a sangue. Non sapevo come, dato che lui era molto più alto e grosso di me, ma sicuramente avrei provato a difendere il mio migliore amico. La cosa che più mi lasciava confuso era il fatto che Michael non avesse detto una parola quando Luke l'aveva spinto per terra, anzi me lo aveva addirittura presentato. Mi aveva dato l'impressione di essersi ormai abituato ad essere trattato come un pupazzetto dal biondo. In più, mi aveva impedito di reagire, quasi spaventato che potessi fargli male, quando in realtà se avessi anche solo osato tirargli un pugno probabilmente mi sarei spaccato la mano. Ma da quanto tempo subiva quel bullismo da parte sua? Avrei voluto chiederglielo, ma avevo paura di toccare un nervo scoperto. Non avevo mai visto Michael cosi vulnerabile, non si era mai neanche fatto mettere i piedi in testa dai bulli nella nostra scuola, quindi perché permetterlo ad un coglione patentato come Luke? Mi sembrava di non riconoscerlo più, e molto probabilmente era così. Infondo, io ero cresciuto con il Michael umano, non con il Michael semidio. E ciò mi portò a chiedermi se lo conoscessi davvero bene come pensavo. Non mi andava di parlare con lui di una cosa del genere, anche perché se non mi aveva mai accennato nulla, vuol dire che anche lui non era poi così disposto a parlarne. Certo, io prima di oggi non sapevo dell'esistenza degli Dei e del Campo, ma avrebbe comunque potuto dirmi di lui e del modo in cui lo trattava, inventandosi una scusa così come si era inventato il fatto che ogni estate andava in vacanza da suo zio in Italia. Di palle ne aveva già dette tante, dirne una in più non avrebbe cambiato niente. Tuttavia, avrei aspettato, cosi da osservare meglio la situazione e magari capire da solo senza fargli il terzo grado. Tanto, a quanto pareva, sarei dovuto rimanere molto tempo rinchiuso in quel Campo e, oltre ad allenarsi, non mi sembrava che ci fosse tanto da fare.

"Okay ragazzo, quello è il tavolo dei figli di Ade. Ovviamente, sarai solo" Mi disse Chirone, indicando uno dei tavoli da picnic presenti nel padiglione senza tetto. Le torce fiammeggiavano intorno alle colonne di marmo ed un fuoco centrale ardeva in un braciere di bronzo decisamente enorme. Ogni tavolo era apparecchiato con una tovaglia bianca. Erano tutti pieni, tranne il mio ed altri tre. Scorsi il signor D. seduto ad un tavolo insieme ai satiri ed un paio di ragazzi cicciotti come lui, ai quali si aggiunse poi anche Chirone, che rimase in piedi. Sospirai tristemente, avvicinandomi al mio tavolo e sedendomi. I miei occhi vagarono per il padiglione, osservando tutti i Mezzosangue intenti a parlare tra di loro, fino a trovare il mio migliore amico, che rideva di qualcosa con un ragazzo dai capelli rossi e ricci. C'era molto chiasso, ma il tavolo più rumoroso era decisamente quello dei figli di Ares, al quale era seduto anche Zayn, che sembrava occupato a spiegare qualcosa ai suoi fratelli. Gli occhi verdi del mio migliore amico si posarono su di me e mi dedicò un sorriso dolce, che mi fece sentire subito meno solo. Nonostante non potesse sedersi con me o dormire nella mia stessa casa, ero felice di avere almeno lui qui. Avevamo affrontato di tutto insieme, quindi era quasi un sollievo sapere che lui sarebbe stato al mio fianco anche in quel momento. Nonostante sapessi che l'albero di Talia ci proteggeva dai non mezzosangue, quindi da mostri ed umani, speravo comunque che non succedesse nulla di brutto e che non comparissero più esseri come quello in biblioteca, anche perché non credevo che sarei stato più così fortunato. La mia presenza al Campo metteva in pericolo tutti, dato che gli Dei per qualche assurdo motivo stavano cercando di uccidermi, e già mi sentivo abbastanza in colpa, figuriamoci se un mostro fosse comparso dal nulla a causa mia. Michael ed Ashton avevano parlato di una profezia, ma Chirone non aveva accennato a nulla del genere durante il nostro giro turistico, nonostante avessi il diritto di saperlo, dato che riguardava me. Cosa diceva questa profezia di tanto brutto da portare gli Dei a cercare di uccidermi? Insomma, ero solo un ragazzino magro e goffo, come potevo essere una minaccia per esseri così potenti come loro? Il rumore degli zoccoli di Chirone mi distrasse dai miei stessi pensieri, facendomi spostare gli occhi sulla sua figura. Teneva un bicchiere in mano, mentre se ne stava in piedi accanto al proprio tavolo, non potendo sedersi, per ovvie ragioni. L'avrebbe sfondato con quel culone da cavallo che si ritrovava. Con un sorriso, il centauro alzò il proprio bicchiere, a mo' di brindisi.

Brand New EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora