Harry's pov
Ci sono tante cose che non ci insegnano da piccoli e tante che si presuppone che già sappiamo.
Beh fra queste c'è la regola del "non mangiare prima di fare il bagno o ginnastica".
Una cosa ovvia, no? Probabilmente per il mio cervello era troppo difficile da comprendere.
È per questo che mi ritrovai in infermieria su un lettino freddo in mezzo ad una stanza spoglia dopo aver vomitato sul pavimento polveroso di una scuola pubblica.
Ah e non dimentichiamoci che ero di fronte all'unico ragazzo che ancora non aveva espresso alcun giudizio sul mio conto.
Sentii la porta aprirsi e mi girai.Davanti a me si trovava il ragazzo dagli occhi azzurri che avevo incontrato la mattina stessa. Non muoveva un muscolo, mi fissava con aria assorta e in parte preoccupata in attesa di un mio movimento.
"Ciao, scusami se sono entrato senza bussare- rise piano guardando in basso -mi sono offerto per venire a vedere come stavi" durante tutta la frase tenne sul viso un sorriso timido.
"Oh...g-grazie. Cioè, figurati. Beh sì, è stato un piacere, grazie per esserti preoccupato per me." e come per dimostrargli che stavo bene e potevo andare provai ad alzarmi. Appena mi tirai su con la schiena sentii la testa girare e mi chinai in avanti portando le mani sul viso e i gomiti sulle ginocchia.
"Ei, non è meglio se resti sdraiato e ti riposi un altro po'?" chiese lui gentilmente avvicinandosi a me. E più si avvicinava più facevo fatica a respirare.
Avevo già capito da un paio di anni di non essere etero, non mi era mai capitato però di sentirmi così tanto destabilizzato davanti ad un ragazzo.
Forse non erano i suoi occhi ad attirarmi, o quel suo ciuffo caramellato che gli ricadeva sulle ciglia e che ogni volta si ostinava a riportare lateralmente, e nemmeno i suoi tratti delicati.
Ciò che più mi attirava di lui era il suo carattere, la sua gentilezza e la sua attenzione nei miei confronti.
"Devo aver già disturbato abbastanza, è meglio se vado" insistetti io.
"Harry, giusto? E' questo il tuo nome? L'ho sentito dire da un ragazzo della tua classe quando sei corso qui, sembrava preoccupato" e mi sorrise cercando di rassicurarmi ignorando ciò che svevo appena detto.
"Dubito che qualcuno si sia preoccupato per me" voltai il viso verso il basso forzando un sorriso che sapeva di amaro. Sapeva di sconfitta, di voglia di mollare. Non avevo più alcuna speranza ormai.
A volte mi fermavo a ragionare fin troppo, riuscivo a rendere ogni cosa inutile, insensata. Perfino me stesso.
"Harry, credi davvero che a nessuno interessi di te?"
Mi girai sfacciato verso di lui accennando un sorriso e permettendo ad una sola lacrima di scendere.
Odiavo mostrare quanto fossi sensibile ma dentro di me, nonostante mi ostinassi a non provare nulla allontanando qualsiasi sentimento, c'erano un misto di emozioni che non vedevano l'ora di esplodere.
Viviamo in una società che le emozioni, specialmente se sei un uomo, cerca di reprimerle; spingerle a fondo finché non scompaiono. Il problema è che con loro spariamo un po' anche noi.
La gente si aspetta che tu riesca ad abituarti a quella sensazione di solitudine, ma non è così. Voglio dire, ho passato 17 anni della mia vita riuscendo a farmi una sola amica. Passavo le giornate con mia sorella che rinunciava ai suoi impegni pur di farmi compagnia.
Vedevo gli altri giocare insieme e divertirsi mentre io non avevo nessuno, se non Eleanor.
"Okay, ascoltami. Ti capisco, ci sono passato. Ma puoi stare bene, fidati di me"
Ma io sapevo che nulla sarebbe migliorato. Anche lui prima o poi si sarebbe allontanato da me, dopotutto ero solo uno sconosciuto per questo ragazzo. Mi strinse forte a se cercando di confortarmi, restai immobile ma mi lasciai cullare da quel calore.
Odiavo apparire così debole. Io non lo ero, non lo ero mai stato. Ero fortissimo. Avevo avuto degli anni della mia vita in cui, incredibilmente, me ne fregavo di ciò che la gente mi diceva. Non mi interessava dei loro giudizi e pensieri. Ero io ed andava bene così.
Poi ho notato che ciò non aveva cambiato nulla, ero ancora solo ed era tutta finzione. Non stavo bene neanche prima, quando sorridevo ed ero apparentemente spensierato, ma ancora provavo ad essere felice.
Il mio coraggio iniziò a svanire, le mie emozioni divennero sbiadite e mi lasciai andare facendomi trasportare da ciò che mi stava riservando la vita.
"Respira, va tutto bene" mi appoggiai al suo petto con la testa e mi lasciai andare un po' seppur restando nella mia freddezza. Cominciò a massaggiarmi i capelli e quei gesti erano così dolci e gentili che riuscirono a tranquillizzarmi.
"Chi era? Intendo il ragazzo che si è preoccupato...chi era?" domandai ignorando quanto io potessi sembrare sensibile ed indifeso in quel momento ai suoi occhi.
Mi sorrise senza separarsi da me. Restammo in quella posizione, io con lo sguardo verso l'alto e lui verso il basso, il blu e il verde che si mischiavano fra loro.
"Non so quale sia il suo nome, ha i capelli rossi e la pelle chiara. Sembrava un bravo ragazzo" risi pensando a come avesse fatto a pensare se fosse o meno un bravo ragazzo in una situazione del genere.
"Ei, perchè ridi? Stai per caso ridendo di me?" mi chiese, capii che fosse ironico e tenni il gioco.
"Oh sì, ci puoi scommettere"
Si buttò su di me cominciando a farmi il solletico ed iniziammo a ridere insieme.
Per un po' mi sentii così bene che quasi mi scordai di come stavo realmente ogni giorno.
"Sai, sei più bello quando sorridi. Dovesti farlo più spesso. Sono certo che conquisteresti un sacco di ragazze" inizialmente sorrisi e come se ci conoscessimo dissi semplicemente ciò che mi passò per la testa.
"Oh non credo, a me piacciono i ragazzi. Ma va bene, lo prenderò come un complimento"
Ci fu un silenzio imbarazzante e solo in quel momento mi resi conto di ciò che avevo detto. E se gli fossi sembrato strano, malato o disgustoso come agli altri? E se ora avesse cominciato ad odiarmi?
Grande Harry, hai appena fatto coming out con un ragazzo che a malapena ti conosce e che era, per la prima volta, disposto a farlo. Perfetto.
"Io- scusa, devo andare"
-I'm lost in my head, I'm spinning again-
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Sensitive//Larry Stylinson
Fanfiction-"Ei tutto bene?" aveva una voce angelica. Restai fermo a fissarlo per qualche minuto fin quando non spostai il mio sguardo imbarazzato dai suoi occhi alle sue braccia notando che stringeva fra quest'ultime il mio libro di matematica. Il rossore sul...