Don't Let It Break Your Heart

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Narratore esterno

Erano passati mesi dalla scoperta del tumore che aveva colpito la madre di Louis. Si sentivano spesso e cercavano di nascondersi a vicenda il dolore che stavano provando.

Louis era sempre più ansioso ed instabile emotivamente nel sapere che le cure non portavano alcun miglioramento.

Capitava che si svegliasse nel sonno piangendo a causa di un incubo e cominciava a repirare a fatica.

Fortunatamente però non era solo, accanto a lui si trovavano sempre due forti braccia possenti pronte a rassicurarlo e farlo stare bene.

Louis' pov

Erano le quattro, fissavo il soffitto da ormai un ora perso completamente nella mia mente.

Mi alzai controvoglia cercando di non svegliare nessuno e rimuovendo lentamente la mano del mio ragazzo dal mio fianco.

Era da qualche settimana che andavo a dormire tardi e mi svegliavo dopo poche ore nel pieno della notte. Durante il sonno non potevo controllare i miei pensieri ed era frustrante avere incubi ogni notte così, semplicemente, evitavo di dormire.

Tutto questo mi rendeva nervoso ma mi permetteva di distrarmi dai problemi che mi tormentavano.

Mi recai sul balcone accostando la porta vetrata dietro di me.
Presi una sigaretta e me la portai alle labbra. Una volta estratto l'accendino dalla giacca portai la fiamma accanto alla cartuccia. La fissai intensamente. Era così calda e calma che trasmetteva tranquillità e sicurezza, pur essendo il fuoco così tanto caldo da essere letale.

Poteva essere una metafora della vita, no? Può darti calore, affetto e sicurezza donandoti persone stupende ma può, allo stesso tempo, portartele via da un momento all'altro divenendo un'inferno.

Purtroppo quando il fuoco inizia a bruciare fermarlo è difficile, ed io non avevo abbastanza forze per affrontarlo. Mi stavo lasciando andare fra le fiamme rischiando di ustionarmi e, no, quel calore non era piacevole.

Le mie giornate stavano diventando vuote e monotone, tutto perdeva senso.

I pensieri e le voci nella testa erano inutili, passare le ore guardando un punto fermo e ragionando non serviva a nulla. Erano perdite di tempo eppure non riuscivo a fare altro. Cercavo dei motivi, delle ragioni, che mi convincessero che sarebbe andato tutto bene. Non li trovavo.

Il tempo passava e mia madre stava peggiorando sempre di più.

È strano come questa strana giostra che è la vita cerchi costantemente di portarti al massimo della tua felicità per poi toglierti pian piano tutti i pezzi che la compongono, senza alcun preavviso.

"Hei Louis"

Riconobbi quella voce, spensi la sigaretta emanando l'ultima folata di fumo per poi voltarmi e sorridere come se non fosse accaduto nulla.

"Come stai?"

"Bene Harry, che ci fai qui? Fa freddo, vai dentro"

"E tu che ci fai qui?" mi venne incontro, mi prese le mani e mi fece girare. La mia schiena aderiva col suo corpo caldo e le sue braccia mi circondavano le spalle, mi stava riscaldando.

"Non riuscivo a dormire"

"Non è la prima volta"

"Lo so, dovevo pensare"

"Pensare a cosa Lou?"

"Nulla di importante"

"Se ci pensi continuamente probabilmente ha molta importanza. Ti ho visto quando ti sei alzato le altre notti sai? Lo fai sempre fra le 4 e le 5. Mi sposti piano cercando di non svegliarmi, te ne vai fuori e fumi. A volte hai anche pianto. Poi torni da noi la mattina seguente con un sorriso stampato sul volto. Sono stato zitto per rispettare te e i tuoi spazi e ti giuro che ho anche provato a tornare a dormire per non vedere quei momenti dedicati a te stesso e ai tuoi pensieri ma non puoi continuare così, tu stai male ed io non voglio vederti soffrire. Da quando hai avuto quell'attacco di panico stai sempre peggio e continui a non dire nulla a nessuno di noi."

Sensitive//Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora