Harry's pov
Quella sera, per la prima volta, bevvi molto e cercai di divertirmi.
Purtroppo l'alcol non fece l'effetto desiderato.
Dopo poco io, Eleanor e Louis ci dividemmo.
Mi ritrovai da solo fra tutta quella gente, non mi stavo divertendo.
Notai un bancone pieno di bevande e mi avvicinai per chiederne una.
Da lì scesero poi una dopo l'altra fino a non essere più lucido.
Non ero in me, o forse lo ero più del solito. Il mio corpo non era più sotto il mio controllo.
Inizia a pensare e poco dopo mi ritrovai a piangere in un bagno sporco fra le persone che si spostavano reggendosi a malapena in piedi.
Non sapevo di preciso perché stessi piangendo, ma continuai. Era liberatorio.
Uscii dal bagno continuado a piangere e cominciai ad urlare per eliminare la pressione e le emozioni negative accumulate negli anni.
In realtà di motivi per piangere ne avevo tanti ed erano tutti incastonati nella mia testa, non sembravano avere intenzione di andarsene.
Non potei evitare di pensare che neanche io avrei voluto avere una responsabilità e un peso come quello di stare con una persona come me, e questo faceva male.
"Harry, eccoti finalmente! Non ti trovavo " una mano si poggiò sulla mia spalla delicatamente, così tanto che quasi non me ne accorsi fin quando non mi ritrovai completamente avvolto nelle braccia di qualcuno.
Era la sua voce, il suo profumo. Aprii piano gli occhi mentre le lacrime continuavano a rigarmi il viso e li fissai nei suoi. Sì, erano i suoi occhi e in quel momento sembravano essere ancora più belli dei giorni precedenti.
"Harry, hei cosa è successo?" mi strinsi di più a lui cercando protezione.
"Sono qui Harry, non ti lascio. Ma ti prego dimmi cosa c'è che non va"
"I-Io.." risposi fra un singhiozzo e l'altro.
"Di cosa stai parlando?" chiese.
"Sbaglio sempre tutto, sembro un bambino. Non ne faccio una giusta. Quando rovino qualcosa o non va come desideravo non riesco a fare nulla. La mia vita è monotona, non mi riconosco più, non trovo più me stesso. E' come se non avessi il controllo del mio corpo. Io mi odio Louis, mi odio." e i miei singhiozzi aumentarono.
Le mie emozioni erano ancora più amplificate in quel momento e non mi preoccupai di cosa avrebbe potuto pensare di me se mi fossi mostrato così fragile.
Lui mi tenne semplicemente tra le sue braccia e non c'era niente di meglio che potessi volere in quel momento.
Quando mi calmai un po' mi prese per mano, mi portò nel retro del locale dove non c'era nessuno e si sedette facendomi cenno di mettermi lì vicino.
Mi accasciai contro il muro fino a raggiungere il pavimento e restai in silenzio per qualche minuto.
"Non è un bel posto? C'è silenzio. Ci siamo solo noi e basta."
"A me non piace il silenzio. Lo sarebbe se riuscissi a sentirmi tranquillo e in pace come te o gli altri ragazzi normali."
"E cosa hai tu di diverso? Quale sarebbe il tuo problema?" domandò girando la testa verso di me.
"Il mio problema dici?" dalle mie labbra uscì una risata isterica, i miei occhi puntavano in basso nuovamente lucidi.
"Il mio problema è che nella testa ho una gran confusione, più silenzio c'è e più riesco a ragionare."
"Non deve essere per forza una cosa brutta. Non credi che pensare tanto sia meglio di non pensare proprio? Io preferirei essere come te" rispose lui
"Forse si, ma non per me."
Seguì un lungo silenzio ma non era imbarazzante, c'era solo tanta calma e i miei respiri che si confondevano con quelli di Louis.
"Tu non sei sbagliato Harry, lo sai vero?"
"Come fai a dirlo Lou? Tutti scappano da me e lo farei anche io se solo potessi. Sei ancora in tempo per andartene senza spezzarmi completamente il cuore ma se vuoi aspettare per finirmi per bene fai pure, non cambierà nulla infondo...ormai ci ho fatto l'abitudine."
Improvvisamente due mani si strinsero a coppa sulle mie guance e due occhi freddi mi guardarono duramente.
"Io non me ne andrò Harry, smettila di pensare queste cose okay?" provai a scuotere la testa per fargli capire che non potevo farlo mentre una lacrima solitaria mi scorreva sul volto.
"Smettila, ti prego" ripetè lui poggiando la fronte sulla mia e chiudendo le palpebre.
Eravamo incredibilmente vicini e appena Louis riaprì gli occhi ci cascai all'interno, forse era già troppo tardi. Ero certo che se solo lui l'avesse voluto sarebbe stato in grado di fare a pezzi me ed il mio cuore.
-Now, I'm searching every lonely place. Every corner calling out your name. Tryna find you, but I just don't know. Where do broken hearts go?-
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Sensitive//Larry Stylinson
Fanfiction-"Ei tutto bene?" aveva una voce angelica. Restai fermo a fissarlo per qualche minuto fin quando non spostai il mio sguardo imbarazzato dai suoi occhi alle sue braccia notando che stringeva fra quest'ultime il mio libro di matematica. Il rossore sul...