Narratore esterno
"Harry, sbrigati è tardi!"
Era un nuovo primo giorno di scuola e nonostante Harry avesse ormai 17 anni ancora non riusciva ad abituarsi a tutto questo.
Erano ormai 10 minuti che sua madre continuava a chiamarlo incessantemente dal piano inferiore ed erano ormai 10 minuti che il pensiero di sotterrarsi sotto le lenzuola isolandosi dal mondo continuava a balenargli nella testa.
"Arrivo!" urlò, afferrando il suo zaino e scendendo pigramente le scale.
"Buongiorno amore" lo salutò sua madre, ricambiò con un bacio sulla guancia dirigendosi verso la porta, chiudendola alle sue spalle ed incamminandosi verso la scuola.
Solitamente lo accompagnava sua sorella Gemma con la sua macchina ma a quanto pare quest'anno sarebbe dovuto andare da solo. Harry, però, non la biasimava, invece continuava a chiedersi chi è che vorrebbe farsi vedere in giro con me?
Senza accorgersene arrivò davanti al cancello della scuola immerso nei suoi pensieri.
Pensava spesso a cose tristi, nella sua vita non sembrava ci fosse nulla per cui gioire da anni ormai se non gli abbracci della madre o le chiacchierate con la sorella.
Rifletteva sulla solitudine e l'esclusione, due concetti astratti ma che pesano come se fossero esageratamente pesanti.
Pesavano sulla sua testa e sulle sue spalle sempre rivolte verso il basso, sui suoi occhi sempre umidi e temerari e sul suo animo così buono ed allo stesso tempo così poco apprezzato da fargli credere che fosse sbagliato amare.
Capitava spesso che si sentisse solo ed escluso, e la cosa più brutta era che lo fosse davvero. Ogni mattina si alzava pensando a quanto quella giornata sarebbe stata monotona e triste, stava diventando tutto semplicemente troppo. Era una situazione pesante da sopportare, specialmente per un ragazzo insicuro come lui.
Aveva tanta voglia di socializzare e farsi degli amici, ma non sapeva come. Non ne aveva mai avuti molti ed era ancora più difficile poiché tutta la scuola si basava su voci e pregiudizi su di lui ignorandolo completamente o prendendolo in giro. Aveva ormai preso l'abitudine ad auto-isolarsi per evitare di essere ferito ultetiormente.Alzò gli occhi impaurito, solitamente quando qualcuno si avvicinava a lui lo faceva solo per fargli del male fisico o psicologico.
Era per questo che il suo sguardo puntava sempre il pavimento, lui non poteva giudicarlo.
Era arrivato al punto di guardare a malapena sua madre negli occhi, aveva paura che si accorgesse del fatto che suo figlio non fosse realmente felice e allegro come gli altri.
Perché lui non lo era, non era come loro, non era come nessuno. Era solo Harry, e lui credeva fosse un difetto.
Con sua grande sorpresa quelli che aveva davanti non erano gli occhi color nocciola del bullo della scuola,nè quelli grigi e vuoti del suo amico e nè tantomeno quelli verde spento della bidella che puntualmente gli urlava di sbrigarsi ad andare in classe quando entrava in uno dei suoi stati di trance restando a fissare il suo armadietto chiuso per minuti...no, non era nessuno di loro. Di fronte a lui c'erano due occhi azzurri, due magnifici occhi color oceano.
Harry's pov
"Ei tutto bene?" aveva una voce angelica. Restai fermo a fissarlo per qualche minuto fin quando non spostai il mio sguardo imbarazzato dai suoi occhi alle sue braccia notando che stringeva fra quest'ultime il mio libro di matematica. Il rossore sul mio viso aumentò notevolmente quando mi accorsi di cosa era appena accaduto.
Perso nei miei pensieri ero andato a sbattere contro un ragazzo facendo cadere ciò che avevo in mano.
Era poco più basso di me, aveva il cielo al posto degli occhi, le gote rosee che sembravano essere delicate come dei petali di rosa e infine delle sottili labbra color ciliegia.
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Sensitive//Larry Stylinson
Fanfiction-"Ei tutto bene?" aveva una voce angelica. Restai fermo a fissarlo per qualche minuto fin quando non spostai il mio sguardo imbarazzato dai suoi occhi alle sue braccia notando che stringeva fra quest'ultime il mio libro di matematica. Il rossore sul...