Capitolo 8

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L'alba iniziò a sorgere. Le nuvole lentamente, durante la notte, si allontanarono sempre più, come a simboleggiare una pace finalmente fatta tra chi ci viveva al di sotto, perché di pace si trattava. Nonostante il freddo Noah e Gabriel rimasero uniti, non si abbracciarono affatto, semplicemente si sostenerono a vicenda. Spesso Noah appoggiava la sua testa sulla spalla di Gabriel che, come suo solito fare, non riuscì a non sorridere. Era un alba ancora sporca, per niente limpida come quelle a cui erano abituati d'estate, ma era comunque bella. Il cinguettio degli uccelli sostituì il suono dei grilli e, di punto in bianco, il sole oltrepassò la collina e colpì i loro occhi. Erano sobri, avevano smaltito l'alcol con qualche risata, qualche conversazione e silenzi infiniti.

«Dovremmo rientrare.» Disse Noah, ma in realtà non lo voleva affatto. Per quanto fosse andato oltre, per quanto fosse irreparabilmente affranto dentro di sé, non poteva smettere di provare qualcosa verso Gabriel di punto in bianco.

«Già.» Rispose Gabriel con tono spento.

Noah fu il primo ad alzarsi dando poi la mano a Gabriel per aiutarlo. Quel gesto, quel piccolo e assurdo gesto, fece capire a Gabriel che finalmente pace era fatta, che l'alcol li aveva solamente aiutati e non illusi.

«Tieni.» Disse poi porgendogli il cappotto. «Grazie.» Noah gli sorrise con gli occhi mezzi assonnati.

«Figurati.» Rispose lui mettendoselo addosso.

I due iniziarono a scendere le scale e camminarono per i campi assieme. Non si dissero nulla, contemplarono in quel silenzio mattutino lasciando sfogo ai pensieri e alle sensazioni. Quando attraversarono il cancello d'ingresso notarono che tutti stavano ancora dormendo. Una volta entrati i due si separarono, Gabriel andò da Julienne per svegliarla, mentre Noah iniziò a chiamare gli altri.  «Sono quasi le 08:00, i proprietari arriveranno tra due ore, dobbiamo iniziare a pulire.» Disse toccando Anthony.

Lentamente il gruppo si svegliò e iniziò ad essere operativo solo dopo un sano caffè. Julienne e Alexia si occuparono del bagno, mentre i ragazzi si divisero per la cucina e il soggiorno, che era messo da schifo. Passarono le ore e arrivò il momento di salutarsi. In macchina di Noah entrarono Daniel, Gabriel e Julienne mentre in quella di Anthony riuscirono ad entrare Alexia, Joseph e Jeff.

«Ci vediamo ragazzi, grazie di tutto.» Disse Alexia chiudendo la portiera.

Durante il tragitto nessuno disse nulla, tutti approfittarono del tragitto per dormire ancora un po', escluso Gabriel, che si mise davanti, proprio affianco a Noah. A turno, partendo da Daniel, li accompagnò a casa. Fu il turno di Julienne.

«Grazie mille Noah.» Disse dandogli un bacio sulla guancia. «Ci sentiamo.» Si rivolse poi al ragazzo. «Ci sentiamo dopo, ok?» Domandò sorridendogli.

«Certo, buon riposo.» Disse per poi alzare il finestirno.

Julienne rimase lì impalata, forse si aspettava un bacio o una carezza, come erano soliti salutarsi, ma non arrivò nulla. Pensò che forse era dovuto alla stanchezza, non ci pensò troppo, entrò nel suo cancello e salì a casa sua. Rimasti soli in macchina i due continuarono con il silenzio prolungato.  Noah parcheggiò la macchina e guardò Gabriel, gli sorrise solamente.

«Grazie.» Disse Gabriel improvvisamente imbarazzato.

«Ciò che è successo stanotte...» Disse Noah mentre Gabriel usciva dal finestrino. «Non significa niente, ok? Tranquillo.»

Gabriel lo guardò con uno sguardo indecifrabile sul momento. «D'accordo... sì, grazie.»

Noah lo salutò, avviò la macchina e proseguì verso casa sua.

"Sì, grazie?" Si domandò nella sua testa sorridendo.

***

Gabriel solcò la soglia di casa sua e si gettò sul letto della sua camera. Spense il telefono per poi chiudere gli occhi e addormentarsi.

***

Noah arrivò a casa e corse in camera sua. Si tolse le scarpe per poi gettarle all'aria. Si allungò e il tempo di chiudere gli occhi e non capì più nulla.

***

               DICEMBRE

Molte cose erano cambiate. Il gruppo continuò a vedersi regolarmente nonostante fu uno degli inverni più freddi alla quale Noah avesse mai assistito. Spesso si vedevano a casa di Julienne, altre volte invece rimanevano nelle macchine con della buona musica e del cibo spazzatura. Alexia e Joseph non stavano più insieme; Alexia ha colto il flagrante Joseph tradirla con un'altra ragazza di un altro gruppo. Noah e Julienne dovettero starle vicini. Anthony aveva iniziato finalmente l'ultima anno di superiori e le cose andavano bene mentre Daniel aveva mollato l'università. Gabriel si era preso un anno sabbatico e le cose con Julienne non andavano affatto. Litigavano spesso anche per le idiozie e, come di consueto, Julienne correva a sfogarsi con l'unica persona di cui si fidava: Noah. Nel corso delle settimane ci furono alcuni momenti in cui Noah e Gabriel si ritrovarono a parlare. Dal compleanno di Alexia le cose andarono solamente verso l'alto. Noah si sentiva profondamente in colpa per ciò che era successo quella notte, tanto da addirittura allontanarsi da Julienne. Ma doveva realmente sentirsi in colpa? Era diviso a metà, la sua parte egoistica gli diceva di non fregarsene, ma l'altra parte, quella buona, quella vecchia di lui, gli diceva che forse avrebbe dovuto dire tutto alla sua migliore amica. Gabriel si rifiutò di raccontare tutto e spesso finivano per attaccarsi ma, nell'arco di qualche minuto, si ritrovavano sempre a ridere e scherzare insieme. Non accadde nulla tra loro. Il loro rapporto mutò completamente: Gabriel e Noah divennero una sorta di fratelli: c'erano sempre per l'altro ma si dovevano evitare soprattutto le questioni che riguardavano il cuore, solamente così avrebbe funzionato, e funzionava, alla grande. Spesso gli altri iniziarono a dubitare che ci fosse nuovamente qualcosa tra loro, come un ritorno di fiamma, come se Gabriel avesse finalmente accettato ciò che era realmente, ma così non fu. Anthony e Daniel si preoccuparono nelle prime settimane ma poi, vedendo effettivamente l'andazzo del gruppo, mollarono la presa. Noah e Gabriel, per quanto ancora ventenni, erano gradi abbastanza da sapersela gestire per conto loro e, nonostante qualche intoppo iniziale nei mesi di settembre e ottobre, ci stavano riuscendo alla grande. Il Natale si avvicinava sempre di più e, per la ricorrenza, volevano andare a passare un fine settimana a Courmayeur, proprio per passare la vigilia di Natale e il giorno di Natale stesso lì, lontano da tutto e da tutti, solo loro, solo quella piccola famiglia che si era venuta a creare. Era tutto pronto: le valigie erano pronte per essere messe in aereo e i biglietti erano già stati fatti, mancava solamente salire sul velivolo e scappare via. Erano in aeroporto aspettando di fare il check-in quando il telefono di Noah squillò, era sua madre.

«Noah...» Disse con una voce mezza spezzata.

«Mamma, dimmi.»

«Nonna non c'è più.»

Come un tuono all'improvviso: Parte IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora