Un Leone è scappato dallo zoo

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Al Campo Mezzosangue era da poco passata l'ora di cena, quando Michael si recò all'albero di Talia, situato al di sopra della collina, con il suo libro preferito tra le mani, The Strange Case of Dr. Jekyll and Mister Hyde. L'aveva letto per la prima volta a dieci anni, quando sua madre gliel'aveva regalato, prima che partisse per la sua prima estate al Campo. Ogni volta che lo rileggeva, pensava alle sue prime notti nella casa di Ermes, quando si sentiva talmente spaesato da non riuscire ad aprire bocca con nessuno, se non con Chirone. Era stato proprio quel libro a farlo avvicinare ad Ashton che, automaticamente, gli aveva fatto conoscere tutti gli altri. Ricordava ancora il momento in cui, mentre stava leggendo quel libro al falò, il riccio gli si era avvicinato, spoilerandogli la morte di Dr. Jekyll a due capitoli dalla fine. Michael si infuriò talmente tanto che quasi non gli staccò la testa con la sua spada. Stava leggendo quel libro da una settimana, aspettando con ansia il finale, e uno stronzo gliel'aveva detto senza neanche aspettare che concludesse di leggere. L'avrebbe finito in meno tempo, se solo la sera non crollasse continuamente a causa della stanchezza. Tuttavia, è stato proprio da quello spoiler che era nata la loro amicizia. Ashton, per farsi perdonare, gli offrì il suo marshmallow abbrustolito e Michael non potè rifiutare, sia perché sarebbe sembrato scortese, sia perché amava il cibo più di qualsiasi altra cosa. Il giorno dopo non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi Ashton ad aspettarlo davanti alla sua casa, insieme ad altri bambini, tutto sorridente. Glieli aveva presentati come la gang degli sfigati, e che lui era l'unico decente in quel gruppo. Inutile dire che si era beccato parecchie sberle, soprattutto da Luke. Già, Luke. Quella fu la prima volta che lo vide, con la sua frangia bionda e gli occhi azzurro cielo, che sembravano volergli perforare l'anima ad ogni sguardo. L'aveva colpito fin da subito e sapeva che era stato lo stesso anche per lui. Ma le cose non vanno sempre come vogliamo, no? Michael sospirò, sedendosi sull'erba umida e aprendo il libro alla pagina dove c'era il segnalibro. Tra l'arrivo di Calum al Campo, la profezia, gli Dei infuriati e Luke che non gli dava pace il suo livello di sopportazione era arrivato al limite. Aveva bisogno di rilassarsi, prendersi qualche attimo per non pensare. E leggere era il miglior modo per farlo. Per Michael, la lettura era una specie di rifugio, un modo per estraniarsi dal resto del mondo e perdersi tra le pagine di un qualsiasi libro. Non importava se fosse storico, fantasy, giallo, horror, thriller, vecchio, nuovo... Per lui ogni storia contava. Ogni singola pagina riusciva a trasportarlo in un mondo nuovo, gli permetteva di diventare parte di una storia, di immedesimarsi nei personaggi, sia buoni che cattivi, di scoprire nuove cose, nuovi fatti, nuove parole. Ogni libro era un viaggio, una scoperta. Leggendo, Michael si creava una propria bolla, tenendo tutti lontani. Beh.. tutti eccetto due persone. La prima era Calum, ovviamente. La seconda, Luke. Come già detto prima, il biondo non gli era mai stato indifferente. E la loro, di storia, era alquanto complicata, lunga da spiegare e dolorosa da ricordare. Se fosse stato un libro, probabilmente il tinto avrebbe rifiutato di leggerlo. E lui non rifiutava mai una cosa del genere. Ma infondo cosa pretendeva? La colpa era sua. Avrebbe dovuto seguire il consiglio di Chirone, ma aveva deciso di fare di testa sua. Ed aveva mandato tutto a puttane. Erano passati mesi dall'accaduto e per Michael dire che non gli mancava per niente il rapporto che aveva prima con il biondo era una bugia bella e buona. Si ritrovava ad invidiare Harry e Louis, la relazione che loro avevano, le cose che facevano. Quei due sembravano perfetti insieme, nonostante fossero molto diversi e litigassero in continuazione. Almeno loro, però, potevano tenersi la mano, potevano abbracciarsi, potevano baciarsi, potevano amarsi. Tutte cose che lui, con Luke, non poteva fare. O almeno, non più. Non dopo ciò che era successo.

"Mike?" Una voce in lontananza lo distrasse dal suo libro, quasi a metà, ed il rosso alzò la testa, capendo immediatamente di chi si trattasse. Si guardò intorno, notando Luke in piedi, poco distante da lui, con un piccolo sorriso sulle labbra. Michael si chiese cosa ci facesse lì. Sarebbe dovuto essere al falò insieme agli altri e sapeva quanto Luke odiasse perdersene uno. Il biondo si avvicinò, ritrovandosi di fronte a lui dopo pochi secondi, e si abbassò alla sua altezza, per poi sedersi comodamente accanto a lui, con la schiena poggiata contro l'albero.

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